Greci arrabbiati occupano la società per l’energia elettrica+ 20 Minuten Online: Default greco – Cosa significa un taglio

Grecia, crisi, lotte
Die Welt        111013

Greci arrabbiati occupano la società per l’energia elettrica

– Grecia. Sciopero di 48 ore dei lavoratori dei trasporti pubblici, l’ultimo di una serie di proteste organizzate dai sindacati contro le misure di austerità del governo, che dovrebbero garantire il pagamento della prossima tranche degli “aiuti” alla Grecia.

o   I dimostranti hanno occupato le stanze di compensazione della società elettrica, che tramite le bollette elettriche dovrebbe riscuotere una nuova imposta sugli immobili;

o   chi non paga rischia di vedersi tagliata la corrente.

– Continua da oltre una settimana lo sciopero dei netturbini, il governo non esclude di precettarli; oltre 7000 tonnellate di rifiuti giacciono per le strade di Atene.

– Nuovi ritardi nel trasporto aereo, dove i lavoratori da oltre una settimana applicano la parola d’ordine: “servizio secondo le disposizioni”.

– Hanno aderito allo sciopero in corso o programmano altri scioperi giornalisti, avvocati medici, insegnanti, dipendenti di fisco e amministrazione, marinai:

o   la prossima settimana, i dipendenti della Finanza e delle Dogane sciopereranno per 4 giorni;

o   i marinai da lunedì scioperano per almeno 72 ore.

– Per il 19 ottobre organizzato uno sciopero generale nazionale.

– Il primo ministro greco, Papandreu, chiede con forza alla UE che nel vertice del 23 ott. giunga ad una soluzione risolutiva della crisi del debito,

o   sulla base dell’accordo del 21 luglio, nel quale si prevedeva che le banche e i fondi devono rinunciare al 21% dei loro utili netti derivanti dai titoli greci entro il 2019 (cioè e non come richiesto da Germania e Olanda con una molto maggiore riduzione del debito (si parla ora del 60%, o anche più, secondo la proposta del capo dell’eurogruppo Jean-Claude Juncker n.d.t).

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111012            20 Minuten online
Default greco –  Cosa significa un taglio al debito?
S. Spaeth 

– Dopo mesi di tentativi di salvataggio alla Grecia, sembra prevalere l’opinione che la conversione del debito sia inevitabile.

– La richiesta della Merkel ai governi di non esitare ad aiutare le banche e quella della BCE alle banche di tenere in ordine i propri bilanci rappresentano un divieto ad un taglio del debito greco.

In concreto cosa significa? Quanto è vicino?

– La Grecia avrebbe denaro fino a metà novembre, la troika ha deciso ma non ancora trasferito la prossima tranche di €8MD, ma anche questi non escludono un taglio del debito,

o   alcuni economisti parlano già di novembre, la settimana scorsa ne hanno parlato i ministri Finanze dell’euro.

– Un taglio del debito significa che i creditori della Grecia rinunciano ad una data quota del loro credito;

o   a luglio le banche avevano concordato di rinunciare al 21% del valore dei loro prestiti, il che significa €106MD entro il 2019.

o   Ora si parla di un taglio del 60%, e secondo il capo dell’eurogruppo, Juncker, anche oltre.

L’esperienza di default statale dell’Europa

– Negli ultimi 200 anni la Grecia ha visto è finita 5 volte in bancarotta;

– Germania e Francia 8 volte;
– la Spagna 13 volte.

– La maggiore bancarotta recente è quella dichiarata dall’Argentina dieci anni fa’, il 23 dicembre 2001, sospese l’estinzione del debito, ma poi ne pagò il 25%.

 Le Banche riuscirebbero a sopportare un tagli del debito?

o   Secondo gli esperti le banche tedesche potrebbero sopportarlo;

o   mentre una parte di quelle francesi, fortemente esposte alla Grecia, non riuscirebbero senza aiuti statali.

– I ministri Finanze della UE ritengono meglio salvare le banche che non gli Stati.

o   La prima vittima della crisi dell’euro è la banca franco-belga Dexia.

– In caso di bancarotta della Grecia fallirebbero anche le sue banche ad inizio 2011 possedevano titoli di stato per €48MD; non riuscirebbero a sostenere una perdita del 60%, circa €29MD.

Le banche svizzere?

