Futuro giallo-nero – La Cancelliera dimezzata Commento

Der Spiegel   090928

Futuro giallo-nero – La Cancelliera dimezzata

Commento di Gabor Steingart

Tesi Spiegel:

●    La Merkel è ora una cancelliera dimezzata, il capo dei liberali tedeschi FDP, Guido Westerwelle, appare come il “salvatore” e “tutore”.

●    Perdono peso ovunque i partiti operai e ne acquistano quelli dei funzionari.

●    L’ascesa della FDP segnala una cambiamento sociale: se nella fase precedente si è ribellata la classe operaia contro lo sfruttamento per opera dei capitalisti, ora si ribellano i funzionari e la piccola borghesia contro lo sfruttamento/il salasso per opera dello Stato.

in Germania ci sono circa 10mila imprese del cosiddetto ceto medio (PMI) con hanno un fatturato annuale di oltre €50mn., tra queste molte sono quotate in Borsa. Molte PMI lamentano problemi nel finanziamento, il governo reme un peggioramento nel 1° e 2° trimestre 2010. (Die Welt, 13.09.09/18.08.09). Il nuovo ministro Economia, zu Guttenberg: stiamo approntando strumenti per combattere il problema.

●    FDP e spesso i Grünen (Verdi) sono i partiti dei nuovi oppressi, oppressione magari solo nella percezione,

o   dato che il decile superiore di chi ha un reddito paga la metà dell’imposta sul reddito.

●    La vittoria dei liberali FDP non è dovuta alla loro forza ma alla debolezza riformista di Angela Merkel, che si è fatta sfuggire tutte le opportunità.

o   Il debito è il più alto che ami; praticamente tutte le casse previdenziali sociali sono in deficit;

o   metà delle imposte sul reddito è destinato nel prossimo anno alla cassa pensioni; un quarto a pagare gli interessi alle banche.

●    La Merkel, politicamente debole dopo le elezioni del 2005, non ha mai attuato le riforme necessarie per non avere frizioni nella coalizione con la SPD. Il coraggio per le riforme le viene ora dalla FDP.

●    Westerwelle, futuro vicecancelliere, ha avuto un forte mandato soprattutto nei Land che producono una grossa quota del Pil tedesco: Nord-Reno-Wesfalia, Baden-Württemberg e Baviera.

●    I produttori si sono ribellati alla Grosse Koalition dei politici sociali, tra i quali i nuovi arrivati sono la Merkel e il capo CSU, Horst Seehofer.

– Spiegel critica come incapace di agire l’attuale SPD; elogia come “facitori” e non solo “sognatori” gli SPD Helmut Schmidt, Gerhard Schröder (dei tempi migliori), e anche Willy Brandt.

– Invita la FDP di Westerwelle a riformare, senza tartassare; Westerwelle è un “facitore”, che deve imparare a valutare meglio le scelte, il contrario della Merkel, che sa valutare cosa occorre fare, ma non lo fa.

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Der Spiegel   090928

Elezioni parlamentari – Le reazioni estere ai giallo-neri

Benjamin Bidder, Gregor Peter Schmitz e Carsten Volkery

– USA: si congratulano per il rafforzamento dei vecchi alleati, che rafforzerà e approfondirà la cooperazione tra i due paesi; la Merkel è stata un’importante alleata su Afghanistan e MO; la Germania ha un ruolo centrale sia in Europa che nella Nato. Un passo importante far rinascere il Consiglio economico transatlantico, proposto dalla stessa Merkel nel 2007. WP: che la Merkel formi una coalizione con un partito filo-economico; sgradita la Grosse Koalition.

– Turchia le manca già la SPD, fautrice dell’ammissione della Turchia nella UE; la SPD aveva imposto che nel trattato di coalizione venisse dichiarato che la posizione tedesca rimanesse inalterata, e che i negoziati continuassero; in Germania hanno vinto i nemici della Turchia (giornale “Milliyet”); “rischio per la Turchia” (giornale “Zaman); “il peggior scenario prevedibile è ora realtà (emittente CNN Türk); “la Merkel è sempre stata per un’alleanza privilegiata e non per un ingresso a pieno titolo della Turchia nella UE.

