La crisi istituzionale tunisina è arrivata al capolinea, con il colpo di stato “democratico” del presidente Kais Saied. Inevitabili le conseguenze sull’intero quadro nord africano e medio orientale. Di qui l’attenzione di tutte le borghesie arabe, ma anche di Turchia, Francia e Italia. Saied cavalca l’onda lunga del malcontento popolare e proletario, per proporre una soluzione autoritaria. Soluzione che ovviamente non andrà a vantaggio del generoso movimento di protesta che a intervalli regolari occupa le piazze denunciando la situazione di disoccupazione, lavoro nero, crollo dei redditi e da ultimo fallimento della assistenza sanitaria. Un movimento che già dal 2013 ha registrato come tutte le promesse della politica borghese all’indomani della cacciata di Ben Ali siano andate deluse e che deve emanciparsi in nome dei suoi interessi di classe.
Le manifestazione, la rivolta, sono spontanee, protagonisti sono i giovani e giovanissimi.
Dell’Iran si è già scritto, poco filtra dalla pesante censura che il governo esercita con la complicità dei vari Google, Telegram ecc (a proposito di Internet “che rende liberi”), nell’intento di isolare la protesta e schiacciarla con gli arresti, la tortura, le esecuzioni sommarie, ma anche il silenzio e l’isolamento internazionale.
Tuttavia le feroci dichiarazioni del governo confermano che la protesta continua.
Su una cosa tutte le fonti sono d’accordo, cioè la profonda differenza fra queste proteste di piazza da quelle del 2009. Là si erano mossi principalmente gli abitanti della …
Il Marocco, a uno sguardo superficiale, appare come un paese stabile, risparmiato dalle turbolenze sociali dell’Egitto o della Tunisia. Si dimentica che anch’esso è stato investito dall’ondata di proteste universalmente nota come “primavera araba”. Nel 2011 centinaia di migliaia di marocchini erano scesi in strada per reclamare diritti. Tale straordinaria mobilitazione, certo meno radicale ed efficace di quella tunisina ed egiziana, è stata recuperata dal potere che ha fatto passare una Costituzione che con concessioni di facciata alla piazza ha lasciato ben saldo il controllo del re su tutte le leve del potere, in alleanza con le forze islamiche e …
Pubblichiamo un recente contributo dei compagni del Cuneo Rosso di Marghera sugli ultimi sviluppi della situazione mediorientale.
Scriviamo queste note sull’Intifada araba non solo e non tanto per rispondere alle critiche – alcune penosamente falsificanti – ricevute dal n. 1 de Il Cuneo Rosso, quanto per rilanciare il dibattito, finora poverissimo, sulla grande sollevazione popolare e proletaria che continua a scuotere l’intero mondo arabo. Le scriviamo mentre l’Egitto, in tutte le sue città, è percorso da grandi, infuocate manifestazioni di protesta contro il tentativo di Morsy di creare un nuovo regime in stile Mubarak (a cominciare dalla messa sotto controllo dei …
Lo sciopero è stato indetto dall’Unione generale dei lavoratori tunisini (UGTT) per protestare contro l’assassinio del leader dell’opposizione, Chokri Belaid, lo scorso mercoledì. In concomitanza si svolgeranno i suoi funerali.
L’organizzazione sindacale ha affermato che l’assassinio è un avvertimento di come potranno agire forze ostili all’ipotesi di un nuovo governo, che a loro dire, potrebbe portare alla guerra civile in Tunisia.
Ieri, nel corso di una riunione di quattro ore, la direzione del sindacato ha deciso di partecipare alla manifestazione dove saranno presenti tutti partiti e le forze di opposizione.
In un documento si accusa il governo come responsabile per “la diffusione della …