MONTALDI, Danilo

(Cremona, 1929 – Airole, 1975), traduttore

 

Dopo aver svolto attività clandestina nel 1944, aderì al PCI cui rimase iscritto fino al 1946, per poi allontanarsi in cerca di una linea di classe. Si avvicinò al PCInt, che aveva una sezione a Cremona diretta da BottaioliFerragni, ed approfondì le posizioni del gruppo francese Socialisme ou Barbarie, nato all’interno dell’opposizione trotskista francese nell’immediato dopoguerra ma staccatosi nel 1949 per divergenze sulla natura sociale dell’URSS, che SoB considerava capitalismo di stato con una forma sociale della classe dominante rappresentata dalla burocrazia. Dopo la scissione del 1952 Montaldi continuò a collaborare col troncone di «»Battaglia Comunista», nella convinzione della necessità dell’organizzazione basata sull’attività politica cosciente dei rivoluzionari, “dentro le esperienze di lotta, di vita, di rapporti sociali con la classe. L’elaborazione della teoria del partito viene intesa come sintesi del momento pratico, attivo, cosciente e antagonistico dell’esperienza diretta proletaria. Montaldi dirà che gli aderenti a questo partito devono essere dei militanti organici non al partito, ma alla classe”.
Collaborò alla stampa di partito («Battaglia Comunista, «Prometeo»), analizzò a fondo l’evoluzione e le linee di tendenza dei comportamenti sociali del proletariato urbano e rurale, teorizzò l’aggregazione, la formazione della coscienza  dal basso, dall’esperienza diretta nella lotta di classe. “In Montaldi la nozione di partito e di avanguardia viene collegata alla tradizione della Sinistra Comunista italiana, come momento di continuità con la vecchia sinistra, attraverso il lavoro di raccolta e di restituzione alla storia dei vari livelli di coscienza sociale, di tutte le voci culturali, sia sociali che politiche, di un arco eterogeneo di soggetti.
Montaldi ripropone, rinnovandolo a modo suo, il dibattito della Sinistra Comunista sulla traduzione in Occidente del leninismo, sulla costituzione del partito come scissione immanente alla classe. Ma il leninismo di Montaldi è tutto particolare. Stefano Merli ha parlato a questo proposito di «estremismo leninista»”.
Nel 1957 fu tra i promotori a Cremona del Gruppo di Unità Proletaria; un anno dopo iniziò a collaborare con Azione Comunista: scrisse su problematica del partito, lotte contadine, analisi della realtà francese.

Morì in circostanze mai chiarite in Val Roia.

Ci ha lasciato testi fondamentali di studio e analisi della condizione operaia, dell’immigrazione, della povertà, della Sinistra comunista: Milano, Corea. Inchiesta sugli immigrati, Feltrinelli, 1960; Autobiografie della leggera, Einaudi, 1961; Militanti politici di base, Einaudi, 1971; Korsch e i comunisti italiani. Contro un facile spirito di assimilazione, Samonà e Savelli, 1975; Saggio sulla politica comunista in Italia 1919-1970, Edizioni Quaderni piacentini, 1976; Bisogna sognare. Scritti 1952-1975, Colibrì Edizioni, 1994.

 

FONTI: Relazione di Arturo Peregalli al Dibattito su Danilo Montaldi organizzato dal Centro di Iniziativa Luca Rossi, Milano, 1° febbraio 1992

 

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