Vietnam: PouYuen licenzia quasi 2.800 lavoratori

Pubblichiamo la nostra traduzione del prezioso bollettino Vietnam Labour Update di Joe Buckley, che ci fornisce una cronaca settimanale delle vicende relative alla classe lavoratrice del Vietnam, quasi completamente ignorata in Italia anche se molto più numerosa di quella italiana. Vi troviamo soprattutto notizie sulle maggiori concentrazioni operaie in fabbriche a capitale straniero (soprattutto Giappone, Corea, Taiwan, Cina, USA) nelle quali i lavoratori hanno maggiori possibilità di organizzazione e di lotta, anche se inquadrati nel sindacato di stato, oltre a notizie sul sistema previdenziale, sulla legislazione del lavoro, sulle privatizzazioni, ecc.

L’eroica guerra di liberazione nazionale dei vietnamiti prima contro i francesi, poi contro gli americani, che vi hanno subito la loro prima grande sconfitta, ha portato all’unificazione del mercato nazionale, cui è seguito il passaggio da un capitalismo di stato a un capitalismo sempre più privato e aperto al mercato mondiale e ai capitali internazionali, ai quali offre una forza lavoro a buon mercato e relativamente istruita. I nipoti dei contadini che lottarono contro gli americani sono operai in fabbriche a capitale giapponese, cinese, coreano, americano. Anche in Vietnam stanno maturando le condizioni oggettive per la lotta internazionalista contro il capitalismo, per una società senza classi, a fianco degli altri reparti nazionali della nostra classe.

PouYuen licenzia quasi 2.800 lavoratori.

La fabbrica di scarpe PouYuen (nel distretto di Binh Tan, Ho Chi Minh City), la più grande fabbrica del Vietnam, ha licenziato 2.786 lavoratori a causa del COVID-19. La compagnia afferma che gli ordinativi non si sono ripresi abbastanza per il III e IV trimestre, quindi sono necessari licenziamenti. Dei lavoratori licenziati, 2.321 (83%) sono donne, mentre 465 (17%) sono uomini.

Per un rapporto in inglese, vedere VN Express International.

L’azienda impiega oltre 60.000 lavoratori. Inizialmente avevano pianificato di ridurre la forza lavoro di 6.000, ma alla fine hanno optato per la metà. Secondo la legge, i lavoratori con contratto a tempo indeterminato devono avere un preavviso di 45 giorni dal loro licenziamento; l’annuncio è stato fatto il 20 giugno, il che significa che i lavoratori saranno ancora pagati fino al 5 agosto, ma non dovranno più recarsi al lavoro. La società sta inoltre pagando un TFR superiore a quello richiesto dalla legge; un mese di stipendio per ogni anno lavorato. Alcuni dei lavoratori licenziati hanno un’anzianità di circa 20 anni, quindi riceveranno pagamenti significativi. PouYuen non ha alcun debito di previdenza sociale, quindi i lavoratori non dovrebbero avere alcun problema al riguardo.

La fabbrica di PouYuen è stata fondata nel 1996. Appartiene alla gigantesca Pou Chen Corporation di Taiwan, il più grande produttore di calzature del mondo. Ha fabbriche in Bangladesh, Cambogia, Cina, Indonesia, Myanmar e Vietnam. Nel solo Vietnam, la Corporation ha 8 fabbriche di calzature, tra cui PouYuen, e diverse altre filiali e joint venture. Nell’aprile di quest’anno, PouYuen è stato costretto a chiudere per 2 giorni a causa del mancato rispetto delle misure di sicurezza. Successivamente hanno fornito i DPI ai lavoratori e stabilito turni alternati.

PouYuen è stato un importante sito sindacalizzato in passato ed ha visto numerosi scioperi. I lavoratori di PouYuen sono stati coinvolti nelle proteste e rivolte anti-cinesi del 2014, sono stati al centro dello sciopero delle assicurazioni sociali del 2015 e hanno scioperato nel 2018 per protestare contro la legge sulle zone economiche speciali.

La notizia sembra confermare quanto profondamente il COVID-19 stia influenzando la produzione e l’occupazione in Vietnam. Le Quang Trung, ex vicedirettore del Dipartimento del lavoro MOLISA, ha dichiarato che ogni mese circa 80.000 lavoratori, precedentemente licenziati, stanno tornando al lavoro, ma che comunque gli effetti del COVID-19 sul mercato del lavoro dureranno a lungo, a causa delle difficoltà di approvvigionamento delle materie prime e della mancanza di ordini. Ci si aspetta che molte più imprese licenzino un gran numero di lavoratori, in particolare nella produzione e nei servizi delle catene di fornitura che sono state colpite dall’epidemia.

