“I nostri militari sono di pace”

UMBERTO ROSSO

Il presidente della Camera a Genova: "Lo dice la
Costituzione, che lascia le scelte sulle operazioni ai partiti e alla
maggioranza"

Da Bertinotti il via libera alla missione in Afghanistan
Nei colloqui con Prodi si è fatta strada anche la possibilità di porre la
fiducia
Rifondazione chiama al vincolo di mandato: gli eletti rispettino l´impegno
sottoscritto

BERTINOTTI: vi sono segni di discontinuità, la mozione di
rifinanziamento della missione in AFGANISTAN va votata.

GENOVA – Il messaggio è chiaro, lanciato fra i
camalli in maglietta rossa del suo amico console Paride Batini: questo accordo
sull´Afghanistan va appoggiato, la missione va votata
. E pure se Fausto
Bertinotti sotto i ritratti di Lenin, Togliatti e Guido Rossa si ritrova oggi a
parlare da presidente della Camera, nella sala dove un tempo si gridava la
«chiamata» per i lavoratori del porto e adesso fa da mensa, l´appello sa
molto di «attenti compagni». A cosa?
Che stavolta, se cade il governo
Prodi, sono davvero guai per i camalli del porto, gli operai delle acciaierie
Italsider che si riconverte, per i lavoratori di Genova che il presidente
incontra, saluta, ascolta. Guai per Italia tutta del lavoro, che Bertinotti
vuole rimettere al centro dell´iniziativa politica. Riforme istituzionali
comprese. Dunque, non si vota contro il decreto di rifinanziamento per
l´Afghanistan. Figuriamoci, poi, se c´è la fiducia
. Che forse a questo
punto la stessa Rifondazione prende in considerazione come il rischio minore.
Lo spiega con una battuta all´apparenza asettica e misuratissima, come impone
ruolo di presidente della Camera, «i militari svolgono una funzione che la
Costituzione prevede sia di pace», lasciando poi «le scelte sulle missioni ai
partiti e alla maggioranza». Ma Fausto Bertinotti sta dicendo che la
«discontinuità» c´è, che le nostre truppe a Kabul agiscono in uno scenario che
non è quello di Bagdad, e lo sta dicendo a Grassi, a Malabarba, a Turigliatto,
a Giannini, ai quattro senatori ribelli usciti allo scoperto e a tutti quelli
con il mal di pancia nel suo partito
. E la linea di confine allo scontro
interno, affidata al segretario del partito Franco Giordano che domani convoca
la segreteria e lunedì la direzione, prevede uno sbarramento netto.
La formula si chiama vincolo di mandato, ovvero l´impegno sottoscritto
qualche mese fa dai candidati del Prc al momento della formazione delle liste:
sulle scelte del partito non si vota contro
. Tradotto: liberissimi i
quattro in aula di esprimere il proprio dissenso, di chiedere la parola a titolo
personale e di spiegare la voglia di no al decreto ma poi quando Marini chiama
e comincia la conta, il vincolo impone di allinearsi alle decisioni. Ma non
avendo a quanto pare i dissidenti intenzione di piegarsi, e con il rischio alto
e drammatico di un soccorso bianco dell´Udc che sarebbe insopportabile per
Rifondazione, ecco che nell´asse dei colloqui fra Prodi e Bertinotti si fa
strada l´idea della questione di fiducia.
E da Genova, che il presidente della Camera vede come rinascere – il sindaco
Pericu lo porta a vedere i progetti di Renzo Piano per il "water
front", il presidente della Regione Burlando a Cornigliano per il recupero
dell´ area siderurgica – Bertinotti indica una via diversa nel dibattito
post-referendum: partire dal basso e non da Bicamerali e affini. «La
Costituzione – dice – ha manifestato tutta la sua vitalità, e per ricominciare
a pensare giusto bisogna partire con il passo giusto». Bisogna ricominciare dal
Paese, dai problemi reali, «fare un´inchiesta e sulla base di questa inchiesta
vedere cosa c´è da correggere in modo che le istituzioni e il potere politico
possano entrare in rapporto più diretto con i problemi del paese»
. In che
forma? Non è tema che si possa risolvere ora, Bertinotti però spiega che
comunque al processo bisogna far partecipare «gli organismi vitali del Paese,
come il sindacato, il mondo del lavoro, il governo locale, svolgendo
un´istruttoria». Poi, l´atto di accusa che i camalli applaudono di più:
basta con le morti bianche, basta con gli incidenti sul lavoro
. «Se lo dice
l´Osservatore Romano può dirlo anche il presidente della Camera: se ci sono
tanti omicidi bianchi vuol dire che il mondo del lavoro è stato oscurato».

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