«Falluja, le prove della strage al fosforo»

Intervista al giornalista di Rainews24, Sigfrido
Ranucci, autore dell’inchiesta. Tra i testimoni, il marine Jeffe
Engleart che ieri ha zittito il Pentagono
TOMMASO DI FRANCESCO
Non è la prima volta che con un servizio televisivo
Sigfrido Ranucci, 44 anni e dal 1999 redattore di RaiNews-24, provoca
un vero finimondo. E’ già accaduto recentemente con la pubblicazione di
un Rapporto dell’Eni che, sei mesi prima della guerra all’Iraq nel
marzo 2003, spiegava che le truppe italiane dovevano posizionarsi
nell’area petrolifera di Nassiriya. Stavolta ha scoperto la
documentazione sul mattatoio di Falluja nel novembre 2004 quando la
città venne martellata per giorni dai bombardamenti, aerei e di terra,
delle truppe occupanti americane. Un evento sanguinoso decisivo. Vale
la pena ricordare che la nostra Giuliana Sgrena tra i profughi di
Falluja, poco prima di essere rapita, cercava resoconti su quella
strage restata poi nel buio mediatico. Intanto il servizio di Ranucci,
andato in onda martedì, è stato ripreso da tutta la stampa mondiale e
dalle tv arabe Come hai ottenuto le immagini di quei corpi di
civili e combattenti bruciati e disidratati dall’esplosivo al fosforo e
che cosa hai provato?

Quando abbiamo visto i filmati siamo rimasti raccapricciati ovviamente
dal vedere questi corpi che erano fusi, con i vestiti invece
completamente intatti e ci siamo posti subito la domanda se dovevamo
fare un’inchiesta su questo materiale e se potevamo andare in onda con
questo materiale. Alla fine abbiamo deciso di sì perché, secondo noi,
la guerra la si può raccontare solo in questo modo. Io ho volutamente
chiuso l’inchiesta-reportage con le immagini della sparatoria da parte
degli americani sui resistenti iracheni che si vedeva attraverso il
monitor di un elicottero. Perché? Perché la percezione che ha oggi
l’Occidente, che abbiamo oggi noi della guerra è come di un gigantesco
videogioco fatto con bombe intelligenti. I corpi secondo noi avevano
qualcosa di sospetto, così li abbiamo fatti vedere ad alcuni periti,
esperti di terrorismo, e ci hanno detto che era forte il sospetto che
fossero state utilizzate armi non convenzionali o comunque degli
ordigni incendiari, ma non potevano rilasciarci una perizia scritta
sulla base di foto e filmati. Abbiamo mostrato gli stessi filmati anche
a militari che frequentano zone di guerra, soprattutto a quegli
apparati che vanno in zone dove si sono verificati determinati tipi di
attacchi. Appena li hanno visti hanno subito detto che alcuni erano
chiaramente corpi carbonizzati dal napalm e che altri portavano segni
evidenti dell’utilizzo di fosforo bianco. Chi visita il sito di
Rainews24 (www.rainews24.it)
e va a vedere l’inchiesta, vede che abbiamo pubblicato insieme le foto
dei morti del bombardamento di Dresda del 1945. Si vede chiaramente che
c’è una tremenda somiglianza tra quei resti che non sembra poiù nemmeno
umani. Ma come potevamo essere sicuri che questi corpi siano proprio di
Falluja? Ci sono fotografie che hanno numeri di matricola riportate nei
registri cimiteriali, che noi abbiamo pubblicato sempre sul sito,
redatti dalle autorità americane ad identificazione del corpo, quando è
stato possibile: ci dice dove è stato trovato e dove è stato sepolto.
Per noi era la sicurezza che quel corpo fosse stato trovato lì, per
esempio nel quartiere di Jolan piuttosto che in quello di Askari, i due
più colpiti.

Avete avuto testimonianze dirette da Falluja?

Sì, la seconda testimonianza importante è quella di persone di Falluja
che ci hanno detto di questa pioggia di fuoco che veniva dal cielo e
che colpiva le persone. Ce ne ha parlato direttamente Mohammed Tareq
Halderaji che racconta nel reportage comele persone hanno visto questa
pioggia di fuoco che veniva dal cielo e che colpiva tanti civili che
hanno cominciato ad incendiarsi mentre venivano a contatto con queste
sostanze. Ora c’è un Comitato dei diritti umani di Falluja che ha
coinvolto anche il Parlamento europeo. Poi dovevamo andare a cercare
qualcuno che stava materialmente a Falluja, ma dall’altra parte. Cioè
il punto di vista degli americani. Abbiamo coinvolto anche una ex
deputata laburista, Alice Mahaon, che ha chiesto al governo inglese se
era vero che gli americani avevano utilizzato armi tipo napalm. Il
ministero inglese aveva sempre smentito fino al 13 giugno 2005. Poi ha
chiesto scusa per la smentita ammettendo l’utilizzo da parte Usa
dell’MK77, la nuova versione del napalm. Per il Pentagono mai usata in
zone abitate da civili.

Negli Stati uniti, in Colorado, hai intervistato soldati americani
che ora sono contro la guerra ma che nel 2004 hanno combattuto a
Falluja…

Li abbiamo rintracciati via internet attraverso un blog, siamo stati
quaranta giorni per vincere la loro diffidenza. Uno dei due contatti,
quello con il nome in codice, definito soldato Engle – che mi è stato
passato da Mario Portanova, autore di un’inchiesta su Falluja
pubblicata da Diario,
fatta in maniera splendida – rimasto anonimo fino a quel momento, dopo
una quarantina di contatti ha avuto fiducia ed ha accettato di
incontrarmi. Lui è stato a Falluja nel novembre del 2004 e mi ha detto
che ha sentito con le sue orecchie l’ordine del comando americano di
utilizzato il fosforo bianco – nei codici militari viene chiamato Willie Pit.
A quel punto avevamo la testimonianza della delegazione irachena, i
corpi che mostravano dei segni particolari e la testimonianza del
marine. Sono allora andato a cercare i documenti filmati che i circuiti
internazionali avevano proposto a novembre e ho trovato il filmato di
questa pioggia di fuoco che viene scaraventata dagli elicotteri. Quando
ho visto che coincideva con la data che mi è stata detta dal marine,
abbiamo fatto vedere quella pioggia di fuoco a esperti militari che ci
hanno confermato che quello era fosforo bianco. Eravamo pronti con
l’inchiesta. E’ importante dire che il soldato è stato messo ieri
mattina a confronto in una intervista in tv con il Pentagono ed ha
confermato tutto. E il Pentagono ha annaspato. Il soldato si chiama
Jeff Engleart. Il Pentagono ha detto che smentiva l’utilizzo delle armi
chimiche anche se ancora non aveva visto il filmato di Rainews24.

Come reagirà il mondo musulmano?

Il mondo musulmano sa già cosa è successo a Falluja. Siamo noi ad avere
la percezione sbagliata della guerra. E io non mi ritengo l’autore di
uno scoop. La notizia del fosforo bianco era già uscita anche su Al
Jazeera sul Daily Mirror.
E’ accaduto che il Pentagono il 9 dicembre 2004 ha smentito le voci del
fosforo con una nota in cui diceva di aver utilizzato il fosforo solo
come traccianti, cioè «nell’uso che ne è consentito» Non è vero. Ci
sono gli estremi di un crimine di guerra dell’amministrazione Usa che
nel novembre 2004 per bombardare Falluja aspettò l’esito delle elezioni
presidenziali.

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