Attacchi aerei contro le truppe di Gheddafi – La Nato litiga sull’avventura libica

Der Spiegel   110321

Attacchi aerei contro le truppe di Gheddafi – La Nato litiga sull’avventura libica

Benjamin Bidder, Marc Pitzke e Philipp Wittrock

– Odyssey Dawn, (Alba dell’Odissea), nome ben scelto per una missione militare i cui i partecipanti stanno ancora cercando la strada.

– A dimostrazione che l’Onu ha dato il via ad una odissea militare è quanto sta succedendo nella Nato,

o   dove infuria una lite sul suo ruolo nell’operazione; i suoi 28 membri non sono riusciti ad accordarsi su un mandato per il controllo della no-fly zone decisa dall’Onu.

o   La Francia soprattutto si oppone alla richiesta della UE di trasferire il comando alla Nato, e lo vuole per sé, come se fosse solo il governo Sarkozy ad appoggiare pienamente la missione. Parigi non si accontenta di un ruolo di secondo piano.

o   Il ministro Esteri francese Juppé ha segnalato la disponibilità ad abbassare le richieste francesi, quando gli Usa abbandoneranno il comando, la Nato potrà dare il suo appoggio. Dovrebbero essere i ministri Esteri dei paesi partecipanti ad assumere la direzione politica, mentre la realizzazione verrebbe delegata ai militari e alla Nato.

o   La Nato sostenitrice dei francesi e altri?

o   Gli americani, che finora hanno avuto il comando, vogliono disfarsene al più presto (Obama: non appena sarà fermata l’aviazione libica), per poter presentare la missione militare americana come impegno di breve durata di fronte agli elettori, stanchi di guerre. Ripetono le condizioni poste dal presidente alla risoluzione Onu: niente truppe di terra, nessuna invasione Usa, un’azione ben delimitata e internazionale.

o   Il capo di stato maggiore Usa, Mullen, si svincola da responsabilità strategiche: dipende da altri dove di va.

– Non si sa neppure come si potrà inserire la Turchia nella Nato.

– Il promo ministro Erdogan è irritato perché Sarkozy non l’ha invitato al vertice di Parigi, dove 22 paesi, Lega Araba, Ue e Onu hanno approvato l’intervento militare.

– La Turchia è però anche contraria ad un comando Nato, che non sarebbe accettato dai paesi musulmani.

– L’effetto esterno dello scontro è devastante: il ministro Esteri del Lussemburgo: Alla fine, i soldati hanno messo a rischio la propria vita per attuare la risoluzione Onu. La caotica discussione sulla missione, un “gioco pericoloso”, non è più accettabile.

– Nervosità tra i paesi alleati:

o   quello italiano ha minacciato che, in assenza di accordi adeguati, l’Italia potrebbe non mettere più a disposizione le sue basi aeree; la Nato deve assumersi l’iniziativa. Tutti i paesi alleati devono essere informati su quello che fanno gli altri, cosa finora non fatta.

o   Ministro Esteri di Norvegia: deve essere creata una struttura di comando; i suoi sei aerei stazionati nel Mediterraneo non hanno ancora fatto alcuna missione

– Critiche anche da Cina e Russia.

– Il giornale del PCC ha paragonato l’intervento militare all’invasione di Irak e Afghanistan; Usa ed alleati violano il diritto internazionale.

– Il primo ministro russo, Putin, ha parlato di “appello ad una crociata medievale”; la critica di Putin rivela una frattura profonda nella dirigenza russa:

o   l’astensione della Russia,  che avrebbe potuto fermare la risoluzione con il suo veto, rappresenta una vittoria dei circoli filo-americani del presidente Medvedev, che pare pensasse di approvarla.

– Gli insulti verbali di Putin rivelano in quale difficile lega la Germania di si sia messa con la sua astensione. La Merkel lunedì ha cercato di colmare la frattura diplomatica: una volta varata, l’autorizzazione per Odyssey Dawn è naturalmente anche una nostra risoluzione,

o   argomentazione di tipo formalistico, non accettata da tutti neppure nella Union;

o   il capo della Union, Kauder ha respinto  le critiche: la maggioranza ha un’altra posizione. Lo scontro nella Nato conferma secondo Kauder la posizione del governo tedesco:

o   la Nato non può entrare così senza coordinamento in una azione del genere. Per questo è stato giusto il no alla missione militare.

– Il ministero Esteri tedesco cerca di contrastare l’impressione che con l’astensione la Germania si sia isolata in Europa e nel mondo: hanno dubbi sulla missione libica anche Polonia e Bulgaria; il primo ministro bulgaro, Borissov, ha parlato di “avventura” senza obiettivi chiari.

