Valditara, quando l’obbedienza è una virtù

In occasione dell’anniversario della caduta del muro di Berlino, il neo ministro dell’Istruzione Valditara, ha inviato ai presidi delle scuole italiane scuole un “ripensamento storico”, da comunicare agli studenti,  che è un vero e proprio manifesto programmatico.

Nulla di nuovo nelle sue considerazioni, tutte già comparse e cavalcate dalla stampa filoamericana nel 1989: in sintesi afferma che la caduta del muro dimostra l’esito fallimentare del comunismo, definito, bontà sua, come “uno dei grandi protagonisti del ventesimo secolo”. Purtroppo, secondo lui, questa “utopia radicale” non è del tutto defunta perché la Cina si richiama ancora ad essa (sic !).

Ora è vero che la caduta del muro segnò il “collasso del sistema sovietico”, che di comunista aveva solo il nome, ma il muro fu la realizzazione fisica di una spartizione della Germania e dell’Europa che risale a Yalta, decisa da Stalin e dai “democratici” Roosevelt e Churchill.

Ma una ricostruzione storica corretta non interessa a Valditara. Come spesso fanno i politici, il neo ministro banalizza la storia in tre slogan a suo uso e consumo. E sottolineiamo che tuttavia nessun ministro dell’Istruzione finora si era permesso tanto!

Qual è il succo del suo messaggio? Il comunismo (parole sue) è un’utopia che proietta l’umanità “verso un futuro di uguaglianza, libertà, felicità”, ma nella sua realizzazione produce “persecuzioni, povertà, morte”, perché “La via verso il paradiso in terra si lastrica di milioni di cadaveri”.

Naturalmente anche qui fa gioco a Valditara dimenticare “i milioni di cadaveri” che due guerre mondiali hanno disseminato, guerre nate dalle contraddizioni del sistema capitalistico di cui tutto si può dire tranne che si richiami al comunismo. Gli fa comodo citare la rinnovata aggressività dell’impero sovietico, volutamente dimenticando che il modello di Putin sono gli zar, non certo Lenin,  e volutamente sottacendo che Putin è considerato un ideale dal suo capo Salvini. E si capisce che lo faccia, dovendo garantire per il fresco “neo atlantismo” della Meloni. Valditara è uno che fiuta il vento del successo, nasce politicamente con Alleanza Nazionale, flirta col Polo delle Libertà, si ricicla con Salvini e adesso corteggia la Meloni. Dopotutto lo ha scelto come ministro anche se alle elezioni non è stato eletto. Qualsiasi destra va bene, purché vincente.

Tutto questo per dire cosa ai giovani?

Siate entusiasti di vivere “nella nostra liberaldemocrazia” (citazione)! ? È il migliore dei mondi possibile! 

Non importa se la disoccupazione giovanile è alle stelle, se diplomati e laureati emigrano perché qui non hanno prospettive, se i giovani in stage muoiono in fabbrica come i loro padri! Rassegnatevi, non lottate per cambiare niente, questo è il meglio a cui potete aspirare. Abbiamo cercato di farvelo capire con il decreto anti-rave, che non serve per impedire lo sballo, ma per rendere molto difficile manifestare e lottare per studenti e lavoratori (cfr https://www.combat-coc.org/rave-party-o-cosa/). Adesso ve lo ribadiamo.

Non importa se un neonato immigrato muore di freddo in un nostro porto, continueremo a prendercela coi disperati delle Ong, per farvi sentire “protetti”, perché non vi accorgiate che il nemico è in casa nostra.

Non importa se mandiamo armi in Ucraina, alimentando non la prima ma certamente la più grave guerra europea, ma facendo felice Finmeccanica (che fra l’altro è ottimamente rappresentata dai suoi amici nel governo, da Crosetto a Calderone). E dopotutto anche Minniti ha fatto decreti sicurezza contro gli immigrati, anche il PD e dintorni sono per mandare le armi.

Siate obbedienti, siate grati, dice Valditara, non pensate, non abbiate sogni o speranze di cambiamento. Abbiamo istituito la “Giornata della libertà “ e abbiamo messo il nome “merito” al nostro Ministero per nobilitarci (magari voi non ci credete che ce lo meritiamo).

Accontentatevi!

Per chi volesse leggere l’originale del ministro

https://www.miur.gov.it/web/guest/-/lettera-del-ministro-valditara-agli-studenti-per-il-giorno-della-liberta-il-crollo-del-muro-ci-restitui-un-europa-libera-e-democratica-non-dimentich-1

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