Decine di migliaia di lavoratori in tutta l’India sfidano il divieto di partecipare allo sciopero indetto dalle organizzazioni sindacali, non vi aderisce il BMS

Pubblichiamo due schede sulle ultime proteste in India basate su due articoli del periodico Frontline The Hindu:

Il 26 novembre, non scoraggiati dagli idranti e dalle ordinanze interdittive, migliaia di lavoratori hanno scioperato in risposta a un appello di 10 sindacati centrali (nota 1).

Lo sciopero ha ricevuto ampio sostegno da parte delle organizzazioni contadini e agricoltori che avevano indetto una protesta di due giorni il 26-27 novembre. Il governo ha represso pesantemente i manifestanti, con idranti e arresti di massa. In almeno due Stati, Orissa e Uttar Pradesh, è stato richiamata la legge sui lavori essenziali (Essential Services Maintenance Act – ESMA).

Le disposizioni dettagliate emanate il 25 novembre dal Ministero degli Affari, su zone di contenimento e divieti, presentate formalmente al fine di controllare la propagazione del COVID, servivano in realtà ad impedire ai lavoratori e ai contadini di protestare. Sono state chiuse le frontiere negli stati di Haryana, Delhi e Punjab, e ci sono stati molti arresti in piena notte negli Stati governati dal BJP.

Ha partecipato allo sciopero anche il settore non organizzato, e molti di loro, in particolare i lavoratori di Anganwadi, sono stati arrestati. A Delhi, la polizia ha arrestato circa un centinaio di persone, compreso un giornalista, Veena, del portale di informazione Jan Chowk.

Le federazioni dei lavoratori dei trasporti di tutta l’India hanno chiesto il ritiro della legge sui veicoli a motore (Motor Vehicles Act) del 2019.

Secondo il sindacato CITU (Federazione Centrale dei Sindacati Indiani), lo sciopero è stato totale nei distretti industriali di molti Stati (Karnataka, Telangana, Maharashtra, Punjab e Delhi). Vi hanno partecipato portuali di tutti i principali porti, lavoratori del carbone di tutti gli Stati produttori di carbone, dell’acciaio e minerale di ferro, compresi i lavoratori a tempo determinato (a contratto), come pure i dipendenti del bancario e assicurativo e di altri settori pubblici.

A Palghar Maharashtra, l’autostrada nazionale Mumbai-Delhi è stata bloccata da oltre 6.000 lavoratori della CPI (M), dell’All India Kisan Sabha (AIKS), della CITU e dell’All India Democratic Women’s Association (AIDWA) e da giovani lavoratori. Secondo l’AITUC, Il blocco è stato completo in Kerala, Puducherry, Odisha, Assam e Telangana e in 13 distretti del Tamil Nadu. I tassisti e i conducenti di auto e taxi non sono scesi in strada, così come i lavoratori dei trasporti.

I lavoratori chiedono:

  • il versamento in contanti di Rs.7.500 al mese alle famiglie il cui reddito è inferiore alla soglia per il pagamento dell’imposta sul reddito;
  • 10 kg di cereali per persona al mese a tutti i bisognosi;
  • l’universalizzazione del sistema di distribuzione pubblico;
  • salari minimi non inferiori a Rs.21.000 al mese con disposizioni per l’indicizzazione dei prezzi;
  • pensione maggiorata di Rs.10.000 al mese per l’intera popolazione attiva;
  • immediata sospensione dei disinvestimenti dei gruppi statali e centrali;
  • rifiuto del lavoro a contratto e del lavoro a tempo determinato;
  • eliminazione di tutti i massimali di pagamento e di eleggibilità del bonus, del fondo di previdenza e del pagamento dell’indennità;
  • revoca del congelamento dell’Indennità di Carestia e della circolare sul pensionamento anticipato dei dipendenti statali, smantellamento del Nuovo Piano Pensionistico e ripristino del vecchio Piano Pensionistico dei Dipendenti-95;
  • ampliamento delle opere MGNREGA (nota 2) a 200 giorni l’anno nelle aree rurali ed estensione delle garanzie occupazionali anche nelle aree urbane.

Le federazioni dei lavoratori dei trasporti di tutta l’India hanno chiesto il ritiro della legge sui veicoli a motore (Motor Vehicles Act) del 2019.

Unità operai-contadini

Ciò che ha caratterizzato lo sciopero generale di una giornata è stato il sostegno anche da parte dei contadini e dei lavoratori agricoli. Guidato dall’All India Kisan Sangharsh Samiti (AIKSS), negli ultimi cinque mesi un ampio fronte di oltre 100 organizzazioni di contadini, agricoltori e braccianti ha protestato pacificamente contro la recente legislazione agricola e la legge sull’elettricità. Molti dei leader dell’AIKSS negli Stati governati dal BJP sono stati arrestati lo stesso 26 novembre, il primo giorno della protesta.