– La Merkel non avrebbe mai potuto parlare così chiaramente.

– Non vi è una strategia mirata nelle operazioni militari della coalizione dei volonterosi,

nessuno sa come deve svolgersi e come debba terminare.

Der Spiegel     110321

21. März 2011, 20:10 Uhr

Luftangriffe auf Gaddafi-Truppen – Nato zerstreitet sich über Libyen-Abenteuer

Von Benjamin Bidder, Marc Pitzke und Philipp Wittrock

Seit dem Wochenende fallen Bomben auf Libyen. Doch wie es weitergeht, weiß so recht niemand. Die Nato zankt offen über das Einsatzkommando, die internationale Kritik an den Luftschlägen wird immer schärfer – und die Bundesregierung fühlt sich in ihrer Zurückhaltung bestätigt.

–   Berlin/New York/Moskau – "Odyssey Dawn" haben sie die Militäraktion gegen Libyen getauft. Der Name ist weise gewählt, die Beteiligten scheinen noch auf der Suche nach dem richtigen Weg zu sein. Seit zwei Tagen versucht die Koalition der Willigen, das Gaddafi-Regime mit Bomben und Marschflugkörpern zu schwächen. Doch nach einer gezielten Strategie sieht das alles nicht aus. Im Gegenteil: Niemand weiß so recht, wie der Einsatz laufen soll – und wie er einmal enden soll. Deutschland macht deswegen erst gar nicht mit, in der Europäischen Union[e] ist von Enthusiasmus wenig zu spüren, die Amerikaner halten sich spürbar zurück.

–   Den besten Beleg, dass die internationale Gemeinschaft sich in Libyen möglicherweise auf eine militärische Odyssee begeben hat, liefert derzeit die Nato. In dem Bündnis tobt ein erbitterter Streit über dessen Rolle bei der Operation. Seit Sonntag sitzen die Botschafter der 28 Nato-Länder nun schon in Brüssel zusammen. Doch bisher konnten sie sich nicht auf ein Mandat für die Überwachung der vom Uno-Sicherheitsrat genehmigten Flugverbotszone einigen.

–   Vor allem die Franzosen sträuben sich gegen immer lauter werdende Forderungen aus der Europäischen Union, die Nato möge möglichst bald das Kommando übernehmen. Frankreich, das beim Libyen-Einsatz ohnehin vorgeprescht war, will die Führungsrolle lieber selbst an sich reißen. Zeitweilig wirkt es fast, als sei die Regierung von Nicolas Sarkozy die einzige, die wirklich voll und ganz hinter dem Einsatz steht.

–   Die Amerikaner jedenfalls, die bisher noch das Kommando haben, wollen dieses rasch loswerden. US-Präsident Barack Obama und sein Team bemühen sich seit Beginn der Kämpfe, den US-Einsatz gegenüber dem kriegsmüden US-Wahlvolk als kurzfristiges Engagement herunterzuspielen.

–   Immer wieder verweisen sie auf die Bedingungen, unter denen der Präsident der Uno-Resolution überhaupt erst zugestimmt habe: keine US-Bodentruppen, keine US-Invasion, eine klar begrenzte, klar internationale Aktion.

–   US-Generalstabschef Mike Mullen schob die strategische Verantwortung ab: "Es liegt an anderen, wo das langfristig hingeht." Die USA würden sich bald "etwas in den Hintergrund zurückziehen". Und Obama erklärte erneut, die USA würden die Führung des Libyen-Einsatzes abgeben, sobald die libysche Luftabwehr ausgeschaltet sei.

Erdogan sauer auf Sarkozy

–   Mit einer Rolle im Hintergrund will sich Paris, das erst im April 2009 in die militärischen Strukturen der Nato zurückgekehrt war, nicht zufriedengeben. Immerhin deutet Außenminister Alain Juppé inzwischen Bereitschaft an, die Ansprüche etwas herunterzuschrauben. Wenn die USA in einigen Tagen die Führung der Militäreinsätze abgäben, "dann kann die Nato unterstützen", sagte der französische Außenminister am Montag auf einem EU-Ressortcheftreffen in Brüssel. Die Außenminister der Länder, die sich an den Angriffen beteiligten, würden die "politische Steuerung der Operation" übernehmen. Deren Ausführung werde "an die Militärs und die Nato delegiert". Die Nato als ”Unterstützer” für die Franzosen und andere? Das dürfte die Skeptiker kaum überzeugen.

