RIBOLDI, Ezio

(Vimercate, 1878 – Monza, 1965), avvocato

Fu sindaco socialista di Monza dal 1914. Dall’insediamento socialista nella sede municipale il Comune subì prepotenze e pressioni dalle autorità; durante le manifestazioni antimilitariste del maggio 1917 Riboldi intervenne a favore degli arrestati, protestò contro l’occupazione militare a cui era stata sottoposta la città e denunciò le guardie di città per i maltrattamenti inferti alle persone fermate, in prevalenza donne. Riboldi aveva proposto ai dirigenti del partito l’abbandono dell’incarico, per non correre il rischio di rendersi corresponsabile di una gestione impopolare e antisocialista. Ma nell’agosto 1917 la giunta, a causa del suo mancato appoggio alla guerra, venne sciolta d’autorità.

Eletto deputato socialista nel 1919, Riboldi fu uno dei “tre pellegrini di Mosca”, con Lazzari e Fabrizio Maffi, ovvero la delegazione socialista che incontrò Lenin per tentare una mediazione sull’espulsione dei riformisti dal partito. Riboldi aderì al PCdI nel 1924 coi “terzini”. Arrestato nel novembre 1926, venne condannato al confino (Pantelleria) e poi al carcere. Graziato nel 1933 per accoglimento della domanda della moglie, venne per questo espulso dal partito. Nel 1940 venne nuovamente confinato (Vasto Marina), poi collaborò a «La Verità» di Bombacci. Dopo la guerra collaborò alla stampa del PCI e, nel 1964, pubblicò il libro Vicende socialiste. Trent’anni di storia italiana nei ricordi di un deputato massimalista con le edizioni Azione Comune di Seniga.

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