MODUGNO, Nicola

(Andria, 1895 – 1958), bracciante.

 

Dirigente della Federazione socialista pugliese dal 1914, fu tra i maggiori esponenti dell’organizzazione proletaria di Andria e divenne segretario della Camera del Lavoro. Sostenne le posizioni della Frazione comunista astensionista, caldeggiando una immediata frattura col PSI e portando nella Federazione Giovanile pugliese l’affermazione delle tesi astensioniste contro la linea minoritaria elezionista espressa da Luigi Polano. Impaziente per la rottura col PSI, nel 1919 era ancora schierato con la frazione comunista astensionista e contrario ad alleanze con anarchici e sindacalisti, ma subito dopo si staccò dai comunisti aderendo all’Unione sindacale italiana e all’anarchismo. “Andava a Torino e ipso facto diventava sindacalista […]. Tornato da Torino, mediante la colletta degli amici comunisti, cercava di scalzare dalla Camera del Lavoro di Andria il comunista Palmieri, alleandosi coi riformisti e sobillando i contadini: ottenuto il mandarinato, che agognava non per la difesa dei lavoratori, ma per esimersi dal lavoro di agricoltore che ormai sdegnava perché diventato uomo di lettere, mentre cianciava di intransigenza, di anarchia, di azione diretta, si alleava ai riformisti del Comune e ai confederalisti delle cooperative, per le elezioni, combattendo ad
oltranza i comunisti coll’allarmismo, la maldicenza e la calunnia”. [Smascheriamo i buffoni, «Il Soviet», 4 febbraio 1922].

Arrestato nel 1922 per concorso in omicidio (poi assolto), Modugno poi si trasferì a Milano. Tentò con Giovannetti di mantenere in vita clandestinamente l’USI. Nel 1927 venne arrestato, denunciato al Tribunale speciale con l’imputazione di “concorso in insurrezione armata contro i poteri dello stato” e condannato a quindici anni di reclusione. Liberato nel 1935 dal carcere di Civitavecchia per amnistia, un anno dopo venne fermato al confine mentre tentava di espatriare in Svizzera per raggiungere la Spagna e combattere nelle milizie rosse; venne condannato al confino (Ponza, Pisticci). Da Pisticci inviò una supplica a Mussolini che accolse il ravvedimento liberandolo.

Nel 1944 aderì alla CGL rossa.

 

FONTI: D. De Donno, Il lungo biennio rosso dei giovani socialisti meridionali, «Progressus» n. 2, 2020.

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