Libano: una guerra per procura sulla pelle del proletariato

Reagendo, come a un pretesto da lungo atteso, alle
incursioni e agli attacchi missilistici di Hamas prima e di Hezbollah poi, lo Stato di Israele ha scatenato una durissima offensiva militare contro i territori palestinesi occupati e il Libano.Al terrorismo cinico e brutale
dei movimenti reazionari islamici, Israele contrappone un terrorismo di Stato
di potenza e devastazione enormemente superiore:
centinaia i morti
(principalmente fra la popolazione inerme) e miliardi di dollari di danni in
territori già martoriati da anni di scontri armati, invasioni, bombardamenti,
rastrellamenti.

Hamas ed Hezbollah agiscono finanziati ed armati da Siria
e Iran, che attuano così una "guerra per procura" ad Israele.
Coi propri attacchi non solo hanno
colpito i lavoratori israeliani e le loro famiglie senza sfiorare il grosso
della classe dirigente israeliana, vera responsabile delle sofferenze dei
palestinesi, né intaccarne minimamente la potenza militare, ma hanno anche
coinvolto le popolazioni libanese e palestinese in una nuova guerra sanguinosa,
dove a pagare per le azioni delle borghesie locali sono il proletariato arabo e
israeliano, usati come carne da cannone o come bersaglio.

Israele ha deliberatamente cacciato centinaia di migliaia
di libanesi di tradizione sciita
dal Sud del Libano e da Beirut, trasformandoli in
profughi
, distruggendone case e infrastrutture, per colpire e sradicare
Hezbollah. Non bisogno peraltro dimenticare che anche gli stessi che in Libano
inneggiano alla causa palestinese privano i profughi palestinesi sul loro
territorio dei diritti civili.

Di fronte alla tragedia libanese, le potenze imperialiste
si dividono secondo i propri interessi:
gli USA spalleggiano l’alleato israeliano, la Germania
non lo ostacola, la Russia vuole riprendere piede facendo leva su alcuni Stati
della regione, la Francia vuole l’intervento dell’ONU per salvaguardare il
governo libanese col quale ha forti legami, l’Italia si propone come mediatrice
per rafforzare la propria influenza sul Medio Oriente…
Le borghesia arabe “moderate”aspettano che Israele finisca il
“lavoro sporco” di scompaginare i movimenti integralisti longa manus di Iran e
Siria, e gruppi sauditi di opposizione (Bin Laden).

Le iniziative diplomatiche dei "potenti" finora
non hanno ottenuto una tregua:
al G8 di San Pietroburgo è andata in scena
l’inconcludenza, a Roma ci si è accordati per l’invio di una forza di pace, ma
non sull’imposizione di una tregua. I caschi blu arriveranno quindi dopo il
completamento di distruzioni e massacri e ne garantiranno i risultati:
la
guerra civile degli anni ’80 non è stata fermata dall’invio di truppe; la
presenza militare italiana presso i campi profughi di Sabra e Chatila non
impedì i massacri di migliaia di palestinesi inermi nell’82. L’unico scopo
dell’invio di truppe “ONU” da parte dei vari Stati sarà, come in passato,
quello di aumentare la propria influenza sulla regione.

Denunciamo l’oppressione sul popolo palestinese da parte
dello Stato israeliano,
ma anche da parte della borghesia libanese – Hezbollah incluso
– che non concede i diritti civili alle centinaia di migliaia di profughi
palestinesi sul loro territorio, ghettizzandoli nei campi profughi.

Denunciamo il cinico utilizzo del proletariato palestinese
e libanese da parte dei governi iraniano e siriano
, che reprimono spietatamente i
lavoratori all’interno.

Denunciamo l’atteggiamento delle grandi potenze, Italia
del governo Prodi inclusa
, tese solo ad aumentare le rispettive influenze nella regione
approfittando di oppressione e massacri.

Un risultato non secondario di tutti questi interventi e
terrorismi è stato lo schiacciamento delle correnti comuniste all’interno del
proletariato arabo, israeliano e iraniano, le uniche che possono allo stesso
tempo lottare contro l’oppressione imperialista e nazionale, e per l’unità dei
popoli su base libera in un Medio Oriente liberato dal capitalismo.

Nostro compito di comunisti nelle metropoli è organizzare
l’opposizione internazionalista al nostro imperialismo e al suo governo,
e dare anche in questo modo forza alle correnti che anche nel Medio Oriente
lottano per la stessa prospettiva.

Nessuna pace duratura sarà possibile finché le
popolazioni locali saranno messe l’una contro l’altra dagli interessi delle
borghesie locali e delle potenze imperialiste.

Solo il sollevamento del proletariato potrà rimuovere i contrasti che
lacerano la regione per il controllo delle sue risorse energetiche.

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