Assia – il parlamento regionale (Landtag) vara una legge per il salvataggio di Opel + Baden-Wurtt (Faz)

Die Welt        081119

Assia – il parlamento regionale (Landtag) vara una legge per il salvataggio di Opel

– Il parlamento dell’Assia ha approvato una legge per il salvataggio di Opel e dell’industria di componentistica della regione; le garanzie regionali sono state fissate a €300-500 mn.

– Fino alla primavera 2009 in Assia vige un bilancio d’emergenza, causa la difficile situazione politica del Land, il cui parlamento si dimette ora, dato che i cinque partiti rappresentati non sono stati in grado di formare un governo.

– come lo Stato federale e altri Land, anche l’Assia è favorevole alla garanzia federale di €1MD richiesta da Opel, per la quale si deciderà a Natale.

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Die Welt        081120

Unione CDU-CSU: l’ala “economica” ne ha piene le tasche

Mariam Lau e Dorothea Siems

●    Attriti all’interno dell’Unione CDU-CSU sugli aiuti per Opel e sul pacchetto congiunturale

o   critiche alla Merkel da parte del suo ministro dell’Economia (CSU), Glos, e forte opposizione alla sua linea da parte dell’ala “economica” della CDU:

o   Fuchs, rappresentante CDU PMI: se lo Stato aiuta ora Opel, non si potrà dire di no alle altre imprese, fallirebbe l’obiettivo del risanamento del bilancio statale.

o   Anche l’eliminazione temporanea delle imposte per l’acquisto di una nuova auto, misura prevista nel programma congiunturale sarebbe solo uno sperpero di denaro.

– Da tempo Cancelleria e vertici CDU hanno assegnato la priorità al risanamento di bilancio, e negato la possibilità di ridurre le imposte.

Con la crisi, e in vista delle elezioni parlamentari 2009, la CDU ha cambiato rotta, parola d’ordine la promozione della dinamica economica, l’introduzione di una “flexicurity secondo il modello danese, che leghi la flessibilità d’impresa alla sicurezza per i lavoratori;

si chiede che i lavoratori che hanno sempre lavorato a tempo pieno ricevano una pensione sopra la soglia di povertà, legata ai bisogni e finanziata dalle imposte.

La CDU è contro il dumping salariale, per un “reddito minimo”, il noto modello del “salario combinato” in opposizione ad un salario minimo.

Nel congresso di dicembre presenterà un progetto di riduzione delle imposte, che abbia come risultato l’aumento del reddito netto; propone una riforma delle imposte sul reddito, che porti alla separazione dei redditi tra coniugi, alla riduzione della progressione fiscale per i redditi medi; alla deducibilità delle assicurazioni per l’assistenza sanitaria e per gli anziani.

– Irritazione per i piani fiscali della CDU da parte della CSU, che imputa i risultati elettorali negativi ottenuti la scorsa estate in Baviera al mancato sostegno CDU alle sue proposte di sgravi fiscali;

Per i liberali del FLP la critica CSU alla consorella sarebbe un’espressione di sfiducia verso la Grosse Koalition (SPD-Union CDU-CSU).
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Faz      081121

Banca regionale del Baden-Württemberg – Canterò le lodi di coloro da cui prendo il denaro

Rüdiger Soldt

●    Gli aiuti pubblici per il settore auto sono in contrapposizione a quelli per le PMI, anche per il Baden-Württemberg.

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– L’aiuto all’auto e alla componentistica è divenuto prioritario rispetto al pareggio di bilancio anche per il Baden-Württemberg, che rappresenta il 16% del commercio estero tedesco, e che ospita tre produttori auto (Daimler, Audi e Porsche); già nei primi anni ’90 si era previsto il crollo della produzione auto.

– AI Land si chiede ora di contribuire con circa €1,5MD all’aumento di €5MD della quota del capitale della banca regionale LBBW, di cui per possiede quasi il 40%, dal 7,3 al 10%; LBBW sarà il più importante strumento di aiuto.

o   A seguito della crisi finanziaria, smentite prognosi e speranze di soli due mesi fa’, quando per la prima volta in 35 anni il Land del Baden-Württemberg aveva annunciato di non avere nuovi debiti, grazie alle forti entrate fiscali.

