Lo sciopero di Marsiglia colpisce spedizione e rifornimento petrolio del Mediterraneo/+ Figaro, Pensioni : i liceali entrano nel c

Francia, lotte, societa’
Wsws 101011

Lo sciopero di Marsiglia colpisce spedizione e rifornimento di petrolio del Mediterraneo

Pierre Mabut e Anthony Torres
+ Le Figaro    101011

Sondaggio pre-sciopero – Un terzo dei francesi appoggia lo sciopero rinnovabile

Hayat Gazzane
+ Le Figaro    101009
Pensioni : i liceali entrano nel conflitto

– Lo sciopero a Marsiglia di portuali e lavoratori del terminal contro i piani di tagli pensionistici e semi-privatizzazione delle strutture portuali

–  sta bloccando la spedizione e il rifornimento petrolifero.

o   Hanno un ruolo particolare i 224 operai del terminal Fos-Lavera di Marsiglia (centro per la trasbordo e raffinazione del greggio importato) che dovrebbe venire aperto a gruppi privati.

o   Sono in attesa di essere scaricati 53 navi, comprese 35 petroliere al largo di Marsiglia.

o   Sei delle 12 raffinerie francesi hanno ridotto la produzione,

o   questa settimana potrebbero doversi fermare 4 delle 6 raffinerie di Marsiglia, i terminal petroliferi di Fos-Lavera forniscono 6 raffinerie francesi; altre 4 sono fornite dall’oleodotto che passa da Lione e il basso Reno, nell’Est; assieme queste raffinerie rappresentano il 40% della capacità di raffinazione francese.

o   la Corsica è senza benzina; un portavoce di UFIP (industria petrochimica francese) prevede problemi nel S-E della Francia entro il 20 ott.

– Lo sciopero sta bloccando il commercio francese con il Nord Africa; quasi fermo il commercio con il Maghreb l’Algeria è il secondo maggior cliente del porto di Marsiglia.

– I funzionari del sindacato CGT propongono che i lavoratori accettino i cambiamenti di proprietà in cambio di concessioni sulle norme per il pensionamento anticipato,

o   la riforma contestata dai portuali stabilisce il diritto al pensionamento anticipato per lavori usuranti in 20 anni di lavoro fisico.

– Il leader CGT, Bernard Thibault, ha dichiarato che non intende utilizzare la minaccia di bloccare i porti per chiedere il ritiro dei tagli pensionistici: “il blocco del trasporto non è una cosa difficile da attuare, ma non rientra nella strategia del nostro sindacato”.

– Hanno scioperato per 10 giorni anche 4000 lavoratrici delle mense scolastiche di Marsiglia, 200 mense chiuse; il loro salario mensile iniziale è di €1000, la pensione che riceveranno sarà di €700.

– In sciopero dal 17 settembre per il salario i lavoratori dei supermercati Monoprix di Marsiglia; metà di essi lavorano ora a tempo parziale.

– Il 71% degli intervistati in un recente sondaggio IFOP-Paris Match ritiene “giustificato” la mobilitazione del 12 ott. contro la riforma pensionistica.

– il 75% delle donne è per la lotta (il dibattito è centrato sul problema della pensione per le madri che hanno smesso di lavorare), contro il 67% degli uomini; l’84% dei giovani 18-24 anni; il 55% degli ultra 65enni.

– A favore della lotta l’87% di impiegati ed operai; il 66% dei quadri superiori, il 56% dei pensionati.

– A favore della lotta l’87% dei salariati del settore pubblico, contro il 75% del privato, e il 51% degli autonomi;

– il 90% della sinistra e il 66% dei simpatizzanti UMP.

– Sondaggio Ipsos: 31% la mobilitazione contro la riforma pensionistica deve continuare “più di alcuni giorni”; il 17% per “alcuni giorni”; il 49% spera che gli scioperi termini presto,

o   ma non perché favorevoli alla riforma, ma perché non credono possa essere fermata dopo il voto favorevole dato dal senato.

o   Il 44% pensa che il movimento contro sarà di lunga durata, in particolare nei trasporti; il 36% che durerà solo per alcuni giorni dopo la mobilitazione del 12 ott.

