UCRAINA ED EMIRATI ARMANO LE SANGUINARIE OPPOSTE FAZIONI NELLA TRAGEDIA SUDANESE

CHI L’AGGRESSORE, CHI LA VITTIMA?

Africa Express del 1° ottobre pubblica un articolo riguardante lo scontro tra frazioni militar-economiche in corso in Sudan dallo scorso 15 aprile, trasformatasi in breve tempo in guerra civile.

Pesantissime le conseguenze sulla popolazione nell’assordante silenzio della stampa occidentale: più di 4,7 milioni i sudanesi costretti a scappare, lasciando la propria casa, di cui 3,6 milioni gli sfollati interni, (dati Alto Commissariato delle Nazioni Unite, al 1° settembre 2023), migliaia di morti, uccisi da fame, pallottole e bombe lanciate da aerei e droni … forniti anche dall’Ucraina.

L’Ucraina interviene a sostegno di uno dei macellai, il generale Burhan, ex capo del governo istallato con un golpe militare, che è in lotta con il suo ex alleato ed ora avversario, il generale Hemedti, capo delle Rapid Support Forces (RSF). Forniscono armi e assistenza sanitaria a Burhan anche gli Emirati Arabi Uniti da una base in Ciad (notizia questa già diffusa lo scorso mese dal NYT).

«Alcuni filmati, effettuati con un aeromobile senza pilota, ottenuti dall’emittente statunitense [CNN] mostrano l’intervento ucraino.[1]  Due tipi di droni disponibili in commercio e ampiamente utilizzati dalle forze armate di Kiev contro i russi, sono stati lanciati in almeno otto attacchi in Sudan, con testo ucraino visibile sul controller del mezzo aereo.»

Abbiamo più volte denunciato il ruolo dell’attore-soldato-presidente ucraino Zelensky, che recita la parte del difensore della democrazia, della libertà dei valori cristiani, mentre in realtà porta avanti gli interessi di un manipolo di oligarchi, con le armi e i fondi ricevuti dai suoi alleati occidentali, dall’Europa agli Usa, reprimendo i lavoratori, cancellando i diritti civili e mandando al macello un’intera generazione di giovani, come del resto il suo avversario Putin.

Ora scopriamo che a centinaia di km di distanza armi ucraine (fornite dall’Occidente?) provocano centinaia di vittime, e tra questi i civili uomini, donne e bambini, falciati in attacchi deliberati mentre cercano cibo, acqua, medicine o una via di fuga.

È dallo scoppio della guerra in Ucraina che, in quanto internazionalisti rivoluzionari abbiamo condannato l’aggressione russa e al contempo sottolineato che sul suolo ucraino è in corso il confronto armato tra predoni imperialisti, fra il blocco Usa-UE e la Russia, sulla pelle della popolazione ucraina, dei soldati ucraini e russi usati come carne da cannone.

Abbiamo anche evidenziato che lo sfondo su cui si svolge la carneficina è quello del confronto globale a tutto campo, per il controllo di ogni angolo del pianeta, in primis l’Africa, in cui anche le potenze emergenti grandi e piccole cercano ricavarsi uno spazio di manovra indipendente.

Questa notizia dal “remoto” (rispetto alla consapevolezza delle persone comuni) Sudan lo conferma.

Che le pedine africane in azione sulla scacchiera africana non si muovano solo per ragioni interne è noto da temp.  Ad ogni crisi che scoppia in Africa, la domanda spontanea che si pone è: quali interessi esterni, quali potenze regionali e/o globali stanno manovrando e per cosa?

Dunque, perché Zelensky interviene in Sudan contro le RSF? Risposta, le RSF sono legate alla Russia cui hanno fornito abbondanza di oro, sono state addestrate dalla compagnia di mercenari Wagner che conduce sul terreno africano la politica estera di Putin.

La guerra tra potenze in Ucraina è dunque condotta anche su suolo africano.

Zelensky, la vittima, il democratico, il difensore di diritti umani ha gettato platealmente la maschera in Sudan.


[1] https://edition.cnn.com/videos/world/2023/09/20/exp-sudan-ukraine-russia-war-elbagir-092012pseg1-cnni-world.cnn

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