– Crédit Suisse e UBS non sono molto impegnate in Grecia, non sarebbero a rischio in caso di una bancarotta greca; le banche svizzere hanno una capitalizzazione sopra la media.

– Il rischio è però dato da conseguenze di secondo-terzo giro, gli intrecci vari delle banche svizzere le potrebbero risucchiare nel vortice.

– Un taglio del debito è l’esempio da testo scolastico della contraddizione tra quello a cui mira una decisione politica e quello che in realtà viene attuato. Anche se dopo un taglio del debito i debitori non sono più affidabili, questo è il modo più semplice per liberarsi dal debito.

– Il taglio del debito per la Grecia rischia di contagiare altri paesi in crisi, e i mercati potrebbero non accettare più pacchetti di aiuti;

o   in particolare Portogallo, Italia e Spagna potrebbero finire sotto pressione.

– Non si sa se la rinuncia al credito possa produrre rivendicazioni di pagamento verso le assicurazioni contro la perdita di credito, e chi nel caso debba rispondere.

o   Il fallimento nel 2008 di Lehman aveva fatto crollare il gruppo assicurativo AIG, non più in grado di coprire le perdite di crediti da esso assicurate.

– Alternative al taglio del debito?

o   Economisti pensano alla possibilità degli eurobond, anche se non come soluzione a breve,

o   significherebbe che l’eurozona emette obbligazioni comuni per i paesi membri; paesi in crisi come la Grecia potrebbero approfittare della solidità finanziaria della Germania, i costi dei paesi fortemente indebitati si ridurrebbero.

o   Però aumenterebbero i costi per la Germania.

Die Welt          111013
13.10.2011
Wütende Griechen besetzen Stromgesellschaft

Ein 48-stündiger Streik hat den Verkehr in Athen lahmgelegt. Einigen Griechen war eine bloße Demonstration gegen das Sparpaket zu wenig.

–   Mit dem Beginn eines 48-stündigen Ausstands haben die Bediensteten im öffentlichen Verkehr gegen die Sparmaßnahmen der griechischen Regierung in Athen protestiert.

–   Neben den Mitarbeitern im öffentlichen Verkehr, legten auch Journalisten, Anwälte, Ärzte, Lehrer, Zoll- und Steuerbeamte, Seeleute und Verwaltungsbeamte ihre Arbeit nieder oder planten weitere Streiks.

–   Zudem besetzten Demonstranten die Abrechnungsstellen der Energiegesellschaft, die eine neu eingeführte Grundsteuer mittels der Stromrechnung einziehen soll. Dabei riskieren diejenigen, die nicht zahlen, dass ihnen der Strom abgestellt wird. „Strom kann nicht als Mittel der Erpressung gegen Arbeitslose, Arme und Lohnarbeiter benutzt werden“, teilte die Gewerkschaft der Energiegesellschaft GENOP-DEH mit. „Wir werden nicht zulassen, dass unsere armen Mitbürger ohne Strom bleiben“, hieß es weiter.

–   Die Streiks sind die jüngsten in einer Serie von Protesten der Gewerkschaften gegen Sparmaßnahmen der Regierung, deren Umsetzung die Auszahlung der kommenden Tranchen des Griechenland-Hilfspakets garantieren soll.

–   Für den 19. Oktober ist ein landesweiter Generalstreik geplant.

Müllberge gefährden Gesundheit

–   Nach mehr als einer Woche Streik bei der Müllabfuhr in Athen ist die griechische Gesundheitsbehörde (KEELPNO) alarmiert. Die Müllberge seien „eine die Gesundheit gefährdende Bombe“, teile die Gesundheitsbehörde mit. Es müssten sofort Maßnahmen getroffen werden. Die Regierung schloss nicht aus, die Beschäftigten bei der Müllabfuhr zum Dienst zu verpflichten. Auf den Straßen Athens und in Vorstädten liegen nach Schätzungen der Kommunen mehr als 7000 Tonnen Müll. Die Bevölkerung ist empört.

–   Auch im Flugverkehr kam es erneut zu Verspätungen. Die Fluglotsen arbeiten seit mehr als einer Woche nach dem Motto Dienst nach Vorschrift. Vor allem bei Inlandsflügen gibt es Verspätungen.

–   Am Montag wollen die Seeleute für mindestens 72 Stunden streiken. Es wird damit gerechnet, dass der Fährverkehr zusammenbrechen wird.

