A Tunisi ipocrisie e trattative a spese di lavoratori e immigrati

La partita nord africana nel contesto internazionale Può sembrare strano ma per capire cosa è successo durante il viaggio in Tunisia di Meloni, Von der Leyen e Rutte, occorre riferirsi alla guerra in Ucraina. Con questa guerra, gli Stati Uniti sono riusciti, almeno temporaneamente, a incidere sui rapporti tra Europa occidentale (Germania in testa) e Russia, sventando il rischio della formazione di un blocco eurasiatico. Ma ciò ha spinto gli

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I lavoratori tunisini e il colpo di stato

La crisi istituzionale tunisina è arrivata al capolinea, con il colpo di stato “democratico” del presidente Kais Saied. Inevitabili le conseguenze sull’intero quadro nord africano e medio orientale. Di qui l’attenzione di tutte le borghesie arabe, ma anche di Turchia, Francia e Italia. Saied cavalca l’onda lunga del malcontento popolare e proletario, per proporre una soluzione autoritaria. Soluzione che ovviamente non andrà a vantaggio del generoso movimento di protesta che a intervalli regolari occupa le piazze denunciando la situazione di disoccupazione, lavoro nero, crollo dei redditi e da ultimo fallimento della assistenza sanitaria. Un movimento che già dal 2013 ha registrato come tutte le promesse della politica borghese all’indomani della cacciata di Ben Ali  siano andate deluse e che deve emanciparsi in nome dei suoi interessi di classe.

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Dall’Iran alla Tunisia, dal Sudan al Venezuela, esplode la protesta contro il carovita e i governi reazionari

Le manifestazione, la rivolta, sono spontanee, protagonisti sono i giovani e giovanissimi. Dell’Iran si è già scritto, poco filtra dalla pesante censura che il governo esercita con la complicità dei vari Google, Telegram ecc (a proposito di Internet “che rende liberi”), nell’intento di isolare la protesta e schiacciarla con gli arresti, la tortura, le esecuzioni sommarie, ma anche il silenzio e l’isolamento internazionale. Tuttavia le feroci dichiarazioni del governo confermano

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Marocco: la classe lavoratrice scende in campo

Il Marocco, a uno sguardo superficiale, appare come un paese stabile, risparmiato dalle turbolenze sociali dell’Egitto o della Tunisia. Si dimentica che anch’esso è stato investito dall’ondata di proteste universalmente nota come “primavera araba”. Nel 2011 centinaia di migliaia di marocchini erano scesi in strada per reclamare diritti. Tale straordinaria mobilitazione, certo meno radicale ed efficace di quella tunisina ed egiziana, è stata recuperata dal potere che ha fatto passare

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[Il Cuneo Rosso] L’Intifada araba e noi

Pubblichiamo un recente contributo dei compagni del Cuneo Rosso di Marghera sugli ultimi sviluppi della situazione mediorientale. Scriviamo queste note sull’Intifada araba non solo e non tanto per rispondere alle critiche – alcune penosamente falsificanti – ricevute dal n. 1 de Il Cuneo Rosso, quanto per rilanciare il dibattito, finora poverissimo, sulla grande sollevazione popolare e proletaria che continua a scuotere l’intero mondo arabo. Le scriviamo mentre l’Egitto, in tutte

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[Tunisia] Oggi sciopero generale

Lo sciopero è stato indetto dall’Unione generale dei lavoratori tunisini (UGTT) per protestare contro l’assassinio del leader dell’opposizione, Chokri Belaid, lo scorso mercoledì. In concomitanza si svolgeranno i suoi funerali. L’organizzazione sindacale ha affermato che l’assassinio è un avvertimento di come potranno agire forze ostili all’ipotesi di un nuovo governo, che a loro dire, potrebbe portare alla guerra civile in Tunisia. Ieri, nel corso di una riunione di quattro ore,

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Tunisia: dall’assassinio politico alla crisi di regime+Vari

MO, Nord Africa, Tunisia, scontri Libération     130206 Tunisia: dall’assassinio politico alla crisi di regime ELODIE AUFFRAY   + Nyt 130206, La Tunisia si muove per contenere le conseguenze dopo l’assassinio di un rappresentante dell’opposizione, MONICA MARKS and KAREEM FAHIM + Le Monde, 13.02.07, In Tunisia , “c’è un ripiegamento su un discorso identitario e populista” + Al-Jazeera,            130207, Il partito tunisino Ennahda respinge lo scioglimento del gabinetto + The Guardian,120707, La

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Sfida liberalizzazione

Germania, Egitto, Tunisia Gfp     110825 Sfida liberalizzazione – L’Egitto è un mercato con grosse potenzialità, nonostante l’arretramento congiunturale dovuto alle rivolte. I gruppi tedeschi sono interessati in particolare alla tecnica per le centrali e energia, l’industria petrolifera e del gas, alla costruzione delle infrastrutture dei trasporti e alla tecnica ecologica. – Il governo tedesco ha annunciato la conversione del debito egiziano, fino a €240mn, da investire in progetti per lo sviluppo e

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W la lotta del proletariato egiziano e tunisino!

Come un vulcano, il Nord Africa esplode: prima l’Algeria, la Tunisia, e ora l’Egitto coi suoi 80 milioni di abitanti, in gran parte giovani. Le masse proletarie di lingua araba insorgono contro regimi oppressivi, contro disoccupazione, salari di fame e prezzi in aumento; contro la crescente ineguaglianza tra una borghesia sempre più ricca e una povertà diffusa. Da una parte una enorme ricchezza concentrata in poche mani, spartita fra pochi

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La Ue e la crisi tunisina – Falsi amici

Nord Africa, Tunisia, repressione, Francia Faz      110117 La Ue e la crisi tunisina – Falsi amici ●    La cautela con cui la UE deve muoversi nella crisi tunisina sta a dimostrare come fosse ingenuo pensare di poter risolvere i bisogni dei paesi medio orientali ed nord africani vicini della UE in una fraterna Unione del Mediterraneo. o   Nel suo tentativo di spostare il baricentro dell’integrazione europea dall’asse Berlino-Parigi verso Sud-ovest

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