La pesante eredità

REPUBBLICA Mar. 23/5/2006 MASSIMO RIVA

I conti pubblici sono fuori controllo anche a causa
dell’indulgenza della Commissione UE verso il governo BERLUSCONI. Ma proprio
per questo PRODI può chiedere alla UE più tempo per riportare il rigore.

«La situazione dei conti
pubblici, inflazione a parte, è tornata quella dell´inizio degli anni Novanta»
. La ricognizione sull´eredità lasciatagli da
Giulio Tremonti è ancora in corso, ma questo primo giudizio pronunciato ieri
dal neo-ministro dell´Economia è già da brividi. Tommaso Padoa Schioppa
non è una delle tante figure del teatrino politico, che sovente non resistono
alla tentazione del colpo di scena con frasi ad effetto. Alle sue spalle ha
uno straordinario "curriculum" di servitore dello Stato in ruoli
eccellenti
– dalla Banca d´Italia alla Consob fino ai vertici della Banca
centrale europea – dove si è guadagnato sul campo la stima e la
considerazione dell´intera comunità finanziaria internazionale
.

Tanto che proprio ieri perfino Silvio Berlusconi ha esplicitamente riconosciuto
la superiore caratura del personaggio, dicendo che si tratta dell´unico
ministro senz´altro competente all´interno della compagine governativa guidata
da Romano Prodi.
Ragione di più, comunque, perché tutti gli italiani – di destra o di
sinistra – accolgano le parole del nuovo responsabile della finanza pubblica
con vivo allarme
. Dire che siamo tornati indietro di circa tre lustri è un
messaggio grave. È il caso di ricordare che nei primi anni Novanta la
situazione del bilancio rasentò addirittura la bancarotta, arginata
nell´infausto e terribile settembre del 1992 da una pesantissima manovra
d´emergenza del governo Amato a seguito di una delle più drammatiche
svalutazioni del cambio nella storia del paese. Oggi, per somma fortuna, non
c´è più la lira e le minacciose sentenze dei mercati finanziari sulla stabilità
dei nostri conti passano attraverso l´ampio e robusto filtro difensivo
dell´euro che
– come ha detto lo stesso ministro – ci risparmia la gogna
di un´inflazione fuori controllo.
Con tutti i benefici del caso
.
In realtà, se ne erano già avuti non pochi di avvisi che il duo
Berlusconi-Tremonti aveva seriamente deteriorato il bilancio. Dall´estero
,
appena qualche settimana fa il Fondo monetario internazionale aveva smentito,
quasi a stretto giro di posta, le cifre dell´ultima relazione di cassa
segnalando per quest´anno un deficit almeno al 4,1 per cento contro il 3,8
delle edulcorate stime governative. Ma anche all´interno, la Corte dei
conti aveva ammonito che l´ultimo rapporto tremontiano nascondeva parecchia
polvere sotto il tappeto, a cominciare dalla spesa sanitaria e per finire con
il debito pubblico che stava crescendo ben più di quanto il governo Berlusconi
fosse disposto ad ammettere. Tanto che oggi non appare più così eccessivo
pensare a un deficit effettivo prossimo a quota cinque per cento. Mentre
l´ipotesi di una manovra-bis per tentare di contenere i peggiori danni sui
saldi di quest´anno, spudoratamente negata e irrisa dal Cavaliere e dal suo
fido ministro per tutta la campagna elettorale, è diventata una prospettiva che
rischia sempre più di doversi materializzare con l´emersione delle verità
contabili finora nascoste
.
Va detto che in quest´opera di dissimulazione della realtà ha giocato un
ruolo di sponda non marginale anche la Commissione di Bruxelles
nella
persona del competente di settore, Joaquin Almunia. Il quale, vuoi per banale
ingenuità vuoi perché preoccupato di non interferire nello scontro elettorale
italiano, ha preso per buoni impegni, stime e promesse del governo Berlusconi
offrendo l´avallo della sua non secondaria autorità.
Questo serio errore di comportamento da parte di Bruxelles ha contribuito ad
aggravare il danno, ma oggi può diventare paradossalmente un elemento di favore
per il negoziato che il nuovo governo si accinge ad avviare con la Commissione
Barroso sul percorso di risanamento del bilancio: il primo incontro di Prodi al
riguardo avverrà il prossimo lunedì.
Con lucida saggezza il ministro Padoa Schioppa ha detto che l´opera di
aggiustamento dovrà essere perseguita lungo il doppio binario di una stabilità
coniugata con la crescita. Impresa ardua se Bruxelles, immemore delle sue
connivenze recenti, dovesse pretendere un adempimento immediato e senza riserve
degli impegni di rigore a suo tempo sottoscritti da Tremonti. Ma sono in
condizione tanto il presidente Barroso quanto il commissario Almunia di fare
improvvisamente con Prodi e Padoa Schioppa quella faccia feroce che non hanno
fatto con Berlusconi e Tremonti? La delegazione italiana ha, come si vede,
ottimi argomenti da porre sul tavolo per rinegoziare tempi e modi di un nuovo
calendario di impegni italiani con l´Unione europea
.
È questa l´unica speranza alla quale oggi ci si può aggrappare affinché il
terribile annuncio che i nostri conti sono tornati sull´orlo del disastro non
significhi anche che la via d´uscita da questa situazione sia quella delle
stesse cure traumatiche che si resero necessarie nei primi anni Novanta.

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