BELLONE, Giuseppe

(Mortara, 1890 – Milano, 1973), impiegato, avvocato

 

Comunista dal ’21, a volte confuso con Virgilio, nelle elezioni dello stesso anno venne eletto deputato per il PCdI. Schierato con la Sinistra, dopo il congresso di Lione del 1926, venne espulso dal PCdI con gli altri due dirigenti della sezione novarese, Carlo Leonardi e Silvio Ramazzotti, su proposta del nuovo segretario della sezione Carlo Manzini: la sezione di Novara era rimasta sulle posizioni della Sinistra anche dopo la “bolscevizzazione”. Condannato a cinque anni di confino nel 1926, poi commutati in ammonizione. Subì dal regime l’obbligo di dimora a Busto Arsizio. Nel 1940 chiese la tessera del PNF in qualità di ex combattente; gli venne revocata l’anno successivo a causa dei suoi precedenti. Il suo nome fu inserito nell’“elenco nominativo dei comunisti noti a codesta Prefettura” risiedenti in provincia, chiesto il 18 novembre 1943 dal capitano Vornhem, comandante del presidio germanico di Varese, al Prefetto.

Il figlio Egildo (Livorno, 1918 – Viganella, 1945), ufficiale dell’Esercito, dopo l’8 settembre si unì ai partigiani garibaldini, vicecomandante della 83^ brigata Comoli – II Divisione Redi; cadde a Viganella l’11 aprile 1945.

 

FONTI: F. Giannantoni, Fascismo, guerra e società nella RSI, Franco Angeli, 1984

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