Iraq, giornata di sangue:170 morti

Dodici
autobombe nella capitale e dintorni. Il leader di Al Qaeda rivendica e promette
nuovi attacchi

Zarqawi
minaccia, guerra totale contro gli sciiti
L´attentato più cruento si è verificato nel quartiere di
Kadhimiya, dove il primo settembre morirono mille persone

Dodici autobombe,
centosettanta morti, quasi trecento feriti. È il drammatico bollettino di una
delle giornate più violente vissute nella capitale irachena dalla caduta del
regime di Saddam Hussein: l´ennesima mattanza compiuta contro gli sciiti,
ancora una volta contro povera gente
. Di questa raffica di attentati, il più cruento è stato sferrato nel
quartiere di Kadhimiya, sulla sponda occidentale del Tigri. Lo stesso dove il
primo settembre scorso un falso allarme sulla presenza di un kamikaze provocò
la morte di mille persone che rimasero schiacciate nella calca.
L´attentatore suicida si è avvicinato a bordo di un
furgoncino carico di esplosivo a decine di manovali in attesa di essere
reclutati per la giornata. Li ha chiamati attorno a sé, come fosse lui stesso
un datore di lavoro, promettendo dodicimila dinari (circa sei euro) per otto
ore di fatica tra calce e cemento. Il combattente del "Battaglione
Malik", braccio iracheno di Al Qaeda, ha poi fatto detonare una carica di
duecento chili di tritolo. Erano le sette del mattino: l´esplosione ha falciato
la vita di centoquattordici iracheni. Erano tutti sciiti, quasi a dimostrare la
veridicità della minaccia lanciata dall´emiro di Bin Laden in Iraq, il giordano
Abu Musab al Zarqawi, che ieri su internet invitava alla guerra totale contro
gli "eretici" dell´Islam.
Quasi in concomitanza con questa
prima deflagrazione, una seconda autobomba è scoppiata nel distretto
nord-occidentale di Shula uccidendo una ventina di persone, tra le quali dieci
poliziotti. Anche stavolta, bersaglio dell´attentato era un obiettivo sciita:
lo scoppio è avvenuto di fronte a una moschea. Altri attacchi sono poi stati
sferrati nel quartiere di Huriya (undici civili uccisi), in quello di Adil (tre
soldati iracheni e tre civili uccisi) e nel distretto di Aadamiya (due
poliziotti uccisi). E ancora: dopo aver assaltato il convoglio sul quale
viaggiavano, un commando armato ha ucciso due guardie di sicurezza e tre
funzionari del ministero degli Interni. Quando sul luogo dell´agguato sono arrivati
rinforzi, lo scoppio di un´autobomba guidata da un kamikaze ha ferito altri
quattro poliziotti. Intanto, in diversi quartieri della capitale, quattro
autobombe sono esplose contro automezzi dell´esercito americano, provocando
almeno undici feriti tra i marines.
Infine, a Taji, una quindicina di chilometri a nord di Bagdad, un gruppo di
uomini travestiti da soldati ha fatto irruzione in diverse abitazioni
catturando diciassette uomini del clan dei Tameem. I prigionieri sono stati
bendati, ammanettati e trucidati a freddo in un´esecuzione nella piazza del
villaggio.

Nel messaggio audio diffuso ieri via internet, Zarqawi ha esortato i sunniti
iracheni a «uscire dal loro sonno», affermando che la guerra di sterminio
(contro gli sciiti) non si fermerà. Il terrorista giordano ha poi invitato i
dirigenti iracheni a lasciare la "zona verde" superprotetta di
Bagdad, dove si trovano le ambasciate, gli alberghi e i palazzi del potere,
«per affrontare i mujaheddin». Il suo proclama di "guerra totale"
contro i rafidha (nome spregiativo con cui vengono designati gli sciiti) fa
temere per quanto potrebbe accadere il 19 settembre a Karbala, dove è atteso un
milione di pellegrini per celebrare l´anniversario della nascita del Mahdi,
dodicesimo e ultimo imam sciita.
Le vittime di ieri si vanno ad aggiungere alle migliaia di civili iracheni
uccisi dopo l´intervento militare anglo-americano, nel marzo 2003: fra 24.712 e
27.963, secondo le ultime stime del sito internet dell´organizzazione irachena
Body Count.

 

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