– In alcune città di provincia francesi fino a 1500 partecipanti alle manifestazioni degli studenti superiori contro la riforma pensioni, in risposta all’appello di organizzazioni studentesche o politiche, o anche in modo spontaneo, con uso di SMS, Facebook, e blog vari.

o   1.500 à Rodez, 1.000 a Saint-Quentin, 900 a Valence, 800 a Auch, 700 a Verdun, 600 a Carcassonne ou Besançon, 500 a Caen, Périgueux, Calais ou Béziers, 300 a Angoulême, Lisieux o Saint-Omer, 250 a Toulouse, 150 a Mulhouse. Manifestazioni anche a Charleville-Mézières, Cherbourg, Boulogne-sur-Mer, Valence, Tarbes, Limoges, Sarlat, Ruelle, Nevers e Privas.

o   Secondo la maggiore organizzazione degli studenti medi, UNL, giovedì sarebbero stati contati 15 000 manifestanti, 150 gli istituti bloccati; secondo il ministero toccati solo 81 licei, l’1,88%.

o   Il consigliere sociale di Sarkozy ha definito “irresponsabile” il coinvolgimento nella lotta degli studenti, che si preoccupano per quanto capiterà loro nel 2050 o 2060, mentre sarebbe legittima la preoccupazione dei salariati.

o   Un rappresentante degli studenti: “Come si può accettare che si chieda ai salariati di lavorare più a lungo mentre decine di migliaia di giovani sono disoccupati, e l’età media di ingresso nel mercato del lavoro è di 27 anni?”

Le organizzazioni giovanili vicine al PS (UNL, UNEF, MJS e LMDE) prevedono una nuova giornata di lotta nazionale il prossimo giovedì, oltre al 12 e 16 ott. già organizzate dai sindacati dei salariati.

Wsws 101011

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Published by the International Committee of the Fourth International (ICFI)

Marseille strike hits Mediterranean shipping, oil supplies

By Pierre Mabut and Anthony Torres

11 October 2010

–   A strike against privatisation and pension cuts by dockers and terminal workers in the southern French port city of Marseille is blocking ships and energy supplies. The workers are fighting plans for pension cuts and a semi-privatisation of port facilities negotiated between employers, the CGT (General Confederation of Labour) union[e] and local government officials.

–   Fifty-three ships, including 35 petrol tankers, are currently laid up off Marseille, waiting to be discharged. A major role is being played by the 224 oil terminal workers at Fos-Lavera Marseille, an international centre for transshipment and refining for crude oil imports. Their section of the port is slated to be opened to private-sector firms.

–   The strike is also halting French trade with North Africa. The Algerian newspaper El Watan wrote: “According to Marfret, a maritime transport firm, trade with the Maghreb is almost completely stopped. The third-largest shipper in the world, Marseille-based CMA-CGM, has said it would ‘limit its stops at Marseille port en route to North Africa to one out of every five scheduled stops.’ Algeria is the second largest client of the Marseille port.”

–   Marseille port workers have been striking since July against the proposed changes in their status. The unions are maintaining long-standing divisions between the dockers and terminal workers; dockers strike on even-numbered days, while terminal workers strike on odd-numbered days. They also have been striking two days per month against President Nicolas Sarkozy’s pension cuts, with dockers and terminal workers striking on different days.

–   Since the summer, CGT officials have also ceased opposing victimization of workers over the choice of protective clothing worn in unloading areas. Workers have been sent to disciplinary councils over the issue―a new development in the ports.

–   CGT officials at the port are arguing for workers to accept the proposed legal changes, if there are concessions on early retirement rules. Currently, the “reform” states that workers must have 20 years of physical work on the docks to claim an early retirement for onerous working conditions―a condition opposed by port workers.

–   CGT leader Bernard Thibault’s recent statement made clear that the CGT has no intention of demanding a retraction of the cuts by using the threat of a blockade of the ports. He said: “The blocking of transport is not at all complicated; we know how to do that. But it is not our union[e] strategy.”

–   Nonetheless, the strike has already substantially disrupted oil supplies. Oil refineries at Marseille have been forced to reduce their operating rates. Six of the 12 French refineries have cut their output. Already the French Mediterranean island of Corsica has run dry of gasoline. Jean-Louis Schilansky, the spokesman for the French petro-chemical industry (UFIP), estimated that by October 20 in southeastern France, “We could have supply problems.”

–   In Marseille, four of the six oil refineries could stop production this week. The oil terminals at Fos-Lavera supply six refineries in France. Four other refineries are supplied by the European oil pipeline running through Lyon and the Bas-Rhin region in eastern France.

–   Taken together, these account for 40 percent of French refining capacity. As an emergency measure, the Environment and Energy Ministry has authorised fuel tankers to operate on Sundays throughout the French road network.

–   Gas oil futures on the Intercontinental exchange have risen 6 percent since the strike began. Spot gasoline prices in Europe have jumped 8 percent since the strike began on September 27.