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I NUOVI CODICI DEL LAVORO: una rovina per i lavoratori

T.K. RAJALAKSHMI

I Codici del Lavoro promulgati dal Parlamento, (nota 3) mentre l’opposizione boicottava la sessione “monsonica” riguardante le leggi sull’agricoltura, hanno lo scopo di accrescere la “facilità di fare affari” e di facilitare per i datori di lavoro assumere e licenziare i lavoratori. L’obiettivo delle riforme del lavoro è di migliorare la posizione dell’India nel rating “Facilità di fare affari” della Banca Mondiale e di aumentare la fiducia degli investitori.

Come le Leggi di riforma sull’Agricoltura, i Codici sono stati fatti passare in Parlamento con un dibattito minimo.

I tre disegni di legge, il Codice per le relazioni industriali (IR), il Codice per la sicurezza sul lavoro, la salute e le condizioni di lavoro (SSL) e il Codice di previdenza sociale, insieme al Codice dei salari del 2019, accorpano 44 leggi sul lavoro.

Tutti i Codici riguardano i salari, le relazioni industriali, la sicurezza sociale, la sicurezza e il welfare. L’accorpamento di 44 leggi sul lavoro che riguardano i salari, la sicurezza sociale, la salute sul lavoro e le relazioni industriali nei quattro Codici rende difficile per i lavoratori organizzarsi sindacalmente, ma facile per i datori di lavoro le ristrutturazioni, e assumere e licenziare a piacimento.

Il Codice sulla sicurezza occupazionale, la salute e le condizioni di lavoro (SSL) dice che le donne avranno diritto a tutti i tipi di lavoro, anche nel settore minerario, prima delle 6 del mattino e oltre le 19, con il loro consenso. Ma non stabilisce le tutele che i datori di lavoro devono mettere in atto prima di consentire alle donne di lavorare a tutte le ore. Le donne lavorano già in gran numero nell’agricoltura come manodopera agricola e nei servizi non agricoli, come l’edilizia a basso salario, e hanno poco potere contrattuale o di tutela della salute sul lavoro. Per la maggior parte di loro, lavorare non è una scelta, ma una questione di sopravvivenza. Aprendo tutti i settori alle donne senza mettere in atto salvaguardie relative all’ambiente di lavoro e garanzie di salari dignitosi, il Codice mira a incoraggiare l’impiego delle donne nei moderni opifici di sfruttamento.

Il Codice legalizza il lavoro interinale prevedendo il rilascio di licenze di lavoro alle imprese appaltatrici. Esso consente persino l’impiego di manodopera interinale in attività fondamentali in cui “di norma il lavoro veniva svolto tramite un appaltatore” o in cui “non erano richiesti lavoratori a tempo pieno” o in cui vi è un improvviso aumento del volume di lavoro che richiede più manodopera.

In caso di emergenza, il governo può esentare, mediante notifica, qualsiasi classe di stabilimento o qualsiasi classe di appaltatori da una o più disposizioni del Codice. Il Codice vieta l’impiego di persone di età inferiore ai 18 anni nelle miniere, ma consente l’assunzione di persone di età superiore ai 16 anni per lavorare come apprendisti.

Il Codice prevede l’istituzione di comitati per la sicurezza negli stabilimenti che impiegano più di 250 lavoratori. Il che esclude il 90% degli stabilimenti. Laddove il codice è applicabile, le clausole penali non sono per nulla severe, in quanto esiste una condizione specifica che prevede che il datore di lavoro possa essere perseguito penalmente solo per i reati ripetuti. Si stima che ogni anno in India si verifichino 40.000 decessi nei luoghi di lavoro.

Il Codice IR, sulle relazioni Industriali, abroga la Legge sui sindacati del 1926; la Legge sull’Occupazione industriale (ordinanze permanenti) del 1946 e la Legge sulle controversie industriali del 1947. Da una parte dichiara “il raggiungimento della pace e dell’armonia industriale quale obiettivo finale nella risoluzione delle controversie industriali e il progresso dell’industria creando l’armonia e rapporti cordiali tra i datori di lavoro e i lavoratori”.

Al datore di lavoro viene “assicurata la flessibilità di impiegare i lavoratori sulla base delle esigenze” e senza restrizioni in qualsiasi settore.

Dall’altra essa introduce i contratti a tempo determinato. Sarebbe questo un enorme vantaggio per i lavoratori, dato viene detto che i dipendenti a tempo determinato (con la durata decisa dal datore di lavoro) saranno trattati alla pari dei lavoratori a tempo indeterminato. In realtà i lavoratori a tempo determinato possono essere licenziati senza preavviso e non potranno partecipare agli scioperi insieme ad altri lavoratori.