–   Auch die Steuerbeamten und die Zöllner wollen nächste Woche für vier Tage streiken.

Lösung am 23. Oktober

–   Der griechische Ministerpräsident Giorgos Papandreou erhöhte unterdessen den Druck auf seine EU-Kollegen, auf dem Gipfel am 23. Oktober eine umfassende und dauerhafte Lösung der Schuldenkrise zu beschließen. Das Vertrauen und die Ruhe an den Märkten müssten zurückgewonnen werden, sagte er nach einem Treffen mit EU-Ratspräsident Herman Van Rompuy in Brüssel.

–   Die Rettung seines eigenen Landes müsse auf der Verabredung vom 21. Juli aufbauen, betonte Papandreou. Damit stellte er sich Forderungen aus Deutschland und den Niederlanden nach einem umfassenden Schuldenschnitt entgegen.

–   Im Juli war vereinbart worden, dass Banken und Fonds 21 Prozent ihrer Nettoerlöse aus griechischen Staatsanleihen abschreiben müssen. Das geht Berlin und Den Haag nicht weit genug.

dapd/dpa/cat
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111012            20 Minuten online

Griechen-Pleite – Was bedeutet ein Schuldenschnitt?

12. Oktober 2011 14:03; Akt: 12.10.2011 15:12 Print

von S. Spaeth 

Endzeitstimmung in Griechenland: Eine Pleite Athens dürfte günstiger kommen als ständig neue Rettungspakete. Die Märkte rechnen mit einem baldigen Schuldenschnitt. Doch was ist das genau?

–   Griechenland weiter durchfüttern oder untergehen lassen? Diese Frage beschäftigt Europas Politiker seit Monaten. Lange Zeit hat man die Hellenen zu retten versucht, doch nun scheint sich die Meinung durchgesetzt zu haben, dass eine Umschuldung unumgänglich ist.

–   Die Worte Angela Merkels, die Regierungen sollten mit Finanzhilfen an ihre Banken nicht zögern sowie die Aufforderung der Europäischen Zentralbank, die Finanzinstitute müssten ihre Bilanzen in Ordnung bringen, gelten als Vorboten für einen Schuldenschnitt Griechenlands.

–   Doch was bedeutet dies konkret? Wie nahe ist Athen am Schuldenschnitt?

Griechenlands Geld reicht bis Mitte November. Zwar hat die Troika nach langem Zögern die nächste Hilfstranche in Aussicht gestellt, überwiesen ist aber noch nichts. Doch auch wenn weitere acht Milliarden Euro in Athen eintreffen sollten, der Schuldenschnitt ist damit nicht vom Tisch.

Verschiedene Ökonomen gehen davon aus, dass der sogenannte Hair-Cut bereits im November erfolgen könnte. Letzte Woche hatten die Euro-Finanzminister «intensiv» über einen Schuldenschnitt diskutiert, bestätigte der deutsche Finanzminister Wolfgang Schäuble.

Was passiert bei einem Schuldenschnitt?

–   Bei einem Schuldenschnitt müssten Griechenlands Gläubiger auf einen bestimmten Anteil ihrer Forderungen verzichten. Im Juli hatten die Banken zugestimmt, auf 21 Prozent des Wertes ihrer Anleihen zu verzichten bzw. sich bis ins Jahr 2019 106 Milliarden Euro ans Bein zu streichen.

–   Nun dürfte es die Banken aber viel teurer kommen als bisher angenommen. Die Politik spielt einen Schuldenschnitt von 60 Prozent durch. Konkret würde dies bedeuten, dass eine Bank, die Athen einen Kredit von 10 Millionen Euro gewährt hatte, auf 6 Millionen verzichten müsste. Laut Aussage von Eurogruppen-Chef Jean-Claude Juncker müssen Gläubiger sogar mit einem Schuldenschnitt von mehr als 60 Prozent rechnen.

Hat Europa Erfahrungen mit Staatspleiten?

–   In den letzten 200 Jahren ist Griechenland bereits fünfmal in die Pleite geschlittert.

–   Deutschland und Frankreich standen seit dem Jahr 1800 bereits achtmal vor der Zahlungsunfähigkeit.

–   Spanien ging sogar 13-mal Pleite.