Pouyuen – e Pou Chen Corporation – tuttavia, si riprenderanno, poiché hanno abbastanza capitale per resistere alla tempesta. Molte piccole e medie imprese probabilmente crolleranno e, di conseguenza, le società giganti, come Pou Chen, diventeranno più forti e domineranno ancora di più il mercato. A medio-lungo termine, ciò può effettivamente aiutare a rafforzare il potere dei lavoratori; vedere un breve scambio di Twitter che ho avuto con Ashok Kumar, l’autore di un libro intitolato Monopsony Capitalism.

91 scioperi nei primi 5 mesi del 2020.

Questo registra il rapporto del VGCL (Vietnam General Confederation of Labour, l’unico sindacato di Stato) nei primi 6 mesi dell’anno ed un aumento di 25 rispetto al 2019. I lavoratori hanno scioperato per chiedere diritti e benefici in risposta alla chiusura o alla sospensione delle attività delle imprese a causa del COVID-19; altre ragioni per gli scioperi sono le rivendicazioni di livelli salariali e benefit più alti, specialmente attorno al Tet, o la lentezza dei pagamenti. Il VGCL riporta che, fino alla fine di aprile, 5.681 imprese e 1.310 unità private non commerciali hanno cessato, sospeso o ridotto le attività, lasciando a casa 461.000 lavoratori.

Il 2011 è stato il punto più alto per gli scioperi in Vietnam, con poco meno di 1.000 registrati (per una breve analisi, vedi questo articolo in inglese di Kaxton Siu, scritto all’epoca). Gli scioperi registrati sono poi gradualmente diminuiti a circa 300 all’anno, fino al 2018 con 214 scioperi. Questi sono poi sostanzialmente diminuiti di nuovo nel 2019 a 121 scioperi. L’aumento registrato per i primi 5 mesi del 2020, quindi, è da una base bassa.

Disoccupati vendono i propri libri di previdenza sociale per sopravvivere.

Un certo numero di persone sta impegnando i propri libri di previdenza sociale, consentendo a qualcun altro di raccogliere i risparmi accumulati in cambio di un pagamento immediato, poiché si trovano disoccupati a causa del COVID-19 e hanno un disperato bisogno di denaro. Alcuni speculatori stanno sfruttando la crisi, creando pagine Facebook per invogliare i lavoratori a vendere i loro libri di previdenza sociale. Hanno creato anche una falsa pagina ufficiale dell’assicurazione sociale del Vietnam, chiedendo ai lavoratori di compilare dei documenti, dando così il proprio consenso all’acquirente di riscuotere i pagamenti dell’assicurazione sociale. Dinh Thi Thu Hien, vicedirettore del dipartimento per l’attuazione delle politiche di previdenza sociale del Vietnam, ha dichiarato che questo è illegale e sarà severamente punito. Gli uffici locali di previdenza sociale sono stati invitati ad avvertire le persone della truffa, nonché a scoprire e segnalare i casi.

L’articolo menziona anche il problema delle persone che scelgono di anticipare la loro assicurazione sociale in un’unica somma forfettaria, avvertendo anche contro questa pratica. Fino a giugno di quest’anno, 353.616 persone avevano ritirato la loro previdenza sociale in questo modo, con un importo pagato di 13.154,7 miliardi di dong. Dao Viet Anh, vicedirettore generale delle assicurazioni sociali del Vietnam, e Bui Sy Loi, vicepresidente della commissione per le questioni sociali dell’Assemblea nazionale, affermano che i lavoratori non dovrebbero farlo poiché potrebbero aver bisogno di un sostegno finanziario in futuro.

21 GIUGNO: 95a Giornata della Stampa Rivoluzionaria del Vietnam.

Tran Thanh Hai, uno dei Vice Presidenti della VGCL, ha dichiarato che la stampa che fa parte della struttura VGCL (come i giornali Lao Dong e Nguoi Lao Dong) hanno un ruolo importante nell’aiutare la società a comprendere il ruolo del VGCL e nel diffondere la missione di proteggere i diritti e gli interessi dei lavoratori.

Newsletter del progetto ENHANCE.

La settima newsletter del progetto ENHANCE è ora disponibile sul sito web dell’ILO (International Labour Organization, disponibile in inglese). ENHANCE è un’iniziativa dell’ILO che mira a prevenire e ridurre il lavoro minorile.