– Il primo ministro ha cercato una soluzione con gli altri proprietari (Casse di risparmio e città di Stoccarda: l’aumento di capitale di LBBW deve essere fatto con denaro del Land o della Federazione tedesca?

o   CDU, SPD e FDP: devono pagare il Land e gli altri proprietari, così mantengono la propria influenza politica, anche in vista di una possibile fusione con la banca regionale bavarese.

o   Contrari i “politici dell’ordine”, ma anche i Verdi e il presidente delle Casse di risparmio: ci sarebbero problemi per il consenso UE; sarebbe sottratto capitale alle Casse di Risparmio, che serve per il finanziamento delle PMI.

o   Come ricompensa della loro partecipazione ad un eventuale aumento del capitale di LBBW, le Casse di Risparmio vogliono impegni sulla struttura della banca regionale.

Secondo il presidente del CdA di Damler, Zetsche, non è facile fare prognosi per la prossima settimana: difficoltà finanziarie crescenti per la componentistica; le difficoltà della banca regionale non possono essere eliminate con un aumento di capitale, ci vogliono aiuti di liquidità.

Die Welt          081119

Hessen – Landtag verabschiedet Opel-Rettungsgesetz

 19. November 2008, 13:45 Uhr

–   Der hessische Landtag hat das Rettungsgesetz für den Autobauer Opel und die hessische Zuliefererindustrie verabschiedet. Einstimmig setzte das Parlament die Höchstgrenze von Landesbürgschaften von 300 auf auf 500 Millionen Euro herauf.

–   Die Landtagsabgeordneten haben eine umfangreiche Staatsbürgschaft für den Rüsselsheimer Autobauer Opel ermöglicht. Durch die komplizierten politischen Verhältnisse im Land wird mit einem neuen Haushalt erst im Frühjahr 2009 gerechnet. Bis dahin gilt das Nothaushaltsrecht. Mit dem Gesetz ist nun sichergestellt, dass das Land trotzdem Bürgschaften eingehen kann.

–   Um sich vor den Folgen einer möglichen Zahlungsunfähigkeit der amerikanischen Konzern-Mutter General Motors zu schützen, bemüht sich Opel um eine Bürgschaft von einer Milliarde Euro, an der sich neben Hessen auch der Bund und andere Länder beteiligen sollen. Eine Entscheidung darüber soll bis Weihnachten fallen.

Mit dem Unterschied zwischen einem Schirm und einem Trockner hatte zuvor Hessens Ministerpräsident Roland Koch (CDU) den Sinn von Bürgschaften für Unternehmen wie den Autobauer Opel erklärt. Er räumte ein, das sei ein „30-Sekunden-Ausflug in die Banalökonomie“, wurde aber dennoch mit Applaus belohnt. „Es gibt einen grundlegenden Unterschied zwischen einem Schirm und einer Trocknermaschine. Weil, wenn man einen Schirm richtig nutzt, wird man nicht nass. Wenn man den Trockner braucht, ist man schon nass und wird anschließend ziemlich geschleudert“, erklärte er. Ziel von Bürgschaften sei also, Unternehmen gar nicht erst in Schwierigkeiten kommen zu lassen.

Nach der Verabschiedung des Opelgesetzes wird nun erwartet, dass das Parlament sich auflöst. Die fünf im Landtag vertretenen Parteien ziehen damit die Konsequenz aus ihrer Unfähigkeit, eine Regierung zu bilden. Weder CDU-Chef und Ministerpräsident Roland Koch noch Oppositionsführerin Andrea Ypsilanti (SPD) konnten die erforderliche Mehrheit aufbringen. – dpa/AP/str

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Die Welt          081120

Union[e]: Der Wirtschaftsflügel hat die Nase voll

Von Mariam Lau Und Dorothea Siems 20. November 2008, 03:01 Uhr

Merkel hat mit Ablehnung von Opel-Hilfe und Konjunkturpaket zu kämpfen – Minister Glos fühlt sich vernachlässigt

Berlin – Innerhalb der Union[e] gärt es. Das zeigt sich nicht nur an der deutlichen Kritik, die Bundeswirtschaftsminister Michael Glos (CSU) öffentlich an Bundeskanzlerin Angela Merkel (CDU) übt. Auch beim Wirtschaftsflügel der CDU stößt Angela Merkels Kurs auf heftigen Widerstand.

Vor allem die geplanten Hilfen der Bundesregierung für den angeschlagenen Autobauer Opel sowie das bereits auf den Weg gebrachte Konjunkturprogramm halten viele CDU-Wirtschaftspolitiker für grundverkehrt.