– GB, il primo ministro Gordon Brown dedica solo due righe alle elezioni tedesche, è in gioco la sua sopravvivenza nel congresso laburista. con la crisi finanziaria Brown e Merkel hanno rappresentato due poi opposti nella UE.

– Il Financial Times: il margine di maggioranza dei giallo-neri non permetterà riforme radicali;

– Il Guardian: la Merkel è la migliore socialdemocratica. Per la politica estera la GB prevede continuità, cioè attriti con USA e GB, su Afghanistan, Turchia in Europa e sanzioni contro l’Iran.

– Francia: Sarkozy si congratula;

– Libération: Supermerkel con FDP condurrà una politica pragmatica, ma più liberistica di prima.

– Russia: le relazioni Germania-Russia sono buone e non dipendono più da singoli personaggi del governo (Westi, programma di un’emittente statale russa); Mosca non si fida del presunto futuro nuovo ministro Esteri, l’FDP Westerwelle, privo di esperienza per gli Esteri, diversamente da Steinmeier, ritenuto “eccellente diplomatico”, e preferito dai russi come cancelliere. Westerwelle aveva dichiarato in primavera che ritiene “sbagliato” considerare la Russia un avversario strategico della Germania.

– Ci si aspettano negoziati difficili con Westerwelle agli Esteri su energia e diritti umani (rivista “Expert”); l’ex ministra alla Giustizia FDP, Sabine Leutheusser-Schnarrenberger, si è occupata dell’ex-oligarca russo incarcerato Michail Chodorkowski.

– Ma già lo scorso anno, avendo registrato un crollo dei socialdemocratici, Mosca si era preparata ad un secondo mandato della Merkel, che ha trovato una buona base di dialogo con i leader russi (periodico “Russia in Global Affairs”). Continueranno le relazioni “nello spirito dell’alleanza strategica” (giornale del governo russo “Rossiskaja Gaseta”).

– Nato e UE si attendono continuità nelle questioni importanti di politica estera ed europea, con possibilità di nuovi accenti politici da parte dei nuovi personaggi al governo.

o   dato l’attrito tra Bruxelles e Berlino su alcune questioni importanti, ammissibilità delle “leggi VW” e sul salvataggio Opel, la loro soluzione dipende da chi saranno i futuri ministri tedeschi del settore.

Der Spiegel

28. September 2009, 10:32 Uhr

Schwarz-gelbe Zukunft – Die halbierte Kanzlerin

Ein Kommentar von Gabor Steingart

–   Die Liberalen sind nicht aus eigener Kraft zum großen Sieger der Bundestagswahl avanciert. Es war Angela Merkels Reformschwäche, die FDP-Chef Westerwelle stark gemacht hat. In einem schwarz-gelben Bündnis verkörpert nun er die bessere, weil dynamischere Hälfte.

Berlin – Worin besteht Führungskraft? Der heute 79-jährige James Baker, einst Finanz-, danach Außenminister der USA, hat mir die Frage kürzlich so beantwortet: "To know what to do. And to do it." Wissen, was zu tun ist. Und es tun.

–   Diesen zweiten Teil – das Tun – hat Angela Merkel nie geliefert. Sie wusste, was zu tun war in Deutschland: Sozialkassen sanieren, Bildungssystem erneuern, Steuersystem vereinfachen und den Bürgern die Wahrheit über den Zustand unseres Gemeinwesens sagen. Nur hat sie leider nichts davon umgesetzt. In Merkels Augen war es immer der falsche Zeitpunkt für eine deutsche Reformpolitik. Es hat irgendwie nie gepasst. Nach der Wahl 2005 war sie politisch schwach, danach wollte sie keinen Ärger in der Koalition mit der SPD, und dann war es auch schon zu spät.

–   Ihre Kanzlerschaft war reich an verpassten Gelegenheiten. Wohl nie zuvor hat ein deutscher Regierungschef so weit unter seinen Möglichkeiten regiert. Diesen Teil zwei, das Tun, muss Merkel nun unter Schmerzen nachliefern. Der Wähler hat die FDP stark gemacht, damit Merkel nicht wieder weich wird. Der Mut, der Angela Merkel fehlt, wird ihr nun von außen injiziert.

