Dopo i massacri, le truppe ONU. Come gli avvoltoi

Libano: nuova missione per l’imperialismo
italiano


Il governo
italiano
si appresta ad inviare
3 mila militari in Libano col berretto dell’ONU, mentre non ha ancora
ritirato le truppe dall’Irak. Che non si tratti di una missione di pace, ma di
influenza imperialista, risulta chiaro dal quadro della
situazione.Nonostante le enormi distruzioni e
un migliaio di morti civili, Israele, tra contrasti interni, ha mancato
l’obiettivo di smantellare le milizie Hezbollah in Libano, armate dall’Iran.

Iran e Siria cantano vittoria, vedendo aumentato
il proprio potere contrattuale, a poco prezzo (a pagare è stato il proletariato
libanese).
L’ONU, l’associazione comandata dalle
potenze imperialiste, come sempre ha lasciato bombardare le popolazioni civili
per un mese, e ha adottato una “risoluzione” ambigua per il cessate il fuoco
solo quando è sembrato conveniente a tutte le grandi potenze e allo stesso
Israele (che non ha smesso di sparare e di bloccare l’accesso ai porti libanesi,
mentre la Siria ha sospeso le forniture di elettricità).
Le potenze europee vedono uno spazio per ristabilire
proprie aree di influenza separatamente dagli USA, presentandosi come “pacieri”
sotto l’ombrello ONU.
In Italia, la prospettiva di
una missione militare indipendente dagli USA e in un’area di vitale importanza
economica ha raccolto sia l’approvazione dell’opposizione che l’adesione
entusiasta di Rifondazione e PdCI. Il governo Prodi, dopo il ritiro dall’Iraq,
prosegue la politica di interventismo militare che ha caratterizzato i governi
degli ultimi anni, Berlusconi incluso.
Forse ci si dimentica l’analoga
missione dell’82, quando i soldati italiani lasciarono sguarnita l’area dei
campi di Sabra e Chatila permettendo il massacro dei profughi palestinesi inermi
da parte delle milizie cristiano-maronite, allora appoggiate dalla Siria, sotto
il vigile sguardo delle forze israeliane.
Il governo italiano, con la benedizione di russi e
israeliani, ha approfittato di un passo indietro della Francia per proporsi alla
guida della missione, nell’intento di rosicchiare l’influenza francese nell’area
(come già in Irak). Pare dovrà aspettare a febbraio, quando la Francia cederà il
comando Unifil.
Le truppe ONU, 6-7 mila da paesi europei, di cui
quasi metà italiane, potranno sparare per
difendersi… anche preventivamente. Missione di pace con licenza d’uccidere. E
i reati che commetteranno in Libano non saranno punibili dalle autorità
libanesi.
Stati Uniti e Gran
Bretagna
e di fatto
anche la Germania si tengono le mani libere, con le loro flotte pronte a
intervenire.
La partita libanese è parte della
più grande partita per il controllo del Medio Oriente giocata, oltre che
con l’occupazione dell’Irak, anche col braccio di ferro con l’Iran sul
nucleare
. Una partita tra le borghesie locali e tra gli imperialismi, in cui
USA, GB, Francia, Russia, Cina e Germania, con il convitato di pietra Giappone,
usano le ambizioni iraniane per portare avanti ciascuno i propri interessi a
scapito degli altri. Una partita infida, a carte coperte, che non mancherà di
produrre nuovi massacri.
In palio c’è anche il business
della ricostruzione
(creato dalle bombe israeliane), che ha già fatto salire
alle stelle le azioni delle grandi imprese di costruzione libanesi controllate
da sunniti e drusi (il cinismo del capitale: mille morti proletari e un milione
di sfollati valgono bene una messe di profitti).
Noi diciamo NO a questa nuova
missione imperialista
, spacciata per missione di pace. Nessuna missione
militare, guidata da destra o da sinistra, potrà tutelare la pace, ma solo gli
interessi della borghesia italiana.
Nessuna pace potrà durare finché il
Medio Oriente resterà alla mercé degli interessi delle avide borghesie nazionali
e degli imperialismi; solo il proletariato, liberato dall’influenza del
nazionalismo potrà portare pace lottando per una società senza
classi.
Solo una coerente opposizione
all’imperialismo del proprio paese, che ne rigetti le missioni militari sia a
fianco degli USA che degli europei potrà rafforzare le posizioni
internazionaliste.

No alle missioni militari
dell’imperialismo italiano, in Libano e
altrove!

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