TAMBURINI, Ernesto

(Castel Bolognese, 1883 – Innsbruck, 1971), macchinista delle Ferrovie, industriale

 

“Anarchico pericoloso”, membro del CC dello SFI, nel settembre 1920 a Fornaci di Barga (Lucca) dirottò dei carri merci nel raccordo di una fabbrica occupata dagli operai, scontrandosi duramente col capostazione fascista che cercava di imperdirlo. Processato, venne condannato a 3 anni, 11 mesi e 27 giorni di carcere, confermati dalla Corte di Assise due anni dopo (11 gennaio 1922). Sul processo e la solidarietà ricevuta scrisse una lettera su «In Marcia!» del luglio 1922. Licenziato, dopo la Marcia su Roma emigrò ad Innsbruck mantenendo i contatti con gli anarchici italiani. All’inizio degli anni Trenta si avvicinò al partito socialdemocratico austriaco, che gli affidò la direzione di un pastificio cooperativo. Arrestato nel febbraio 1934 dopo gli scontri di piazza tra socialdemocratici e polizia austriaca, venne scarcerato un mese dopo: virò decisamente verso il fascismo divenendo spia e delatore del regime. Ormai era un “grosso borghese”, secondo le parole del console, “distinto, elegante nel vestire, amante della vita comoda e delle belle donne, è quanto meno di proletario si possa immaginare”. In Tirolo agì in coppia con la spia Ermanno Menapace di Voghera, provocatore infiltrato nelle file antifasciste.

Nel 1946 il nome di Tamburini apparve nell’elenco dei confidenti dell’OVRA.

 

FONTI: «In Marcia!»; M. Canali, Le spie del Regime, Il Mulino, 2004.

Leave a Reply