–   Guido Westerwelle ist damit Lebensretter und Erziehungsberechtigter in einer Person. Die andere, die bessere, weil hoffnungsgeladene Hälfte der Koalitionsregierung verkörpert nun er.

Merkel hingegen ist nur noch eine halbe Kanzlerin.

–   Denn selten hat ein künftiger Vizekanzler ein derart eindeutiges Mandat vom Wähler erhalten. Vor allem in den Nordrhein-Westfalen, Baden-Württemberg und Bayern, da wo große Teile des deutschen Bruttosozialprodukts erwirtschaftet werden, hat man ihn stark gemacht.

–   Die Wohlstandsproduzenten wehrten sich gegen die große Koalition der Sozialpolitiker, die in Merkel und CSU-Chef Horst Seehofer ihre prominentesten Neuzugänge zu verzeichnen hatte.

–   Der Zuwachs der FDP kennzeichnet damit auch einen gesellschaftlichen Wechsel.

o    Früher war die Ausbeutung der Arbeiterklasse durch den Kapitalisten das Erkennungsmerkmal der Epoche. An ihre Stelle ist die Ausbeutung von Angestellten und Mittelständlern durch den Staat getreten, wogegen die Geschröpften genauso rebellieren wie einst die geknechteten Arbeiter. Im politischen Raum kommt es vor unser aller Augen zur historischen Verschiebung: Die Arbeiterparteien verlieren überall an Bedeutung. Die Angestelltenparteien legen zu.

Gefühlte Unterdrückung

–   Die FDP und oft auch die Grünen sind die Parteien der neuen Unterdrückten – und sei ihre Unterdrückung zuweilen auch nur eine gefühlte.

–   Immerhin: Die oberen zehn Prozent der Einkommensbezieher zahlen die Hälfte der Einkommensteuer. Das macht empfindsam. Ökobauern, Anwälte und Schraubenfabrikanten lieben ihren Gewinn so innig wie der Schichtarbeiter seinen Schichtzuschlag.

–   Doch das Wahlergebnis reicht über persönliche Betroffenheit weit hinaus. Dem Land haben vier Jahre Merkel erkennbar nicht gut getan.

o    Die Schulden sind so hoch wie nie. Praktisch alle Sozialkassen melden Defizite. Die eine Hälfte der Einkommensteuer-Milliarden fließt im kommenden Jahr an die Rentenkasse, die weiteres Viertel als Zinszahlung an die Banken. Der kostspielige deutsche Wahlkampf – mit Opel-Rettung und Abwrackprämie – hat alle bisherigen Finanzprobleme noch verschärft. Die Wirtschaft wird sich erholen, wenn sich die Weltwirtschaft insgesamt berappelt. Die deutsche Staatlichkeit aber bleibt in prekärer Verfassung. Reformen sind in dieser Lage nicht neoliberal, sondern notwendig.

–   Wissen, was zu tun ist. Und es tun. Das gilt übrigens auch für die SPD, zumindest wenn sie weiter Regierungspartei sein möchte. Sie stand in ihrer über 140-jährigen Geschichte meistens besser da, wenn sie sich an Notwendigkeiten orientierte und nicht an Träumereien. Helmut Schmidt war ein Macher, Gerhard Schröder in seinen besten Zeiten auch. Selbst Brandt war nicht nur der Träumer, der heute vielfach aus ihm gemacht wird. "Wer morgen sicher leben will, muss heute für Reformen kämpfen", stand einst auf seinen Wahlplakaten. Er prägte den Begriff von der "neuen Mitte".

