Guerra fra fazioni a Gaza tre morti e decine di feriti/Israele,l´atto d´accusa contro Hamas

israele, medio oriente

REPUBBLICA Sab. 1/4/2006  

Guerra fra fazioni a Gaza
tre morti e decine di feriti

Fatah contro gli uomini del leader ucciso Quqa

GAZA –È di almeno tre morti e 36 feriti il bilancio degli
scontri fra opposte fazioni palestinesi che ieri hanno insanguinato Gaza. Nelle
strade della città si sono affrontati gli attivisti di al-Fatah e i miliziani
dei Comitati Popolari per la Resistenza,
organizzazione che riunisce le
forze radicali che non hanno accettato la tregua con Israele nel 2005. Il
loro leader, Abu Yousef al-Quqa, era rimasto ucciso alcune ore prima in seguito
all´esplosione della sua auto, avvenuta in circostanze non del tutto chiare. A
scatenare le violenze l´accusa rivolta dagli uomini di Quqa ai membri di Fatah
di aver aiutato gli israeliani ad eliminare il loro leader
, dopo
l´attentato suicida che due giorni fa è costato la vita a quattro israeliani in
Cisgiordania.
Nabil Abu Rdeinah, portavoce del presidente palestinese Abu Mazen, ha rivolto
un appello alla calma, chiedendo «agli uomini armati di abbandonare le strade»
mentre il nuovo governo dell´Anp ha convocato una riunione d´emergenza.
Secondo fonti ospedaliere, sette dei feriti sono in gravi condizioni.

REPUBBLICA Sab. 1/4/2006   Alberto Stabile
Israele,l´atto
d´accusa contro Hamas

Mofaz: "Il nuovo governo dell´Anp è responsabile del
ritorno dei kamikaze"

Già arrestato in passato,
l´attentatore era uscito da poco dal carcere
Una delle vittime si era accorta dell´inganno, ma non è riuscita a rimediare
L´autore della strage di Kedumim era un finto autostoppista

GERUSALEMME – Anche se il giovane era vestito come vestono
gli ebrei ultra ortodossi, Rafy Ha-Levy aveva capito d´aver fatto salire un
terrorista palestinese a bordo della macchina su cui, giovedì sera, dopo le
9,30 viaggiava con la moglie Helena e due giovani autostoppisti, Shaker
Laskaar, di 16 anni e Reut Feldman, di 20. Allora, in un disperato tentativo di
attrarre l´attenzione, aveva cominciato ad azionare le frecce, prima quella di
destra, poi quella di sinistra e a far zigzagare la macchina da una corsia
all´altra della superstrada. Ma era ormai troppo tardi e il cancello
dell´insediamento di Kedumim, una colonia ebraica vicina a Nablus, era troppo
vicino. È lì che il kamikaze delle Brigate Al Aqsa, Mohammerd Masharka, 24
anni, originario di Hebron, s´è fatto saltare, uccidendo, oltre a se stesso, i
quattro israeliani.
Mentre Israele si ripiega nel silenzio dello shabat, affiorano dettagli
dell´attentato di Kedumin che fanno pensare non ad un arrogante e sanguinoso,
ma sostanzialmente solitario e inefficace attacco da parte di un gruppo
marginale, ad una nuova esplosione di violenza destinata a continuare. Fino a
giovedì sera, era stata soltanto la Jihad islamica a rompere dal tregua decisa
dalle fazioni palestinesi e ratificata dagli accordi di Sharm el Sheik nel
febbraio del 2005. Ma stavolta, non è stata la Jihad a mandare Mohammed
Masharka ad uccidersi per uccidere, ma un misterioso gruppo, "Khateb al
Shaid Hamuda", presente a quanto pare nel capo profughi di Balata (presso
Nablus) e probabilmente riconducibile alle Brigate Al Aqsa, che avevano
rivendicato la strage con una telefonata alla tv libanese Al Manar
.
La motivazione addotta dalle due organizzazioni per spiegare la strage, una
vendetta contro il "pugno di ferro" adottato dall´esercito israeliano
nelle ultime settimane nei Territori, non dice tutto. Le Brigate Al Aqsa,
emanazione militante di Al Fatah incline al terrorismo, aveva minacciato di
riprendere la lotta armata se l´Autorità palestinese, vale a dire il presidente
Mahmud Abbas (Abu Mazen) avesse permesso ad Hamas di conquistare il governo,
dopo la vittoria elettorale. Detto, fatto
. L´attentato viene messo a segno
mentre i ministri del nuovo governo palestinese si insediano nei ministeri e
pochi giorni dopo che gli elettori israeliani, seppure senza troppo entusiasmo,
decretano il successo di Ehud Olmert e del suo piano "confini
sicuri", che si basa sul ritiro parziale dalla Cisgiordania, il
raggruppamento degli insediamenti evacuati nei tre grandi blocco preesistenti e
la definizione dei confini definitivi dello Stato, entro il 2010 con o senza
l´accordo dell´Autorità palestinese.
Nelle intenzioni dei mandanti l´attentato doveva, dunque, colpire diversi
obiettivi. Primo, Israele, le cui forze politiche sono impegnate nella
formazione del nuovo governo, il quale governo, se vuol mantenere le sue
promesse dovrà riaprire la delicata questione degli insediamenti
. Ed,
infatti, la reazione dei coloni all´attentato non s´è fatta attendere. «Il
discorso di Olmert, la sera dei risultati elettorali, è un discorso di
cedimento – ha commentato Daniela Weiss, capo dell´amministrazione di Kadumim
ed esponente dell´ala irriducibile dei coloni -. Il piano di ritiro annunciato
dal premier porterà soltanto altro terrore».
Secondo obiettivo: Abu Mazen. Nonostante l´ascesa al potere di Hamas, che
non intende riconoscere Israele, né ha dichiarato di voler mantener fede agli
accordi sottoscritti, il presidente dei palestinesi si propone all´Occidente
come garante della scelta a suo giudizio irreversibile per la pace e per il
negoziato fatta dal popolo palestinese con gli accordi di Oslo (1993).
L´attentato di giovedì sera travolge il fragile compromesso tra il presidente
negoziatore e il suo governo intransigente
. Abu Mazen, in viaggio in
Sudafrica, ha prontamente condannato la strage di Kedumim, il portavoce di
Hamas e ministro dell´Informazione, Yussef Rizqa l´ha giustificata, come una
reazione naturale «ai crimini israeliani», ribadendo il «diritto legittimo a
difendersi dall´occupazione».
Israele ha subito anticipato la sua risposta. Chiusura a Nablus, raid ad
Hebron, dove è stato arrestato il fratello dell´attentatore suicida
, il
quale, a quanto pare, dopo essere stato arrestato qualche tempo fa, era
stato rilasciato all´inizio di marzo dalle autorità palestinesi. Ed è questo
particolare che spinge il ministro della Difesa, Shaul Mofaz ad evocare la
responsabilità del governo di Hamas nell´attentato
. Lo stesso ministro
della Difesa, la mattina di giovedì, davanti all´ennesimo Kassam che aveva
colpito le serre di un kibbutz a sud della Striscia, aveva ordinato alle forze
speciali di incrementare gli "omicidi mirati" contro gli strateghi
dell´intifada balistica
, oggi resa più minacciosa dalla comparsa dei razzi
Katyusha (gittata fino a 30 chilometri) nelle batterie dei miliziani. Inizia
una nuova stagione di violenza.

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