–   Ungewiss ist auch, wie man die Türkei ins Nato-Boot holen will. Premierminister Recep Tayyip Erdogan ist sauer, weil Sarkozy ihn nicht zum Libyen-Gipfel am Samstag in Paris eingeladen hatte, auf dem die Militärintervention von 22 Staaten, der Arabischen Liga, EU und Uno abgesegnet wurde. Die türkische Regierung ließ nun verlauten, dass sie Probleme mit dem forschen französischen Auftreten habe. Auf der anderen Seite ist Ankara aber auch gegen ein Nato-Kommando, weil das Bündnis in der muslimischen Welt nicht akzeptiert sei, heißt es.

–   Die Außenwirkung des Streits ist verheerend. Luxemburgs Außenminister Jean Asselborn erinnerte am Montag besorgt daran, dass längst Soldaten ihr Leben riskierten, um die Uno-Resolution durchzusetzen. Die chaotische Einsatzdiskussion nannte er vor diesem Hintergrund ein "schädliches Spiel", das nicht länger hinnehmbar sei.

–   Die Partnerländer sind genervt: Italiens Außenminister Franco Frattini sagte am Montag in Brüssel, ohne entsprechende Absprachen könne sein Land die bislang genutzten Luftwaffenstützpunkte nicht länger zur Verfügung stellen. "Die Nato muss die Initiative ergreifen", fügte er hinzu. Alle Bündnismitglieder müssten über das Vorgehen ihrer Partner informiert werden. Diese Informationen würden bisher nicht weitergegeben, rügte Frattini.

–   Norwegens Verteidigungsministerin Grete Faremo wies sechs von ihrem Land im Mittelmeer stationierte Flugzeuge an, vorerst keine Einsätze zu fliegen. Zunächst müsse "eine Kommandostruktur" geschaffen werden, sagte sie der norwegischen Nachrichtenagentur NTB. Dies könne noch "mehrere Tage" dauern.

Kritik aus Russland und China

–   Die Kritik an der Libyen-Mission wird auch außerhalb Europas immer lauter. Die Parteizeitung der chinesischen Kommunisten verglich die Militäraktion mit den Einmärschen im Irak und in Afghanistan, die USA und ihre Verbündeten verletzten internationales Recht.

–   Russlands Regierungschef Wladimir Putin fühlt sich gar an einen "Aufruf zum Kreuzzug aus dem Mittelalter" erinnert.

–   Putins Kritik offenbart einen tiefen Riss in der russischen Führung. Die Vetomacht hätte die Resolution stoppen können, doch der Kreml enthielt sich – ein Erfolg für proamerikanisch gesinnte Kreise um Präsident Dmitrij Medwedew. Angeblich erwog der Staatschef zwischenzeitlich gar, der Resolution zuzustimmen. Medwedew hat Putins Verbalattacke inzwischen als "inakzeptabel" verurteilt.

–   Dennoch zeigen Putins Verbalausfälle einmal mehr, in welch schwierige Gesellschaft sich Deutschland mit seiner eigenen Enthaltung im höchsten Uno-Gremium begeben hat. Am Montag versuchte Merkel den diplomatischen Spagat: Einerseits verteidigte sie das deutsche Abstimmungsverhalten. Andererseits erklärte sie, die Ermächtigung für "Odyssey Dawn" sei nach der Verabschiedung natürlich "auch unsere Resolution".

–   Eine ziemlich formalistische Argumentation, die auch in der Unionsfraktion nicht von allen nachvollzogen werden kann. Unionsfraktionschef Volker Kauder bügelte die kritischen Stimmen am Montag jedoch ab. Die Mehrheitsmeinung der Fraktion sei eine andere. Kauder sieht durch den Nato-Streit die Position der Bundesregierung bestätigt. "So unkoordiniert kann die Nato in solche Aktionen nicht hineingehen", klagte er im ZDF. Deswegen sei das "Nein" zum Militäreinsatz richtig gewesen.

–   Das Auswärtige Amt bemühte sich derweil, dem Eindruck zu widersprechen, Deutschland habe sich in Europa und der Welt durch seine Enthaltung isoliert. War Guido Westerwelle am Sonntag auf Nachfrage nach anderen Bedenkenträgern nur Polen eingefallen, verwies sein Sprecher nun auf das Nato-Mitglied Bulgarien.

–   Dessen Regierungschef Bojko Borissow bemängelte denn am Montag auch die Planung des Libyen-Einsatzes. In einem TV-Interview sprach Borrissow von einem "Abenteuer" ohne klare Ziele, in das er eigene Piloten niemals schicken würde.

–   So deutlich würde die Kanzlerin das natürlich niemals sagen.

Mit Material von dpa, dapd und Reuters

 

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