BEISO, Guido

(Spotorno, 1902 – ), Fornaio, Ufficiale di Marina mercantile
Studente a Oneglia nel 1920, dirigente degli “studenti rossi”, laureatosi in Ingegneria meccanica divenne ufficiale della Marina mercantile; disertò negli Stati Uniti trovando occupazione sul posto, licenziandosi poi in quanto il padrone era filofascista.Si spostò in Francia, a Nizza, dove frequentò gli ambienti antifascisti. Il 9 agosto 1935 nel Métro di Belleville a Parigi ferì a morte lo stalinista Camillo Montanari (Villa Masone, 1898 – Parigi, 1935). Il giornale stalinista «La Difesa» del 17 agosto accusò i “trotzkisti e bordighisti” come “responsabili politici e morali dell’assassinio” per “le loro campagne di calunnie, di istigazioni, di odio contro l’URSS, contro il comunismo ed i suoi uomini migliori”. Beiso era stato diffidato dal PCI in quanto provocatore sospetto, a causa di divergenze politiche. Dopo aver cercato di ottenere una smentita al comunicato che lo infamava per caso incontrò Montanari, che considerava responsabile della diffida, e gli sparò.“Presentare alle masse come provocatore il membro del partito che si solleva contro la politica imposta al partito, questo è il metodo che ha avuto largo impiego e che ha condotto all’attentato di Beiso. Chi ha armato le mani di quest’ultimo è giustamente il centrismo, il quale ha potuto mantenere la sua influenza fra le masse grazie anche all’impiego di questi sistemi, mentre il fascismo poteva largamente profittare dei risultati che poteva ottenere. Non uno ma mille casi di provocazione si son verificati nell’emigrazione ed ogni volta il provocatore bruciato si eclissava dopo avere potuto ottenere largo credito nelle sfere dirigenti del partito, fra le quali egli si presentava come il prototipo dell’antibordighismo e dell’antitrotzkismo. Per completare la nostra informazione diciamo subito che il trotzkismo è di già caduto nel gioco centrista e si è affrettato a dichiarare che non ha nessun rapporto con Beiso. Quanto a noi, noi non abbiamo da rispondere di nulla, né sentiamo il dovere di rispondere di un fatto la cui responsabilità ricade unicamente sul centrismo: se la diffida non vi fosse stata, Montanari non sarebbe stato ucciso e le prigioni borghesi non sarebbero state arricchite di una nuova vittima”. («Prometeo, 25 agosto 1935»)
Al processo Beiso venne difeso da Vincent de Moro – Giafferi, l’avvocato difensore della Banda Bonnot.  Vari compagni tra cui alcuni bordighisti testimoniarono a suo favore. I bordighisti dichiararono che con Beiso avevano avuto solo contatti occasionali, non era membro della Frazione, ma non esitarono a difenderlo, uno di loro dichiarò: “la ricchezza, il capitale di un militante è la fede nelle sue idee politiche. Voi avete rivolto contro Beiso l’arma più vile e in questo momento mi trovo di fronte a due vittime: Montranari e Beiso. La responsabilità morale e diretta di tutto quanto avvenuto spetta tutta alla burocrazia del partito comunista d’Italia” («Bilan», giugno-luglio 1936). Beiso venne condannato a cinque anni di lavori forzati.
S’ignorano data e luogo di morte.

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