Pubblichiamo questa lettera da Pavia, dove si è costituito il Comitato Disoccupati e Precari, un’iniziativa che affronta un problema sempre più diffuso. Ci auguriamo non resti una iniziativa isolata, e si arrivi a una rete nazionale di comitati di questo tipo. Occorre inoltre che disoccupati e precari abbiano l’appoggio attivo di lavoratori organizzati in sindacati, perché la condizione di disoccupato e precario fa parte della vita di ogni proletario – e una condizione permanente di una parte della classe proletaria -, e perché solo la solidarietà attiva dei lavoratori può dare forza a chi non possiede neppure l’arma dello sciopero.
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Il nuovo precariato di massa in Italia è quello dei voucher, i “buoni lavoro”, che ha sostanzialmente sostituito altri contratti di lavoro parasubordinato già esistenti – cococo, cocopro, finte partite IVA, ritenute d’acconto – offrendo soluzioni più flessibili e meno costose per le aziende, creando nuove sacche di precariato sfruttate da piccole aziende, cooperative “sociali”, etc., per abbattere il costo del lavoro con un sistema di pagamento poco costoso anche per le procedure burocratiche e amministrative.
Con l’introduzione dei voucher, la legge[1] ha sancito la liceità dei nuovi “working poor”, salariati che nonostante lavorino hanno un reddito che si aggira …