GILI, Argenite “Gilli Ergenite”

(Miagliano, 1896 – 1966), operaia   Secondogenita di dieci fratelli, entrò in fabbrica a 12 anni. Quattro anni dopo aderì alla FIGS e si attivò nella lega sindacale tessile; nel 1921 passò al PCdI. Licenziata nel 1926, andò in Russia con una delegazione di operai; trascorse alcuni anni all’estero, tra Russia e Francia. Il 10 luglio 1930 fu arrestata assieme a Camilla Ravera e Bruno Tosin nel noto episodio dell’imbarcadero

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BORTOLON, Pietro

(Saltrio, 1903 – …), carrettiere   Arrestato nel febbraio 1934 per propaganda comunista e associazione sovversiva in provincia di Varese, venne condannato a quattro anni di carcere; ne scontò due a Civitavecchia, poi venne scarcerato per amnistia. Nel frattempo rifiutò di associarsi alla domanda di grazia presentata dalla madre. Nell’aprile 1934 il fratello Severino (ex legionario fiumano, nel 36 sarà in Spagna) informò la polizia varesina di essere stato avvicinato

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SERENA, Vincenzo “Germoglio”

(Pinzano al Tagliamento, 1890 – 1953), manovale Comunista dal Ventuno, venne condannato al confino (Ponza). Rilasciato, emigrò in Belgio e in Francia dove aderì alla Frazione di Sinistra. Venne espulso da entrambi i paesi e iscritto nella Rubrica di frontiera. Tornato in Italia partecipò alla Resistenza (nome di battaglia “Germoglio”) come commissario politico del battaglione garibaldino  “Mario Buzzi” comandato dal figlio Spartaco “Agile”, posizionato alle casere del Ciaurlec e tra

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RAVIZZONI, Ercole “Rava”

(Torino, 1926 – 1947), autista   Nipote del militante PCInt Guglielmo Ravizzoni, “Rava” combatté in tre distinte brigate Garibaldi (la 54^, la 80^ “Peroglio”, la 103^). Morì a soli 21 anni per i postumi di sevizie subite dai nazifascisti.   FONTE: «Battaglia Comunista», 15-31 marzo 1947 FONTE IMMAGINE: Archivio Istoreto

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CEGNA, Augusto

(Matelica, 1896 – 1944), muratore, commerciante di tessuti   Al fronte durante la Prima guerra mondiale, diffuse il testo antimilitarista Fra contadini di Errico Malatesta, come scrisse  Giovanni Camillò allo stesso Malatesta. Passato al PCdI, venne schedato dal regime. Dopo l’8 settembre 1943 si collegò al movimento partigiano nelle Marche e rappresentò il PCI nel CLN di Matelica. Arrestato dai fascisti a Matelica il 23 marzo venne torturato e tre

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CLEMENTE, Carmelo

(Marineo, 1904 – Roma, 1954), barbiere Nel 1920 si spostò a Palermo, Milano, Torino dove entrò in contatto con il gruppo de «L’Ordine Nuovo»; aderì alla FGCdI inizialmente fu sulle posizioni della Sinistra, poi ebbe incarichi nel partito ormai bolscevizzato. Diresse la FGCdI lombarda dal 1927 all’aprile 1928 quando, a causa della caccia al sovversivo seguita all’attentato alla Fiera, fu costretto a riparare in Francia; il suo posto venne preso

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DOLFI, Agenore “Catena” “Vinio”

(Montecatini Valdinievole, 1900 – Appennino Tosco-Emiliano, 1944), idraulico   Socialista antimilitarista, passò al PCdI nel 1921; il partito lo inviò a Viareggio a dirigere la locale sezione. Arrestato e bastonato più volte, nel 1923 fu costretto a emigrare e raggiunse l’Argentina, dove fondò l’Alleanza Antifascista. Nel 1926 passò dalla “Sinistra” al “Centro”, allineatissimo all’Internazionale contro i sinistri e, più tardi, contro tutte le altre dissidenze, dai chispisti al gruppo di

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SENIGA, Giulio “Nino”

(Viglongo, 1916 – Milano, 1999), operaio Chi è Giulio Seniga? Pietro Secchia, di cui Seniga fu il braccio destro nel PCI, nel suo archivio lo definì un degenerato politico, un provocatore, un bandito, un avventuriero, un nemico del partito, un diffamatore, un ricattatore, un volgare malfattore, un ladro, un traditore, un calunniatore, un mascalzone, una canaglia, uno squilibrato, un disonesto, un megalomane, un losco. La credibilità di uno stalinista come

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JELMINI, Antonio “Fagno”

(Ferno, 1915 – 1990), operaio   Operaio della Caproni, fu attivissimo nella Resistenza nel Gallaratese e nella zona di Mezzomerico. Vice comandante della 102^ brigata Garibaldi, successivamente comandante della 127^ brigata Garibaldi (poi 181^) e della 1^ Brigata Lombarda della Montagna; diresse numerose azioni di sabotaggio e di prelevamento di armi, tra cui quella all’Isotta Fraschini di Cavaria dell’agosto 1944. I comandanti garibaldini del PCI lo controllarono a vista anche

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GRAZIANO, Antonio “Tony”

(Torino, 1902 – Coazzolo, 1944), tranviere   Torinese, caporal maggiore dei bersaglieri sbandato dopo l’8 settembre 1943, aderì in clandestinità ad uno dei primi nuclei del PCInt formatosi in Piemonte ad opera di Mario Acquaviva. Combatté nella IV Divisione partigiana Garibaldi, fu a capo di un distaccamento. Cadde in combattimento nell’Astigiano il 23 giugno 1944.   FONTI: «Prometeo» clandestino, 1944 FONTE IMMAGINE: Archivio Istoreto, fondo Associazione nazionale famiglie martiri e

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