 

–   Der grösste Zahlungsausfall der neueren Geschichte ereignete sich vor zehn Jahren in Argentinien. Am 23. Dezember 2001 erklärte Argentinien den Staatsbankrott und setzte die Schuldentilgung aus. In der Folge beglich Argentinien noch 25 Prozent seiner Schulden.

Würden die Banken einen Schuldenschnitt Griechenlands verkraften?

–   Es ist unsicher, ob die in Griechenland stark engagierten Banken einen Schuldenschnitt überstehen würden. Unter Europas Finanzministern scheint aber die Einsicht gereift zu sein, dass es besser ist, Banken als Staaten zu retten.

–   Das erste Opfer der Eurokrise ist die belgisch-französische Deixa Bank.

–   Experten glauben, dass die deutschen Banken einen Schuldenschnitt Griechenlands verkraften könnten.

–   Stark in Griechenland engagiert sind auch die französischen Banken, wobei sich das Risiko auf vier Institute beschränkt, darunter Crédit Agricole und Société Générale. Vermutlich wird ein Teil der französischen Banken die Abschreibungen nicht ohne Staatshilfe stemmen können.

Wie hart trifft es griechische Institute?

–   Ein Staatsbankrott geht mit der Pleite der Banken des Landes einher. Grund dafür ist, dass die grössten Käufer von Staatsanleihen in der Regel die Banken des Landes sind, dessen Regierung die Papiere ausgegeben hat.

–   Griechische Banken besassen Anfang 2011 Anleihen ihres Landes im Wert von 48 Milliarden. Müssten sie 60 Prozent ans Bein streichen, wären rund 29 Milliarden Euro futsch. Das dürfte der Bankensektor nicht überleben.

Wie steht es um die Schweizer Banken?

–   Die Credit Suisse und die UBS sind in Griechenland nicht in grösserem Umfang engagiert. Zudem gelten die Schweizer Banken als überdurchschnittlich gut kapitalisiert. Laut Fachleuten sind CS und UBS daher auch im Falle einer Griechenpleite nicht direkt in ihrer Existenz gefährdet.

–   Die Gefahr sind allerdings Zweit- und Drittrundeneffekte, sprich dass gegenseitige Verflechtungen auch Schweizer Banken in den Strudel reissen könnten.

Ist der Schuldenschnitt das richtige Signal?

–   Ein Schuldenschnitt ist das Lehrbuchbeispiel für das sogenannte Moral-Hazard-Problem, also einen Widerspruch zwischen dem, was man mit einer politischen Entscheidung anstrebt und dem, was daraus im Einzelfall tatsächlich gemacht wird. Obwohl der Schuldner nach einem Schuldenschnitt nicht mehr kreditfähig ist, ist für ihn der sogenannte Haircut der einfachste Weg, um Schulden loszuwerden. Zudem besteht künftig die Gefahr, dass eine Insolvenz bewusst in Kauf genommen wird.

Gibt es Risiken beim Schuldenschnitt?

–   Der Schuldenschnitt bei Griechenland birgt Ansteckungsgefahr für andere angeschlagene Euro-Länder. Womöglich werden die Märkte künftig weitere Rettungspakete nicht mehr akzeptieren.

–   Unter Druck geraten dürften insbesondere Portugal, Italien und Spanien. Experten sind trotz Euro-Rettungsschirm skeptisch, ob man Athen hundertprozentig isolieren kann.

–   Unklar ist, ob der Forderungsverzicht Zahlungsansprüche an Kreditausfallversicherungen auslöst und wer dafür einstehen muss.

o    2008 hatte der Kollaps der Bank Lehman-Brothers den Versicherungskonzern AIG einbrechen lassen, da er die versicherten Kreditausfälle nicht mehr decken konnte.

Gibt es eine Alternative zum Schuldenschnitt?

–   Verschiedene Ökonomen glauben an die Möglichkeiten von Eurobonds, wenn auch nicht als kurzfristige Lösung. Eurobonds würden bedeuten, dass die Eurozone gemeinsame Anleihen für Mitgliedstaaten herausgibt.

–   In Schieflage geratene Länder wie Griechenland könnten damit von der guten Bonität Deutschlands profitieren. Die Kosten für die hochverschuldeten Staaten würden tiefer, denn der Ruf des «Schuldners Eurozone» ist insgesamt intakt.

Im Gegenzug dürfte die Einführung von Eurobonds in Deutschland zu Mehrkosten führen.

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