–   Auf Guido Westerwelle ruhen nicht nur Hoffnungen, sondern auch Ängste. Die Deutschen wollen reformiert, aber nicht schikaniert werden. Das Land will moderner, aber nicht unmenschlicher werden. Der deutsche Umweg der letzten vier Jahre war nicht nur Merkels Schuld. Eine als zu schrill empfundene FDP hat den Reformeifer im Lande genauso gedämpft wie die Logik des Steuerprofessors Paul Kirchhof. Der neue Vizekanzler sollte den Kredit der Wähler also nicht gleich wieder verspielen. Sein Problem ist oft genau umgekehrt gelagert wie das merkelsche: Er ist ein Macher. Er tut gern. Seine Schwäche ist eher die kluge Einschätzung dessen, was zu tun ist.

Diese Wahl ist für ihn eine Ermunterung, aber auch eine Ermunterung zum Nachdenken. Er hat ein Reformmandat erhalten, aber keine Lizenz zur Kahlschlagsanierung.

© SPIEGEL ONLINE 2009

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Der Spiegel     090928

28. September 2009, 16:16 Uhr

Bundestagswahl – Wie das Ausland auf Schwarz-Gelb reagiert

Von Benjamin Bidder, Gregor Peter Schmitz und Carsten Volkery

–   Weltweit haben Regierungen den Wahlsieg von Union[e] und FDP höchst unterschiedlich aufgenommen: Die USA begrüßten die Stärkung einer alten Verbündeten, die Türkei vermisst schon jetzt die SPD – und Russland misstraut einem deutschen Außenminister namens Westerwelle.

–   London/Moskau/Washington – US-Präsident Barack Obama gratulierte Bundeskanzlerin Angela Merkel telefonisch zu ihrem. In dem Gespräch hätten beide darin übereingestimmt, dass sich mit der "Wahl einer starken deutschen Regierung unsere Zusammenarbeit weiter verstärken und vertiefen" werde, teilte die US-Regierung am Sonntagabend in Washington mit.

"Die Vereinigten Staaten und Deutschland sind enge Verbündete und Partner bei der weltweiten Förderung von Freiheit, Sicherheit und Wohlstand", hieß es in einer Erklärung des Weißen Hauses.

–   Washington war von einem Sieg der Kanzlerin ausgegangen. Im Juni hatte Obama ihr bei einem Besuch im Weißen Haus zugeflüstert: "Ach, Sie haben doch schon gewonnen. Ich weiß nicht, worüber Sie sich immer Sorgen machen." Die klare Wahlprognose, ungewöhnlich für einen US-Präsidenten, wurde von einer TV-Kamera aufgezeichnet.

–   Obamas Parteifreund, der demokratische Kongressabgeordnete Russ Carnahan, sagte SPIEGEL ONLINE: "Die deutschen Wähler haben eine klare Botschaft gesendet, in welche Richtung ihre Politik gehen soll. Bundeskanzlerin Angela Merkel ist ein starker Partner bei der Stabilisierung Afghanistans und bei der Vermittlung von Friedensverhandlungen zwischen Israelis und Palästinensern gewesen." Carnahan, der als Vorsitzender der Congressional Study Group on Germany fungiert, sagte weiter: "Sie hat mitgeholfen, eine iranische Atombombe zu verhindern und wirtschaftliche und politische Stabilität in Russland zu fördern. Ich bin mir sicher, dass wir die Zusammenarbeit bei diesen wichtigen Problemen, die unsere beiden Nationen berühren, erfolgreich fortsetzen können."

"Angela Merkels ruhige Präsenz stand für eine Politik der Sicherheit"

–   Der ehemalige US-Botschafter in Berlin und Vize-Finanzminister der Bush-Regierung, Robert Kimmitt, formulierte gegenüber SPIEGEL ONLINE einen Arbeitsauftrag für die Kanzlerin: "Deutschland spielt nicht nur eine zentrale Rolle in Europa, sondern auch in der transatlantischen Partnerschaft. Daher hoffe ich, dass für die neue Regierung neben ihren heimischen Anliegen auch Deutschlands weltweite Verantwortung eine Priorität darstellt – nicht allein in der Außen- und Sicherheitspolitik, sondern ebenso in Wirtschafts- und Finanzfragen. Ein Schritt dahin wäre eine Wiederbelebung des Transatlantischen Wirtschaftsrates, den Bundeskanzlerin Merkel selbst 2007 während der deutschen EU-Präsidentschaft angestoßen hat. Dieses Gremium hilft, Handelsschranken auf dem immer noch wichtigsten Markt der Welt abzubauen oder gar ganz zu beseitigen."

