GIOCHI DI GUERRA – I NAZIONALISTI STRILLANO, GLI INTERNAZIONALISTI TACCIONO. FINO A QUANDO?

riceviamo e volentieri pubblichiamo

d.e.

Non ci vuol molto a capire che con la brutale aggressione al convoglio pacifista “Freedom Flotilla” Israele vuole internazionalizzare il conflitto. Per capirci, Israele intende provocare una guerra generalizzata, che gli consenta di superare la situazione di stallo in cui è caduta in questi ultimi anni.
Di fronte all’aggressione, la Turchia non potrà restare con le mani in mano, l’Iran neppure e gli Usa non staranno a guardare … E che cosa fa l’Italia? Che in Libano ha già un po’ di soldatini… Nell’attesa, i vari nazionalismi scendono in campo, per preparare i futuri schieramenti bellici.Una prima piccola prova si è avuta con le manifestazioni provocate dalla brutale aggressione israeliana che, giustamente, si sono avute in molte città d’ Italia, d’Europa del Mondo.
Lunedì 31 maggio, a Milano, due/tre mila persone hanno sfilato per le vie del centro cittadino.
Alla testa, i residui di Rifondazione Comunista, che non hanno perso l’ occasione di rilanciare il loro incarognito “socialimperialismo” (socialisti a parole, imperialisti nei fatti).
A reggergli la coda, i chierichetti di Socialismo Rivoluzionario, con uno smilzo codazzo di anime belle della fu sinistra «alternativa». Tutti in religioso silenzio, per lasciare la parola ai nazionalisti palestinesi, ben inquadrati da barbuti ayatollah, con contorno di donne velate, e sotto una marea di bandiere palestinesi.
Brillavano per la loro assenza i pacifisti e soprattutto gli «internazionalisti» italiani.
I pochi presenti erano attoniti, incapaci di rompere la cappa nazionalista in cui erano avvolti.
Erano incapaci di dare la parola ai proletari di Palestina, che sono quelli che pagano alla grande. Anche in Italia.
Eppure, non ci voleva molto.
Bastava lanciare qualche parola contro l’offensiva razzista. E con l’aria che tira, gli argomenti non mancano… *
Bastava lanciare qualche parola contro lo sfruttamento, contro i padroni italiani e palestinesi e di ogni altro Paese. E con la crisi dilagante, gli argomenti non mancano.
Oggi come sempre, bisogna dare piena voce all’autonomia e all’indipendenza proletaria. Altrimenti si lascia il campo aperto al nazionalismo dei padroni e ai fronti di guerra, che già si stanno preparando, anche grazie ai soliti opportunisti venduti.
I venduti sono pronti ad accampare mille giustificazioni per sostenere il loro appoggio a uno Stato, oggi la Palestina, domani l’Iran e, dopodomani, chissà, l’Europa… c’è solo l’imbarazzo della scelta. Come prima giustificazione, i venduti accampano la presunta assenza del proletariato in lotta. Quando invece avviene proprio il contrario: sono i proletari in lotta che li spaventano. Per questo vogliono metterli alla catena e costringerli a salire sul carro dei loro padroni, contro altri Stati e contro altri padroni … che a loro volta trovano altri venduti, pronti a chiamare i proletari al proprio fronte … e così via, in un devastante gioco al massacro, sulla pelle dei proletari.
Contro questa sporca manovra, oggi più che mai i proletari devono rivendicare la propria assoluta indipendenza e autonomia politica. Oggi più che mai, dobbiamo dire:
Il nemico è in casa nostra
i padroni e i loro governi.

* Attualmente, l’Italia è militarmente impegnata in 21 Paesi con 33 missioni e 9.295 soldati, 3.300 dei quali sono in Afghanistan e circa 2.500 in Libano.
In Libano, dal 7 maggio 2010 il Generale di Brigata dell’Esercito Giuseppenicola Tota è al Comando del Settore Ovest di UNIFIL e del Contingente nazionale (National Contingent Command – NCC Shama) che costituisce la Joint Task Force italiana in Libano (JTF-L) su base Brigata Bersaglieri "Garibaldi". Alle sue dipendenze operano 2 Battle Group di manovra, un gruppo di supporto di aderenza che garantisce il sostegno logistico al contingente, e unità specialistiche (genio, trasmissioni, CIMIC, NBC, EOD e nuclei cinofili), assetti dell’aviazione dell’Esercito, ed una componente di Polizia Militare dell’Arma dei Carabinieri. Il comando del contingente è stanziato nella base "Millevoi" presso Shama (sede anche del Comando del Settore Ovest di UNIFIL), mentre le unità di manovra e i supporti sono suddivisi tra le basi di Ma’ Araka, Al Mansuri, Zibqin, Bayyadah, Hariss e Shama.

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