–   According to Reuters, “Gasoline traders in the Mediterranean were struggling to meet long-term supply contracts to Africa and the Middle East.” Brent crude prices reached $85.29 a barrel and US crude went to $83.33 last week. A weak dollar, expectations of quantitative easing (that is, money-printing by the US Federal Reserve) and the shutdown of the Houston ship channel last week helped push oil prices to a five-month high.

The attitude of the port workers in Marseille is a sign of a rising working class anger and opposition to such austerity programs. The bill of law extending the minimum legal retirement age to 62 has been passed into law by the National Assembly and Senate.

–   Four thousand women school canteen workers in Marseille have been on strike for 10 days, closing over 200 canteens. They have a starting salary of €1000 a month, and have been lobbying parents to inform them of the paltry pension of €700 they will receive.

–   Check-out workers at Monoprix super markets in Marseille have been on strike since September 17 for a living wage. Half of workers are reduced to working part-time only.

–   Over 70 percent of those questioned in recent polls believe the fight against the cuts in pensions is just and should be deepened. The IFOP-Paris Match poll confirmed that in public support for the strikes: “There is no fall-off of support … and that includes all categories except sympathizers of the UMP,” (Union[e] for a Popular Movement) the ruling conservative party.

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Le Figaro        101011

Sondaggio pre-sciopero- Un tiers des Francais soutient la grève reconductible

Par Hayat Gazzane

10/10/2010 | Mise à jour : 16:29 Réactions (1552)

–   D’après un sondage Ipsos ce dimanche, 31% des Français estiment que les mobilisations doivent durer. Un sur deux pense que le mouvement est bien parti pour durer.

–   Si la mobilisation reste populaire, sa radicalisation divise les Français. D’après un sondage Ipsos pour Europe 1 publié ce samedi, un tiers d’entre eux (31%), souhaite que le mouvement reconductible qui doit débuter mardi dure «au-delà de quelques jours» et 17% veulent qu’il dure «quelques jours». A l’inverse, 49% des personnes interrogées espèrent que les grèves s’arrêteront «très rapidement» et 3% ne se prononcent pas.

–   Ces derniers résultats «ne témoignent pas pour autant d’un regain de soutien au projet gouvernemental», prévient Ipsos. «Ils traduisent plutôt un certain fatalisme après le vote par le Sénat du principal article de la réforme, ainsi que des craintes concernant les gênes qu’un tel mouvement pourrait occasionner».

–   Ils sont d’ailleurs 44% à penser que le mouvement aura une durée prolongée, notamment dans les transports ; 36% pensent qu’il va se poursuivre quelques jours après le 12 octobre et seulement 15% des sondés prévoient un arrêt rapide des mobilisations.

Les femmes et les jeunes plus impliqués

–   Sur le fond, les français sont massivement favorables à la mobilisation. Le sondage Ifop, publié ce dimanche dans Sud Ouest Dimanche montre que 71% des personnes interrogées estiment que le mouvement social de mardi contre la réforme des retraites est «justifié». «La légitimité accordée aux manifestations demeure à la fois très élevée et stable», commente l’Ifop, en référence aux résultats similaires obtenus avant les journées de mobilisation de septembre dernier.

–   L’Ifop note que les femmes «soutiennent davantage la mobilisation que les hommes (75% contre 67%), ce qui s’explique sans doute par la polarisation du débat ces jours derniers sur la question de la retraite pour les mères ayant interrompu leur carrière».

–   Les jeunes de 18-24 ans apportent aussi massivement leur soutien au mouvement. Ils sont 84% à le trouver justifié contre 55% des plus de 65 ans et plus.

–   Dans le détail, les catégories populaires, regroupant employés et ouvriers, sont à 87% favorables aux protestations, contre 66% des cadres supérieurs et 56% des retraités. De même, 87% des salariés du secteur public soutiennent la mobilisation contre 75% des salariés du privé et 51% des indépendants. Enfin, moins surprenant, les sympathisants de gauche sont à 90% favorables à la grogne alors que 66% des sympathisants UMP la trouvent injustifiée.

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Le Figaro        101009

Retraites : les lycéens entrent dans le conflit

Mots clés : Retraites, Lycéens, Manifestation, Rodez, Saint-Quentin, Carcassonne, Toulouse, Angoulême, Luc Chatel, Victor Colombani, Christiane Allain, UNL, FCPE

Par Bastien Hugues

08/10/2010 | Mise à jour : 20:00 Réactions (1245)

–   Si une centaine d’établissements seulement est touchée par les perturbations, certaines petites villes ont toutefois compté jusqu’à 1500 jeunes manifestants. Avec, déjà, plusieurs débordements à la clé.