–   "Wenn der Staat jetzt Opel hilft, kann er bei anderen Unternehmen nicht Nein sagen", sagte der CDU-Mittelstandspolitiker Michael Fuchs der WELT. "Das Ziel, den Staatshaushalt zu sanieren, können wir dann endgültig abschreiben."

–   Auch mit dem Konjunkturprogramm, das unter anderem eine befristete Befreiung von der Kfz-Steuer beim Kauf eines Neuwagens vorsieht, werde "nur Geld verpulvert", rügte Fuchs. Gerade jetzt in der Krise seien allgemeine Steuersenkungen das Gebot der Stunde.

–   Lange Zeit räumten Kanzleramt und CDU-Spitze der Haushaltskonsolidierung Priorität ein und sahen keinen Spielraum für Steuersenkungen.

–   Doch angesichts des Konjunktureinbruchs und mit Blick auf die Bundestagswahl 2009 will die CDU auf ihrem Parteitag im Dezember nun ein Konzept zur umfänglichen Steuerentlastung präsentieren. Mit dem Papier "Die Mitte. Deutschlands Stärke", das der WELT vorliegt, schreibt sich die CDU das Ziel, "den Bürgern in Deutschland mehr Netto vom Brutto zu lassen", auf die Fahnen.

–   Die Einkommensteuer solle nach dem Prinzip "einfach, niedrig, gerecht" reformiert werden, heißt es darin. Um Familien zu entlasten, solle das Ehegatten- durch ein Familiensplitting ergänzt werden. Die CDU will zudem die "kalte Progression" abschaffen. Diese führt dazu, dass gerade den Beziehern mittlerer Einkommen, etwa Facharbeitern, von Gehaltserhöhungen praktisch nichts übrig bleibt. Kosten für Gesundheits- und Pflegeversicherungen sollen nach dem Willen der CDU absetzbar sein.

–   In der CSU sorgen die Steuersenkungspläne der Schwesterpartei derweil für Unmut. Die CSU hatte sich bereits im Sommer, während des Wahlkampfes in Bayern, für eine spürbare Entlastung der Bürger stark gemacht. Damals verweigerte die CDU ihre Unterstützung für diesen Kurs. "In der CSU gibt es viel Enttäuschung darüber, dass die CDU und die Kanzlerin den berechtigten Wünschen der CSU nicht entgegengekommen ist", sagte Wirtschaftsminister Glos in der "Bild"-Zeitung. Die CSU erwarte in Zukunft mehr Verständnis. Ähnlich äußerten sich auch Landesgruppenchef Peter Ramsauer und Ex-CSU-Chef Erwin Huber. In Bayern lastet man der Schwesterpartei eine erhebliche Mitschuld am verheerenden Wahlergebnis der CSU an.

–   Die Opposition verfolgt den Streit zwischen Merkel und Glos mit genüsslicher Häme. "Dass ein Kabinettsmitglied aus der Union[e] in dieser Deutlichkeit die Kanzlerin öffentlich kritisiert, ist ein einmaliger Vorgang", sagte FDP-Vize Rainer Brüderle. Im Grunde sei dies ein Misstrauensvotum der CSU gegen die große Koalition. "Wenn Michael Glos tatsächlich für die Mehrheit in der CSU spricht, müsste sie eigentlich die Regierung verlassen", meinte Brüderle.

–   Die CDU will im Bundestagswahlkampf neben dem Versprechen von Steuersenkungen noch weitere Schwerpunkte setzen. Das Bildungsthema, das lange Zeit favorisiert wurde, ist jetzt angesichts der finsteren Konjunkturlage nur noch eines von vielen. In ihrem Papier fordert die CDU zur "Förderung der wirtschaftlichen Dynamik" die Einführung eines "FlexiCurity"-System, das sich am dänischen Modell orientiert.

–   Es soll die Flexibilität der Unternehmen mit Sicherheit für den Arbeitnehmer verbinden. Dazu gehört auch eine Forderung, für die der nordrhein-westfälische Ministerpräsident Jürgen Rüttgers sich schon einmal erheblichen Ärger eingehandelt hatte. So sollen Bürger, die ein Leben lang Vollzeit beschäftigt waren, eine Rente oberhalb der Armutsgrenze erhalten, die bedarfsabhängig ist und aus Steuern finanziert wird.

