Taranto: condanne a chi lotta per il lavoro- Ma la lotta continua

Di seguito ripubblichiamo il comunicato dei disoccupati Slai Cobas -Taranto. Nonostante giornali e media continuino a ripetere le parole del governo sull’importanza del lavoro e la lotta alla disoccupazione, continuano ad essere colpiti con la repressione i movimenti organizzati di lotta per il lavoro. Il 23 ottobre a Taranto, città già martoriata dai disastri provocati dall’Ilva, nuovi arresti per i disoccupati organizzati. L’ennesimo processo politico per chi lotta quotidianamente per il diritto al lavoro, come a Napoli, dove a breve si terrà l’udienza del processo che condannava 35 disoccupati ad associazione a delinquere, incriminando la ventennale lotta per il lavoro dei precari BROS di delitti criminali, con un attacco politico senza precedenti. Solidarietà ai disoccupati in lotta di Taranto, a chi chiede lavoro il governo risponde con la repressione, a noi tocca rilanciare la lotta!

7 mesi e 5 mesi – non sono mesi di lavoro,
sono i mesi di reclusione comminati ieri dalla Giud. Romano ai Disoccupati
Organizzati Slai cobas di Taranto, Massimo Portacci (7 mesi) e a Francesco
Tagliente (5 mesi)

“Colpevoli” di cosa? Di lottare per il lavoro! Di non piegarsi a elemosinare un posto di lavoro al sindaco o all’assessore, al politico, alla malavita (che, come viene fuori dai recenti arresti, bellamente convivono); ma di organizzarsi insieme a tanti altri disoccupati e pretendere che i sepolcri imbiancati dei consigli comunali facciano qualcosa di utile, altrimenti è giusto occuparli, perchè in queste sale in cui le uniche grida si alzano per interessi di bottega da parte della maggioranza dei consiglieri e assessori, si senta con forza la voce e la protesta dei disoccupati.

La Giudice ha pronunciato la sentenza “in nome del popolo italiano”.

Ma di quale popolo!
Del popolo dei migliaia di disoccupati e disoccupate che non vedono alcuna
prospettiva di lavoro?
Del popolo dei lavoratori che a Taranto devono lavorare in appalti pubblici a miseri orari e retribuzioni in contrasto con la legge e i contratti? (su questo la magistratura non dice nulla? Eppure sono depositati decine di esposti dello slai cobas!)
Del popolo di chi ogni giorno perde il lavoro perchè i padroni per aumentare i loro profitti tagliano il costo del lavoro e i diritti)
Delle tante donne, ragazze madri che tremano anche per una febbre di un loro figlio perchè non hanno neanche soldi per le medicine?
ecc. ecc.

NON OSATE PARLARE E CONDANNARE CHI LOTTA “IN NOME DI QUESTO POPOLO”. Parlate del vostro popolo che a Taranto nega la salute, il lavoro, il futuro, la
vita. combattivo, prolungato.

MA LA REPRESSIONE NON PUO’ FERMARE LA PROTESTA!

I Disoccupati Organizzati Slai cobas continuano la lotta per il lavoro e il salario garantito e già domani saranno in presidio sotto palazzo di città.

E impugneranno questa vergognosa sentenza e già nei mesi scorsi hanno fatto loro la denuncia contro i Vigili e il sindaco per l’aggressione violenta contro i disoccupati del 22 maggio scorso, tra cui proprio Massimo e Francesco.

Disoccupati Organizzati Slai cobas – Taranto