La caratteristica peggiore del codice IR, tuttavia, è che ha modificato le ordinanze permanenti del capitolo IV della legge sulle controversie industriali, elevando da 100 a 300 la precedente soglia del numero di lavoratori in base alla quale gli stabilimenti dovevano ottenere l’autorizzazione del governo prima del licenziamento, della sospensione o del ridimensionamento: solo gli stabilimenti che impiegano 300 o più addetti devono ottenere l’autorizzazione prima di licenziare i lavoratori o di ridimensionarli. Già diversi governi regionali, compresi quelli a guida del Partito del Congresso, avevano introdotto questi cambiamenti.

Il Codice sulle Relazioni Industriali rende difficoltosa la creazione di sindacati e ha posto delle restrizioni al diritto di sciopero. Ad esempio, uno sciopero è definito come “abbandono occasionale concertato”, dove il 50% o più lavoratori sono tenuti a dare il preavviso. Per essere registrato un sindacato deve avere almeno 100 lavoratori iscritti oppure il 10% del totale dei lavoratori.

Allo stesso modo, solo un sindacato che ha il sostegno del 51% o più della forza lavoro di un’impresa può essere considerato l’unico agente negoziale, ha cioè il monopolio della rappresentanza sindacale (peggio della percentuale proposta nella bozza che era del 75%).

Vengono eliminati i tribunali distrettuali del lavoro e prevede un unico tribunale industriale in ogni Stato, rendendo così più gravoso per i lavoratori il meccanismo di contestazione e risoluzione delle controversie.

Gli stabilimenti industriali che impiegano meno di 50 lavoratori o che svolgono un “lavoro stagionale” o un lavoro intermittente non saranno tenuti a pagare un indennizzo per la riduzione del personale.

Il Codice sulle relazioni industriali non è vincolante per le imprese.  Nel caso di nuove imprese, se il governo è convinto che sia nell’interesse pubblico, un’impresa può essere esentata da una o da tutte le disposizioni del Codice.

Il Codice sulla Previdenza sociale aggrega nove leggi federali.

Una novità introdotta, è il potere attribuito al governo centrale di rinviare o ridurre i contributi al Fondo di previdenza da parte dei datori di lavoro o dei dipendenti per tre mesi in caso di pandemia, epidemia o calamità naturale.

Un’altra novità è la proposta di creare una contabilità separata per il fondo di previdenza sociale per i lavoratori del settore non organizzato e per i lavoratori della gig economy e quelli delle piattaforme e un conto separato per l’importo riscosso a titolo di ammenda per la violazione dei codici.

La copertura della Previdenza sociale è limitata e non è estesa a tutte le categorie di lavoratori, in base alla dimensione aziendale. Il fondo di previdenza esclude le piccole e medie imprese.

[FRONTLINE.THE HINDU     201123/26]


NOTE:

1) L’lndian National Trade Union Congress (INTUC), il Centre of Indian Trade Unions (CITU), l’All India Trade Union Congress (AITUC), l’All India United Trade Union Centre (AIUTUC), il Trade Union Coordination Centre (TUCC), la Self Employed Women’s Association (SEWA), la Hind Mazdoor Sabha (HMS), l’All India Central Council of Trade Unions (AICCTU), la Labour Progressive Federation (LPF) e l’United Trade Union Congress (UTUC). Non ha partecipato allo sciopero Il Bharatiya Mazdoor Sangh (BMS), ala sindacale del Rashtriya Swayamsewak Sangh (RSS), che è un’organizzazione di volontariato paramilitare di destra indiana, nazionalista indù e paramilitare.

2) Il Mahatma Gandhi National Rural Employment Guarantee Act (MGNREGA), noto anche come Mahatma Gandhi National Rural Employment Guarantee Scheme (MNREGS) è una legge indiana promulgata il 25 agosto 2005. L’MGNREGA fornisce una garanzia legale per cento giorni di lavoro per ogni anno finanziario ai membri adulti di qualsiasi famiglia rurale che desiderano svolgere lavori manuali non qualificati legati al lavoro pubblico con il salario minimo previsto dalla legge.

3) Nel 2002 venne respinta l’idea dell’accorpamento delle 44 leggi sul lavoro avanzata per la prima volta dalla Commissione nazionale sul lavoro sotto il governo dell’Alleanza democratica nazionale (NDA). Riuscì a passare nel 2020 con il governo del BJP, senza convocare la Conferenza del Lavoro Indiana, tripartita. Ad essa si sono opposte tutte le maggiori centrali sindacali: il Congresso sindacale nazionale indiano (INTUC), il Centro dei sindacati indiani (CITU), il Congresso sindacale di tutta l’India (AITUC), il Sabha Hind Mazdoor (HMS), il Comitato di coordinamento dei sindacati di tutta l’India (AICCTU) e il Congresso sindacale unito (UTUC).

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