CALDERARA, Giovanni “Frisé”

(Cossogno, 1897 – Parigi, 1984), muratore   Soldato dell’artiglieria da montagna durante la Prima Guerra Mondiale, fu comunista dal Ventuno. L’anno successivo per sfuggire alle persecuzioni fasciste emigrò in Francia e si stabilì prima nel Morbihan poi a Reims dove fu attivo nella CGT. Espulso dalla Francia nel 1925 a seguito delle sue attività sindacali, si rifugiò in Belgio, a Quaregnon, da dove, per gli stessi motivi, fu espulso nel

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BLOTTO, Vittorio Paolo

(Biella, 1867 – Boston, 1938), commerciante di vini   Emigrato negli Stati Uniti a 24 anni, impiantò una redditizia attività di commercio di vini. Anarchico antiorganizzatore, nel 1907 intervenne nel Galleani Defense Fund con una generosa sottoscrizione e gestendo la raccolta fondi che raggiunse i tremila dollari; ciò permise all’anarchico vercellese di uscire dal carcere. La cauzione fu poi restituita, sulla cattiva gestione dei fondi s’innescò una dura polemica di

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CHIONI, Carmelindo Viduglio “Emilio Vochini” “Burrasca”

(Montignoso, 1879 – New York, 1907), marmista   Nel 1896 fu fermato per propaganda in occasione del II anniversario dei moti del Carrarese; sospettato per l’aggressione al delegato di PS Salsano, fu poi condannato a 4 mesi perché ritenuto responsabile dello scoppio di un ordigno rudimentale. Sfuggito all’arresto emigrò negli Stati Uniti; da New York raggiunse Montpelier (Vermont) dove aderì alla folta comunità anarchica polemizzando duramente coi socialisti, da cui

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MUDA, Giovanni

(Bergamasco, 1882 – Savona, 1958), macchinista delle Ferrovie   Perseguitato dal fascismo, licenziato politico nel 1923 a Savona, fu costretto ad emigrare in varie parti del mondo. “La numerosa famiglia ne fu lo stimolo, le stive dei vapori furono il suo nascondiglio; l’Oltre Oceano fu la sua nuova patria come per Signorini [Camillo, anarchico, NdR] l’Oltralpe e per Del Magro l’Oriente. Ritornò e, come clandestino, fece i mestieri più abietti;

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MODUGNO, Nicola

(Andria, 1895 – 1958), bracciante.   Dirigente della Federazione socialista pugliese dal 1914, fu tra i maggiori esponenti dell’organizzazione proletaria di Andria e divenne segretario della Camera del Lavoro. Sostenne le posizioni della Frazione comunista astensionista, caldeggiando una immediata frattura col PSI e portando nella Federazione Giovanile pugliese l’affermazione delle tesi astensioniste contro la linea minoritaria elezionista espressa da Luigi Polano. Impaziente per la rottura col PSI, nel 1919 era

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FRANCHI, Socrate “Speranza” “Dino” “Franchini” “Mozzo”

(Prata, 1900 – Feynez, 1955), operaio siderurgico, muratore   Dall’età di 10 anni visse a Piombino. Anarchico a 15 anni, fu attivo nel biennio rosso. La sua compagna era Ines Jacometti (Piombino, 1900 – Feynes, 1969), figlia dell’anarchico piombinese Pilade. Arrestato il 26 maggio 1922 per “detenzione di bombe e rivoltelle”, processato, Franchi fu assolto per insufficienza di prove. All’inizio del 1923 emigrò a Lione. Frequentatore assiduo delle riunioni del

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VELLUCCI, Salvatore

(Elena, 1898 – ), capraio   Anarchico individualista, nel 1920 fondò a Gaeta con Giuseppe Vanni il Gruppo Anarchico “Spartaco”, attivo nelle manifestazioni pro Sacco e Vanzetti. Emigrato negli Stati Uniti divenne il principale esponente anarchico del “Circolo Volontà” di Brooklyn. Il 6 aprile 1930 venne gravemente ferito dopo il contradditorio Borghi-Vacirca nel salone della Cooper Union a New York. La polizia voleva arrestare Borghi (che riuscì a fuggire), nella

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BIELLI, Ettore

(San Paolo del Brasile, 1908 – Salerno, 1972), stuccatore.   Quando aveva due anni la sua famiglia fece ritorno in Italia. Aderente al PCdI, venne fermato il 1° maggio del 1924. Una segnalazione del 1930 della PolPol segnalò che  “il noto sovversivo Bielli Ettore, abitante Porta Metronio, 219 [Roma], esplicherebbe tuttora un’attività politicamente sospetta e pericolosa. Nella stessa venne precisato che “in questi ultimi tempi, però, egli aveva attenuata la

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CAMILLÒ, Giovanni “John”

(Maropati – 1897 – Somerville, 1944), ciabattino   Figlio di una famiglia di modestissime condizioni, frequentò i primi tre anni di elementari. Nel 1915 partì volontario nella Prima guerra, combatté sul fronte italiano (Gorizia, Caporetto) e sulle Argonne dove vide cose “da far rabbrividire anche i cuori più duri delle rupi”. Congedato nel 1920 era ormai un antimilitarista convinto. A cambiare la sua vita un incontro ad Ancona con Errico

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TABORELLI, Vittore “Vittorio”

(Civello, 1885 – Londra, 1966), cameriere   Originario del Comasco, fu molto attivo nel movimento anarchico e in particolare nel 1919-20. Lo stragista Giuseppe Mariani parlò di un “compagno della provincia di Como” che procurò “dieci cartucce di gelatina, due sacchetti di pirite, alcuni metri di miccia e alquanti detonanti”. Qualcuno ipotizzò che questa persona sconosciuta fosse Taborelli e lo collegò all’attentato alla Galleria milanese (7 settembre 1919) in cui

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