GROSSI, Francesca “Cecca”

(Milano, 1901 – 1996)

Nasce il 19 febbraio 1901 in Via Vigevano nel cuore della vecchia Milano dei navigli alle spalle del vicolo dei Lavandai. Di famiglia operaia sin da piccola si interessa di politica e allo scoppio del primo conflitto mondiale partecipa alle manifestazioni contro la guerra. A 14 anni già frequenta la sede del PSI facendo a piedi (di soldi ce n’erano pochi) la strada che da via Vigevano porta a Piazza del Duomo dove c’era la sede del Partito.

Nata in ambiente proletario il suo primo punto di riferimento politico è stato il Partito socialista. È vissuta in una casa di operai con 5 fratelli tutti deceduti per TBC Lei si è salvata ma la sua giovinezza l’ha passata praticamente girando i sanatori.

I suoi genitori non hanno mai intralciato il suo percorso politico. Nel 1921 aderisce al PCdI, ne diventa attivista con tutti i rischi che la situazione comportava.

Durante un suo viaggio a Genova per partecipare a una riunione, è stata arrestata ed ha passato 3 mesi nel carcere di Marassi. È sfuggita a un secondo arresto a Roma (era in atto la marcia su Roma dei fascisti e lei aveva l’incarico di portare documenti del partito) solo perché in treno, poco prima dell’arrivo, le guardie fasciste che controllavano i passeggeri hanno fortunatamente ricevuto l’ordine di scendere quando erano già arrivati alla carrozza su cui viaggiava.

Ha conosciuto Onorato Damen mentre lavorava come segretaria presso gli uffici della delegazione russa. L’incontro non è stato dei migliori, alla richiesta di Onorato di dattilografare un suo articolo lei ha risposto: “ma lei chi crede di essere. Io non sono ai suoi ordini”. Nel 1924 si sposa con Onorato che il 25 aprile dello stesso anno diventa deputato del PCdI.

Nel 1925 è firmataria del documento di nascita del Comitato d’intesa che è stato il primo atto politico di critica della politica contro-rivoluzionaria del Partito comunista di Gramsci e Togliatti. Quando Damen viene arrestato, l’undici novembre del 1926 la Cecca rimane da sola con la figlia Dora che era nata il giorno prima, per cui ha dovuto lavorare e allevare la figlia con il solo aiuto di sua madre e con grandi sacrifici fisici, economici e politici. I fascisti le sequestrarono la casa appena abitata, facendole trovare i mobili sul marciapiede, lasciandola con la figlia neonata in mezzo alla strada. Ha continuato a lavorare ancora per poco come segretaria alla delegazione russa ma poi fu “epurata” dalle nuove leve dello stalinismo italiano che defenestrarono dal Partito tutta l’ala sinistra del Partito. Da quel momento è iniziata la tragica odissea delle visita alle carceri italiane dove Damen veniva, di volta in volta, rinchiuso: Pianosa, Ustica (dove la vecchia torre saracena trasformata in reclusorio per detenuti politici ha preso il nome di Villa Damen, in quanto primo ospite, dopo la necessaria ristrutturazione e modificazione della destinazione d’uso), Vasto ed infine al confino di Cantù dove è rimasta sino alla fine della seconda guerra. mondiale.

Sempre con Damen è stata fra i fondatori del PCInt nel 1943, in piena clandestinità, affrontando tutti i rischi e le difficoltà del caso. Sarà militante del Partito sino alla sua morte avvenuta nel gennaio del 1996.

DORA DAMEN

A CECCA

China il tuo capo, Morte
di fronte a chi
è più forte di te
contro cui la tua falce
mai nulla potrà

Dura è sempre la sorte
di chi non si arrende
ma è nella coerenza
che immensa risplende
La libertà

Eri una bambina
quando slacciavi
le selle ai soldati
che caricavano
i salariati

Era in buone mani
“l’Ufficio Primo”
quello clandestino
finché i centristi
non ti han cacciato via

Anni in cui coraggio ed impegno
sono una cosa sola
così Cecca e il suo compagno
anche con l’acqua alla gola
non han ceduto mai

Cecca, severa presenza
che come la nostra intransigenza
mai si piegò
Cecca, severa presenza
che come la nostra intransigenza
mai rinunciò

GEK

 

FONTI: Dora Damen, https://www.leftcom.org/it/articles/2009-01-12/in-ricordo-di-cecca

https://www.antiwarsongs.org/canzone.php?lang=it&id=41207

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