Dietro il piano Mattei: inquiniamo a casa loro

Dopo un anno di evocazioni finalmente Meloni ha presentato il Piano Mattei al Vertice Italia Africa tenutosi il 29 gennaio nell’aula del Senato italiano. E’ un Vertice che arriva buon ultimo dopo che Francia, Cina, Giappone Russia e Regno Unito hanno tenuto analoghi vertici nei mesi passati. Giovani e vecchie potenze tutte in corsa per accaparrarsi le risorse dell’Africa. L’Italia non è fra i primi neanche come potenziale. Al primo

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LA NUOVA CORSA ALL’AFRICA

La corsa all’Africa Se al centro del dibattito internazionale, in particolare in Europa c’è la guerra in Ucraina, il convitato di pietra di questa guerra è spesso l’Africa. Da un lato le ripercussioni più pesanti per quanto riguarda la carenza di cereali e fertilizzanti si sono avute in quel continente (con effetti devastanti sulle popolazioni). Dall’altro il taglio delle risorse naturali importate dalla Russia – gas, petrolio, minerali vari, grano

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Africa, un mercato climatico promettente

Sono molte le sfaccettature della “corsa all’Africa”, ultimo continente che, con il suo ancora basso livello medio di sviluppo capitalistico offre possibilità di espansione accelerata al Capitale globale. Qui le potenze si disputano preziose materie prime, risorse naturali, terre da coltivare. Qui i loro capitali, alla ricerca del massimo profitto, sgomitano per accaparrarsi investimenti lucrosi approfittando del forte fabbisogno di infrastrutture e di impianti di produzione manifatturiera, come pure della

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Niger e dintorni: Africa ribelle, Occidente in panne

Tendenza internazionalista rivoluzionaria Ancora una volta un grido di lotta che si ode in tutto il mondo viene dall’Africa – questa volta dall’Africa “nera” occidentale. Questo grido di lotta non è in nulla paragonabile, per potenza, estensione, protagonismo degli sfruttati, ai sommovimenti del 2011-2012 che percorsero in lungo e in largo come un’unica onda sismica l’intero mondo arabo, in Africa del nord e in Medio Oriente. Allora milioni di operai,

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Aiutiamoci in casa loro

L’Italia fascista aggredì l’Etiopia nel 1935, in barba alle sanzioni della Società delle Nazioni, per venire sconfitta dall’imperatore Hailé Selassié (armato dagli inglesi), non prima di avere perpetrato orrendi massacri di contadini, donne e bambini compresi. 88 anni dopo la nipotina dei gerarchi Giorgia Meloni torna nel grande paese del Corno d’Africa senza una parola di scuse per la violenza e i massacri del regime cui il suo partito si

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Situazione sociale in Eritrea

Premessa Nel 2013 Human Rights Watch intervistò alcuni profughi eritrei che avevano lavorato nel sito minerario di Bisha, a ovest di Asmara. Vi avevano lavorato come arruolati nel servizio militare obbligatorio a tempo indeterminato, ceduti a una impresa di stato eritrea, la   Segen, che a sua volta aveva fornito questa manodopera all’impresa canadese Nevsun Resources che stava iniziando uno sfruttamento intensivo del sito per estrarvi oro. Nel 2014 un team

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Guerra di classi in Etiopia

Dell’Etiopia si parla di recente solo per la fragile tregua che ha temporaneamente bloccato la guerra del Tigray, l’ennesimo conflitto nato dalle spinte centrifughe che hanno caratterizzato da sempre il paese. Spinte che hanno ragioni storiche e nascono dalla contraddizione fra l’esistenza fin dall’antichità nel Corno d’Africa di un impero, che ha cercato di tenere insieme popoli molto diversi fra loro per lingua, cultura e livello di sviluppo. Queste differenze

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Le condizioni di vita nel campo di Ali Hussein nel Corno d’Africa. Fonte: Oxfam

Migrazioni da, in e per il Corno d’Africa

Difficile trovare aggettivi non usurati, per descrivere le catastrofi umanitarie in Corno d’Africa. E le conseguenti migrazioni. La massa di migranti è passata da 3,5 milioni nel 2010 a 5,4 nel 2015 ai 6,2 milioni nel 2020, cioè un quarto dei migranti presenti in tutta l’Africa. La maggior parte abbandona il Corno d’Africa, ma molti ci arrivano, perché per quanto disgraziato sia un luogo, ce n’è spesso uno anche peggiore

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L’uso politico dell’ecologia

Dagli ampi studi scientifici di Marx, e in particolari da quelli riguardanti il rapporto – uomo-natura, l’ecologia, rileviamo qui alcuni punti fermi, utili a nostro avviso all’attuale dibattito sul cambiamento climatico. Punti di riferimento validi tanto nel caso che la tesi assunta sia che il cambiamento climatico in corso “è un prodotto dell’attività umana” oppure “un misto tra cicli ‘naturali’ e attività umana”, e sulle misure per contrastarlo. «L’universalità dell’uomo

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Etiopia, conflitto interno e di potenze

Pubblichiamo una scheda informativa sul conflitto interno all’Etiopia e sull’intervento delle potenze nella regione.Fonti: Bbc 12,14,15 nov. 2020/Al Jazeera, 11,12 nov. 2020/Amnesty International 12 nov. 2020/Quartz, 13 nov. 2020 Sulle relazioni Italia-Etiopia rimandiamo a questo articolo. Lo scontro tra il Partito al governo nella regione etiope ribelle del Tigrai (Nord Etiopia), il Fronte di Liberazione del Popolo del Tigrai (FLPT) (nota 1), e il governo federale etiope del primo ministro

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