–   1.500 à Rodez, 1.000 à Saint-Quentin, 900 à Valence, 800 à Auch, 700 à Verdun, 600 à Carcassonne ou Besançon, 500 à Caen, Périgueux, Calais ou Béziers, 300 à Angoulême, Lisieux ou Saint-Omer, 250 à Toulouse, 150 à Mulhouse. Manifestations également à Charleville-Mézières, Cherbourg, Boulogne-sur-Mer, Valence, Tarbes, Limoges, Sarlat, Ruelle, Nevers ou Privas…

–    En province, les lycéens ont décidé d’entrer dans la ronde contre la réforme des retraites. Plus ou moins importants en fonction des villes et des régions, les défilés se sont multipliés jeudi et vendredi, répondant à l’appel d’organisations lycéennes ou politiques, ou parfois de manière plus spontanée, à coups de SMS, Facebook et blogs.

–   Pour le moment, le ministère de l’Education assure que ces manifestations restent marginales. «Seuls 81 lycées, soit 1,88% des établissements, sont touchés par des perturbations», relative-t-on rue de Grenelle.

–   A l’inverse, l’UNL, première organisation lycéenne, assure avoir comptabilisé 15.000 jeunes mobilisés jeudi et recensé 150 blocages d’établissements. «La mobilisation lycéenne a pris un vrai tournant cette semaine», veut croire Victor Colombani, nouveau président de l’UNL.

–   «Totalement irresponsable»

Vendredi matin, le conseiller social de Nicolas Sarkozy, Raymond Soubie, a réagi en jugeant «totalement irresponsable» le fait que certaines organisations invitent les lycéens à manifester. «Que penserait-on de manifestations dans lesquelles il y a des salariés très légitimement préoccupés par le problème de leur retraite, et des jeunes garçons et des jeunes filles de 15 ans qui manifesteraient parce qu’ils sont inquiets sur ce qui se passera en 2050 ou 2060 ?», s’est-il interrogé sur RTL. Dans un communiqué, le ministre de l’Education nationale, Luc Chatel, a également dénoncé «l’irresponsabilité de tous ceux qui mettent les lycéens en danger en les appelant à participer à des actions qui risquent de dégénérer».

–   «Il s’agit de notre avenir, répond Victor Colombani. Comment comprendre le fait qu’on demande aux salariés de travailler plus longtemps, alors que des dizaines de milliers de jeunes sont au chômage, et que l’âge moyen d’entrée sur le marché du travail est aujourd’hui de 27 ans ?» Contactée par lefigaro.fr, Christiane Allain, présidente de la FCPE (première fédération de parents d’élèves, classée à gauche), dit «soutenir» les lycéens qui souhaitent manifester contre la réforme des retraites, «tant que cela est fait de manière responsable». «Dès que les lycéens organisent des manifestations, on dit qu’ils sont influencés et manipulés. Il faut arrêter avec cela : la grande majorité des lycéens sont des jeunes responsables. Laissons-les apprendre la démocratie !»

Premiers débordements

–   Des débordements n’ont toutefois pas tardé à survenir dans plusieurs villes. A Bonneville, en Haute-Savoie, deux lycéennes ont été brûlées au visage vendredi, dont une sérieusement, à l’allumage d’un tonneau rempli de matière inflammable, vraisemblablement «amené pour faire de la fumée» selon plusieurs témoins. A Saint-Quentin, dans l’Aisne, trois policiers habillés en civil ont été blessés vendredi matin. L’un d’eux a été roué de coups, tandis qu’une bagarre entre jeunes manifestants a éclaté en centre-ville. La veille, une première manifestation avait déjà dégénéré, les policiers ayant dû utiliser des bombes lacrymogènes pour riposter à des jets de projectiles.

A Angoulême, deux jeunes majeurs de 18 ans et un mineur de 16 ans ont été interpellés vendredi matin, après qu’une trentaine de jeunes eurent pénétré de force dans un lycée de la ville, commettant des dégradations dans le restaurant scolaire et endommageant un véhicule à l’extérieur de l’établissement. Les trois jeunes interpellés devraient être poursuivis pour délit d’intrusion, troubles à l’ordre public et dégradations.

Pendant ce temps, réunies au sein d’un collectif «jeunes retraites», les organisations de jeunesse proches du Parti socialiste (UNL, UNEF, MJS et LMDE) envisageraient déjà une nouvelle journée d’action nationale jeudi prochain, en plus des journées du 12 et du 16 octobre déjà planifiées par les syndicats de salariés.

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