BUSCEMI, Giovanni “Vanni Montana”

(Mazara del Vallo, 1902 – New York, 1991), Agente OSS

 

Vanni Montana e Robert Kennedy, cui Montana aveva fatto propaganda nella comunità italo-americana per l’elezione a senatore

Aderì appena quindicenne alla FIGS, nel ’21 passò alla FGCdI. Arrestato nel marzo 1923 a Ventimiglia mentre cercava di passare illegalmente il confine, stipulò il compromesso divenendo confidente della polizia fascista con importanti e immediate rivelazioni tra cui il cifrario usato dalle organizzazioni regionali per comunicare tra loro. Inviato all’estero, a Parigi e in Belgio, nel 1928 improvvisamente emigrò negli Stati Uniti; qui svolse attività sindacale, redattore dei quotidiani antifascisti «Il Nuovo Mondo» e «La Stampa Libera», partecipò a varie iniziative politiche e sindacali anticomuniste e divenne membro della giunta della Mazzini Society assieme a Carlo Tresca, ucciso l’11 gennaio 1943 dalla mafia (Montana sarà tra coloro che accuseranno invece lo stalinista Vidali come autore dell’assassinio dell’anarchico sulmonese). Negli anni della seconda guerra divenne collaboratore dell’Office of Strategic Service (OSS), il servizio segreto statunitense precursore della CIA. In tale veste tornò in Italia nel 1944/45. Ebbe un incontro con Bordiga che così descrisse: “Bordiga, figura di assoluta integrità, per ripetere quel che una volta mi disse Graziadei, resta nella storia del comunismo italiano col … difetto dell’“uomo serio fra tanti buffoni e ciarlatani”. Nell’agosto del 1944, trovandomi a Roma con Antonini poco dopo l’ingresso degli americani – la città era al buio, affamata – una curiosità suscitata dai ricordi giovanili mi fece cercare Amadeo Bordiga. Un giovane socialista di gran nome [Matteo Matteotti, militante di Bandiera Rossa, NdR], mi disse: «Vuoi vederlo? Te lo faccio vedere». E così lo incontrai. Era rimasto lo stesso del 1921, però con l’aspetto fisico molto meno teso di allora. Non volle nessun aiuto, neanche un caffè. Si ricordava di me, di un articolo che verso il 1921 avevo scritto sull’occupazione, da me capeggiata, del feudo Zafferana nelle vicinanze di Mazara del Vallo in Sicilia”.

In stretto contatto con Silone ed altri esponenti dell’anticomunismo italiano, Buscemi nel 1947 dagli USA sponsorizzò la scissione di Palazzo Barberini. Scrisse Amarostico, un’autobiografia.

 

FONTI: «Critica Sociale», 5 settembre 1970; G. Buscemi, Amarostico, Bastogi, 1975

FONTE IMMAGINE: http://pinum.blogspot.com/2009/10/vanni-buscemi-montana.html

 

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