PIZZIRANI, Pio

(Bologna, 1891 – Odessa, 1932), Meccanico, Ingegnere.

 

Licenza elementare, attivista sindacale, nel 1920 fu eletto nel CE della CdL e nell’ottobre dello stesso anno al consiglio comunale di Bologna. Colpito da mandato di cattura per i fatti del 21 novembre a Palazzo d’Accursio si rifugiò nella Repubblica di San Marino. Comunista dal Ventuno, riparò in URSS. Processato in contumacia dalla corte d’assise di Milano (1923) venne condannato all’ergastolo. «Il Resto del Carlino» (27 luglio 1922) lo localizzò a Dubukova (Basso Volga), impiegato in una cooperativa di pescatori. Pizzirani si occupò del territorio in questione quando fu a Mosca assieme a Misiano, per coordinare gli aiuti alla popolazione dopo una terribile siccità. In seguito lavorò nel campo della meccanica dell’aviazione e contemporaneamente studiò da ingegnere. Nel 1925 venne raggiuto dalla moglie Attilia Capellari e dai figli Galileo e Isolda. Partecipò alle riunioni del Club degli emigrati schierandosi con i dissidenti bordighisti (tra cui Ambrogi, Trovatelli, Silva, De Leone e altri). Nel 1932, mentre si trovava a Odessa morì di tifo esantematico.

Se la morte prematura lo strappò alle più che certe vendette staliniane, non così fu per il figlio Galileo (nato a Bologna nel 1913). Quest’ultimo, naturalizzato cittadino sovietico, frequentò l’Accademia Navale di Leningrado da cui uscì come ufficiale di rotta e ingegnere navale; nel luglio del 1938 venne arrestato; secondo «Rinascita» apocrifo a denunciarlo fu Giuseppe Amoretti, dirigente della sezione italiana di Radio Mosca. Due anni dopo Pizzirani fu condannato dalla NKVD a quattro anni di deportazione, e non si ebbero più sue notizie se non la data della morte nel Nord della Russia, 21 dicembre 1942. Verrà “riabilitato” nel 1956 dal Tribunale Militare della Flotta del Mar Nero.

Dante Corneli su Attilia Cappellari:  “È stata per me una fonte ricchissima di ricordi, d’informazioni e di testimonianze. Dopo una lunga vita di sofferenze e pochissime gioie, ho saputo che Attilia Pizzirani, ultraottantenne è stata ricoverata in una clinica psichiatrica di Mosca”.

 

FONTI: «Rinascita» Apocrifo. Elenchi dei comunisti italiani vittime dello stalinismo e dei corresponsabili delle epurazioni, Nautilus, 1984; D. Corneli, 50 anni in Russia, Tivoli 1975

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