Die CDU will außerdem gegen "Lohndumping" vorgehen, mit einem "Mindesteinkommen" – dem bekannten "Kombilohn"-Modell – statt eines Mindestlohns. Schließlich soll in Energieeffizienz und Infrastruktur investiert werden. Wie all diese Forderungen finanziert werden sollen, darüber schweigt das Papier einstweilen. Bis zum Parteitag in Stuttgart am 1. Dezember soll allerdings auch noch daran gefeilt werden.
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Faz      081121

Landesbank Baden-Württemberg- Wes Geld ich nehm, des Lied ich sing

Von Rüdiger Soldt
21. November 2008

–   Anfang Oktober war die Welt der baden-württembergischen Landespolitik noch in Ordnung. Ministerpräsident Oettinger (CDU) feierte zur Halbzeit der Legislaturperiode im Parlament eine historische Zäsur. Erstmals seit 35 Jahren nehme das Land keine neuen Schulden mehr auf. Dank reichhaltiger Steuereinnahmen war es sogar gelungen, den Neuverschuldungsstopp früher zu erreichen als im Koalitionsvertrag vereinbart. Doch was gestern richtig war, kann heute falsch sein – die Finanzmarktkrise hat auch die Geschäftsgrundlage der Landespolitik geändert.

An diesem Freitag will die Trägerversammlung der Landesbank Baden-Württemberg (LBBW) vermutlich beschließen, das Eigenkapital der Bank um fünf Milliarden Euro und damit die Eigenkapitalquote von 7,3 auf 10 Prozent zu erhöhen. Das Land ist mit fast 40 Prozent an der Bank beteiligt und muss deshalb eine Belastung des eigenen Haushalts von 1,5 Milliarden Euro verkraften. Als Oettinger in dieser Woche aus gegebenem Anlass nach seinem wichtigsten politischen Ziel, der Haushaltskonsolidierung, gefragt wurde, musste er deshalb eingestehen, dass zwei Monate alte Hoffnungen und Prognosen heute nichts mehr wert sind. Es bleibe bei diesem „wichtigen und ehrgeizigen Ziel“; wenn ein anderes Bundesland den Neuverschuldungsabbau ebenfalls schaffe, müsse sich Baden-Württemberg daran messen lassen und es auch schaffen. „Wir sind nicht die Insel der Seligen.“

Geld vom Land oder vom Bund

Es gab Zeiten, da hätte er dies optimistischer formuliert und ein „unbedingt“ eingefügt. Jetzt gilt es, andere Herausforderungen zu bestehen. Haushaltsberechnungen sind unwichtig geworden, denn es geht schlicht um die Frage, was das Land tun kann, um die rezessionsbedingte Krise der Automobil- und der Zulieferindustrie im Südwesten zu bremsen?

–   Baden-Württemberg hat einen Anteil von knapp 16 Prozent am Außenhandel Deutschlands, es ist mit drei Herstellern – Daimler, Audi, Porsche – und Zulieferbetrieben in fast jedem Dorf trotz der guten Entwicklung in anderen Branchen immer noch das „Autoländle“ schlechthin. Die schlechte Exportentwicklung, der Investitionsstopp in vielen Unternehmen und die Kaufzurückhaltung erinnern viele an die frühen neunziger Jahre, als schon einmal der Niedergang der Automobilproduktion vorausgesagt worden war.

–   Das wichtigste Instrument der Hilfe soll die Landesbank sein. „Wir brauchen für diesen Winter wieder handlungsfähige Banken“, hat Oettinger am Dienstag gesagt. Über Oettinger sagen Bankfachleute, er verstehe mehr von diesem Geschäft als die meisten anderen Ministerpräsidenten und könne zumindest die richtigen Fragen stellen. In dieser Woche hat er in unzähligen Telefonaten mit den anderen Anteilseignern der LBBW – den Sparkassen und der Stadt Stuttgart – über eine Lösung verhandelt.

–   Der aus dem Südwesten stammende und unter Erwin Teufel politisch sozialisierte Sparkassenpräsident Heinrich Haasis hat hierbei eine große Rolle gespielt. Das trifft auch auf Peter Schneider zu, den aus Oberschwaben stammenden CDU-Landtagsabgeordneten und Präsidenten des baden-württembergischen Sparkassenverbandes. Außerdem waren der Stuttgarter Oberbürgermeister Schuster (CDU) und der ehemalige Finanzminister Stratthaus, der jetzt Mitglied im Leitungsausschuss des Bankenrettungsfonds ist, an den Beratungen beteiligt. Dabei ging es um die Frage: Soll das Eigenkapital der LBBW mit Geld des Landes oder des Bundes erhöht werden?

