Contratto metalmeccanici – Un’ignobile rappresaglia all’Alfa di Pomigliano

SOLIDARIETA’ CON GLI OPERAI LICENZIATI

Nell’assemblea generale
del 2° turno all’Alfa
Sud di Pomigliano

che si è svolta il 14 febbraio la maggioranza dei lavoratori ha contestato e bocciato
il contratto dei metalmeccanici sottoscritto tra Federmeccanica e
FIOM-FIM-UILM. Hanno manifestato il dissenso (senza possibilità di intervenire
dal palco allestito dalle tre sigle firmatarie) ad un accordo che a fronte di uno
striminzito aumento salariale di 80-:-85 euro per la maggioranza degli operai
prevede l’introduzione del sabato lavorativo e dell’apprendistato anche sulle linee di montaggio,
concedendo al padronato anni di sottopaga e ricattabilità ai lavoratori in
entrata che andranno così ad ingrossare le file del precariato.

Dando seguito alle
strumentalizzazioni fatte circolare sulla stampa da FIOM-FIM-UILM e dalle
collegate forze politiche, la Fiat e la TNT hanno licenziato otto operai
(rispettivamente 5 e 3), facenti parte del direttivo dello Slai Cobas e “rei”,
secondo le aziende, di aver “capeggiato” la solenne bocciatura del contratto.

Il tutto è avvenuto con
il vergognoso silenzio (sarebbe meglio dire assenso) dei sindacati confederali
che hanno semplicemente visto in questa rappresaglia un vantaggio per sé, incuranti del danno che
la cosa arreca al movimento operaio nel suo complesso che da questa vicenda ne
esce ulteriormente indebolito.

Esprimiamo la nostra
solidarietà ai licenziati e denunciamo
la repressione padronale
(di un padronato che oggi appoggia il centro-sinistra) e il
comportamento vergognoso dei sindacati confederali.

Lavoriamo per contribuire a organizzare un’opposizione di
classe sui luoghi di lavoro.

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