[Roma] 17/10/2014 – PRESIDIO PER KOBANÊ

Pubblichiamo qui l’appello per un presidio per Kobanê a Roma: PRESIDIO PER KOBANÊ – Roma 17 OTTOBRE ORE 16.00 LARGO ARGENTINA Dal 15 settembre 2014 l’ISIS ha lanciato una grande campagna militare su più fronti contro la regione curda di Kobanê (in arabo: Ayn Al-Arab) in Rojava/nord della Siria. Questo è il terzo assalto di ISIS contro Kobanê dal marzo 2014. Gli attacchi a Kobanê fanno parte di un piano

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La battaglia di Kobane svela gli interessi in gioco di medie e grandi potenze

Profughi curdi fuggiti da Kobane e in attesa al confine con la Turchia Lo scontro di interessi tra le potenze regionali e tra le potenze imperialiste globali in Medio Oriente è emerso con brutale chiarezza in occasione del violento attacco, in corso da tre settimane, sferrato dalle forze dei guerriglieri dello Stato Islamico (IS) nel Nord Siria, al confine con la Turchia, dove la maggior parte degli oltre 350 villaggi

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L’esperienza di Kobanê vivrà

L’articolo tradotto dal sito di Solidarité Ouvrière ci richiama alla mente un episodio analogo della Seconda Guerra Mondiale, la rivolta di Varsavia (1º agosto – 2 ottobre 1944). Là l’insurrezione guidata dall’esercito nazionale polacco contro l’occupazione nazista fu lasciata sola e quindi ferocemente schiacciata nella consapevole indifferenza di Churchill, ufficialmente “protettore” dei polacchi, e dall’Armata rossa che attese la carneficina prima di “liberare” la città. A suggello della tragedia il

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Se cade Kobanê… L’attesa della Turchia tra Curdi “buoni” e “cattivi”

Mentre Kobani (nome curdo per la città di Ayn al-Arab) continua in queste ore a resistere all’assedio delle forze dell’ISIS il 3 ottobre il parlamento turco ha votato a larga maggioranza la mozione che autorizza il dispiegamento delle truppe turche oltre il confine siriano. Il tira e molla che da mesi vede impegnate le diplomazie statunitensi ed europee nel tentativo di coinvolgere la Turchia nelle operazioni militari contro l’ISIS sembrerebbe

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Il risultato non voluto della crisi irachena

Per l’ennesima volta si combatte in Iraq e le cancellerie occidentali sono in tensione, non per i morti o i profughi, ma perché il conflitto è pericolosamente vicino alle raffinerie di Irbil e Baiji e rischia di mettere in discussione i rifornimenti, le concessioni di sfruttamento, gli accordi siglati. Anche se l’Iraq ha minore importanza rispetto al passato come produttore e anche se i pozzi più importanti si trovano a

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Anche nelle miniere di carbone, il capitale divora la vita e l’energia di uomo e natura in nome del profitto

Miniera di carbone di Soma, provincia di Manisa in Turchia occidentale, a 250 km dalla capitale Istanbul. A 420 metri sottoterra, e a 4 km dall’uscita ci sono 787 minatori. È il cambio dei turni, verso mezzogiorno di martedì 13 maggio. Un difetto nel circuito elettrico provoca lo scoppio di un trasformatore, segue un incendio, l’esplosione causa un blackout, gli ascensori non funzionano più e bloccano i lavoratori in un

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Mobilitazioni degli operai del settore energetico in Turchia

Venerdì 18 aprile gli operai del settore energetico e i minatori di Yatağan nell’Anatolia sudoccidentale, di Yeniköy e Kemerköy nei pressi della capitale, in lotta da mesi contro il piano di privatizzazioni portato dal governo dell’AKP hanno dato il via all’occupazione delle centrali termoelettriche e delle miniere di carbone, bloccando la produzione e negando l’ingresso ai dirigenti e ai reparti delle forze dell’ordine inviati per abbattere le barricate costruite dagli

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Note sulla crisi politica turca alla vigilia delle elezioni amministrative

Le perquisizioni negli appartamenti abitati da studenti di sesso diverso (noto luogo di “prostituzione”, “corruzione” morale e naturale bacino di reclutamento da parte dei “terroristi comunisti” secondo Erdoğan), l’approvazione della legge che consente alle autorità di oscurare le informazioni pubblicate nei siti internet senza passare per l’approvazione di un tribunale, il farsesco blocco di Twitter (facilmente aggirato dagli utenti), il blocco di Youtube in queste ore, sono solo alcuni degli

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Bosnia, la lotta del proletariato travalica le divisioni etniche

Le rivolte che in questi giorni in Bosnia Herzegovina (BiH) hanno assunto un carattere insurrezionale sono partite da Tuzla, cuore industriale del Nord, con la lotta di lavoratori della fabbrica chimica DITA che da 14 mesi sono senza salario. Assieme a DITA nell’area sono collassate altre tre ex imprese di proprietà statale, che occupavano migliaia di lavoratori locali; ora a Tuzla sono centomila i disoccupati contro 80mila che hanno un

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Il regime siriano si rivolge ai curdi/Daily Tel: Quasi la metà dei ribelli siriani sono jihadisti

Daily Telegraph      130916   Siria: quasi la metà dei guerriglieri ribelli sono jihadisti o islamisti radicali, secondo il rapporto di IHS Jane’s –       Secondo un’analisi dell’agenzia di consulenza IHS Jane’s (che sarà pubblicata a fine settimana), le forze di opposizione al regime siriano sono circa 100 000, frammentate però in 1 000 bande; –       circa 10 000 jihadisti, compresi guerriglieri stranieri, legati a al-Qaeda; –       altri 30-35 000 sono islamisti radicali, che condividono le

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