Probleme auf beiden Seiten

–   CDU, SPD und – etwas zurückhaltender – die FDP haben sich schnell dafür ausgesprochen, dass das Land und die beiden anderen Anteilseigner Stuttgart und die Sparkassen zahlen sollen. Auf die Mittel des Bundes aus dem Rettungspaket für die Banken will man bewusst verzichten, um den politischen Einfluss auf die Struktur der Bank zu behalten. Außerdem glaubt man, das Geld zu günstigeren Konditionen zur Verfügung stellen zu können. Und schließlich soll das Land auch federführend mitreden, wenn in absehbarer Zeit vielleicht doch noch eine Fusion mit der Bayerischen Landesbank kommen sollte.

Zu den Kritikern der sogenannten Landeslösung gehören strenge Ordnungspolitiker, aber auch die Grünen und Sparkassenpräsident Haasis. „Auf der einen Seite kriegen wir Probleme wegen der Genehmigung durch die EU-Kommission. Auf der anderen Seite wird den Sparkassen Kapital entzogen, das sie eigentlich für die Mittelstandsfinanzierung dringend brauchen“, sagte der grüne Landtagsabgeordnete Eugen Schlachter, der sich als Vorstand einer kleinen oberschwäbischen Volksbank fast täglich in die Diskussion einmischt. Haasis intervenierte am Donnerstag sogar mit einem Interview in der „Stuttgarter Zeitung“: Jede staatliche Kapitalerhöhung werde von der EU-Kommission als Beihilfe gewertet und kritisch geprüft. Außerdem wolle der Bund bei einer Beteiligung ohnehin auf direkte Eigentümerrechte verzichten. Der größte öffentlich vernehmbare Widerstand gegen die Landeslösung kommt auch deshalb aus dem Sparkassenlager, weil Haasis, Schneider und viele Sparkassenvorstände sich ihre Beteiligung an der Kapitalaufstockung mit Zusagen über die Struktur der LBBW belohnen lassen wollen.

Prognosen fallen schwer

Wie immer die Träger der LBBW entscheiden, die wohlstandsverwöhnten Schwaben werden weitere bittere Nachrichten verarbeiten müssen. Der Vorstandsvorsitzende von Daimler, Dieter Zetsche, sprach am Donnerstag in Nürtingen über die Zukunft der Automobilindustrie. „Es fällt schwer, Prognosen für die nächste Woche zu machen“, sagte er – eine düstere Prophezeiung. Fast täglich wird es wohl Meldungen über zahlungsunfähige Zulieferer geben. Auch die Schwierigkeiten der Landesbank dürften mit höherem Eigenkapital nicht behoben sein. Immer wieder ist von „Liquiditätshilfen“ die Rede und davon, dass in den Portfolios noch milliardenschwere Belastungen schlummerten. Die Überschrift „Alexander der Große“ über Porträts des LBBW-Vorstandsvorsitzenden Jaschinski, der Altphilologe ist und über den Schatzkanzler des griechischen Königs promoviert hat, sind rar geworden.

Einige Politiker hatten sich über solche Berichte schon im Sommer 2007 geärgert, als Jaschinski mit dem Gedanken spielte, die WestLB zu übernehmen – eine Bank, die von Privatbankern damals als „toxic waste“ verhöhnt wurde. Weil sich Politiker und Banker in Nordrhein-Westfalen über Jaschinskis Eroberungspläne geärgert haben müssen, wurden erste Nachrichten über die Probleme der LBBW mit Geschäften in Island nun aus Düsseldorf kolportiert. Jaschinskis Ruf als bester aller Landesbanker ist dahin. In den Fraktionen wird nach personellen Konsequenzen gefragt. Groß ist das Verständnis der Landespolitiker für die Landesbanker nicht mehr: „Es wäre schön, wenn es jetzt wieder um Realwirtschaft ginge“, sagte kürzlich ein FDP-Abgeordneter. Ein CDU-Abgeordneter munterte sich mit der Bemerkung auf, dass seine Partei von Krisenzeiten fast immer profitiert habe.

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