PETRUZZI, Vito

(Putignano, 1899 – 1957), medico   Di famiglia agiata era figlio di Vincenzo (1867 – 1914), anch’egli medico e socialista, più volte sindaco tra l’Ottocento e il Novecento. Entrambi aderirono al PSI. Nel 1920, con il gruppo degli astensionisti baresi, Vito pubblicò «Sentinella Scarlatta». Nel 1928 emigrò in Belgio, un anno dopo entrò nel movimento di “Giustizia e Libertà”. Poi si stabilì a Nizza e dalla metà degli anni Trenta

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PAVAN, Alvise

(Treviso, 1903 – Fresnes, 1930), fattorino telegrafista   Nel 1919 fondò a Treviso il circolo giovanile repubblicano Fratti-Oberdan, con sede in vicolo Palestro. La notte del 12 luglio 1921 i fascisti attaccarono la sede repubblicana; dopo sei ore di scontri i repubblicani, comandati da Mozzoni e Dino Roberto, erano rimasti in venti, asserragliati nella sede, tra essi Pavan che sparava da una finestra e venne ferito all’avambraccio da una fucilata.

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MOSTI, Olimpio Titalion

(Pisa, 1850 – Highgate Hill, 1922), operaio   Repubblicano fervente oppositore della monarchia, il 24 marzo 1870 si trovava a Pavia in servizio militare come caporale al 42° Fanteria. Quando una sessantina di persone assalirono la caserma al grido di “Viva la Repubblica!” fu uno dei soldati che si rifiutò di sparare e dare ordini di repressione, solidarizzando con gli assalitori. I militari che appoggiarono i manifestanti fuggirono e si

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PIETRONI, Armando

(Ancona, 1883 – Chiasso, 1922), macchinista   Di famiglia repubblicana e repubblicano anch’esso, dal 1907 fece parte della CE della CdL di Ancona, e fu attivo nello SFI. Nel 1914 anche grazie al suo impulso il CE dello SFI si trasferì da Milano ad Ancona. Si gettò nella Settimana Rossa organizzando la partecipazione dei ferrovieri. Licenziato e amnistiato un anno dopo (1915) entrò nel CC dello SFI. Interventista, si arruolò

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RAVAZZOLI, Paolo “Lino”, “Santini”

(Stradella, 1894 – Parigi, 1940), operaio metallurgico   Figlio di un volontario garibaldino, si trasferì nel Novarese. Combattente nella prima guerra, nel 1920 s’iscrisse al PSI. Aderente alla Frazione comunista astensionista, nel 1921 partecipò alla fondazione del PCdI a Livorno, impegnandosi nel lavoro sindacale. Dal 1923 soggiornò a Mosca, poi a Parigi, da cui venne espulso nel 1925. Staccatosi dalla Sinistra entrò in stretti rapporti di collaborazione con Gramsci; al

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SCHIAVELLO, Ernesto

(Ponte di Legno, 1889 – Varese 1963), giornalista   Segretario della CdL in Valtellina (1910-1911), si trasferì a Milano dove organizzò gli operai tessili. Il 1° maggio 1912 a Tirano fu oratore ufficiale, interrotto sei volte dal delegato di polizia. Nel 1920 aderì alla “Circolare comunista” e venne eletto in consiglio comunale a Milano, assumendo la carica di vicesindaco. A settembre, nella riunione della direzione nazionale socialista pose la questione

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TULLI, Tullo

(Bergamo, 1903 – ?), pubblicista   Da studente fu attivo nel Gruppo Andrea Costa, formato da studenti bergamaschi rivoluzionari. Con l’avvento del fascismo subì numerosi arresti fino al 1930, quando emigrò a Parigi. Nel frattempo (1924) aveva aderito al PCdI col gruppo bergamasco degli ex popolari scissionisti (Partito Cristiano del Lavoro), guidato dal fratello Enrico e da Romano Cocchi, confluito nel PCdI coi “terzini”. Si affiliò alla NOI, l’opposizione trotskista, per

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WEICZEN, “VALIANI” Leo

(Fiume, 1909 – Milano, 1999), impiegato, giornalista Di famiglia ebraica, giovanissimo antifascista, tra il 1926 e il 1928 frequentò ambienti socialisti a Milano e Trieste e fu corrispondente del giornale socialdemocratico ungherese «Népszava». Nel 1928, mentre era confinato a Ponza, aderì al PCdI. Condannato a cinque anni di carcere, fuggì in Francia. Nel 1939 abbandonò il partito in quanto contrario al patto Hitler-Stalin ed aderì a GL. Allo scoppio della

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ROBERTO, Bernardino “Dino”

(Milano, 1886 – 1966), commesso viaggiatore   Orfano, cresciuto nei “Martinitt”, iscritto alla sezione milanese del PSI, fu poi interventista e si arruolò volontario. Combatté sul Carso, era alla Trincea delle Frasche a fianco di Corridoni il 23 ottobre 1915, giorno in cui il sindacalista cadde, e ne descrisse gli ultimi istanti di vita. Successivamente Roberto scrisse su «Il Popolo d’Italia», per poi staccarsi da Mussolini a aderire al Partito

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