–   Charles Maier, Geschichtsprofessor an der Harvard University und einer der besten Deutschlandkenner in den USA, analysierte im Gespräch mit SPIEGEL ONLINE: "Bei diesen Wahlen ging es nicht um eine Entscheidung zwischen Rechts oder Links. Eine Mehrheit der deutschen Wähler, darunter wohl viele ältere Menschen, wünschte sich eine Politik der Sicherheit. Angela Merkels ruhige Präsenz stand dafür. Die Wähler, die mehr Vision und Aufbruch wollten, waren in der Minderheit und verteilten sich auf Linke, Grüne und die SPD. Für die Sozialdemokraten war diese Teilung verheerend – sie ließ keinen Raum für zwei Volksparteien. Jetzt steht die SPD kurz vor der Auflösung. Es war auch falsch für die Partei, einfach der Linken hinterher zu jagen, sie muss eigene neue Themen besetzen."

–   Die "Washington Post" nannte die bisherige Große Koalition "unbehaglich" und wies darauf hin, dass Merkel nun eine Koalition mit einer "Pro-Wirtschaftspartei", der FDP, forme – die historisch enge Verbindungen zu den Vereinigten Staaten unterhalte.

–   Die "New York Times" bewertete Merkels Wahlsieg differenziert. "Ihr Sieg könnte langfristig ihre Stellung schwächen, weil ihre Partei ihr schlechtestes Ergebnis seit 60 Jahren erzielt hat", kommentierte das Blatt. Indem die Kanzlerin ihren "matten" Wahlkampf weitgehend auf ihre persönliche Beliebtheit zugeschnitten habe, habe sie sich weiter von ihrer Parteibasis entfremdet.

Großbritannien – Nur ein Zweizeiler von Gordon Brown

–   In Großbritannien stand die Bundestagswahl im Schatten des Labour-Parteitags. Das gesamte Establishment blickte nach Brighton, wo der britische Premierminister Gordon Brown um sein politisches Überleben kämpft. Weder die Downing Street noch das Außenministerium verschwendeten daher viele Gedanken daran, der deutschen Kanzlerin zu ihrem Sieg zu gratulieren. Brown schickte am Sonntagabend einen knappen Zweizeiler: Er gratuliere und freue sich, die enge Arbeitsbeziehung fortzuführen. Der britische Premier hat kein sonderlich gutes Verhältnis zu Merkel – in der Finanzkrise haben sie häufig gegensätzliche Pole innerhalb der EU vertreten.

–   Die Kommentatoren in den Medien bewerteten das Votum für Schwarz-Gelb unterschiedlich: Während die konservative "Times" die Kanzlerin bereits als "entfesselt" sieht und endlich auf dem Weg zu "den Reformen, die Deutschland braucht", bewahrten die "Financial Times" und der "Guardian" einen kühleren Kopf. In der FT wies Quentin Peel darauf hin, dass eine schwarz-gelbe Koalition nur eine einstellige Mehrheit hätte und ein radikales Umsteuern daher unwahrscheinlich sei.

–   Der "Guardian" schrieb, Merkel sei die "bessere Sozialdemokratin", und die risikoscheuen Deutschen hätten sie gewählt, weil sie zufrieden damit seien, was sie haben. Trotz Merkels großer Beliebtheit habe es nur zum zweitschlechtesten CDU-Ergebnis in der Geschichte gereicht, das mache die Kanzlerin in ihrer Partei angreifbar.

BBC-Europakorrespondent Gavin Hewitt schrieb in seinem Blog, die Koalition mit der FDP gebe Merkel nun die Chance, "ihre wahren Instinkte zu zeigen". Die Bilanz der vergangenen vier Jahre lege aber nahe, dass sie auch weiterhin pragmatisch regieren werde.

–   In der Außenpolitik erwarten die Briten Kontinuität, und das heißt – wie schon in den vergangenen Jahren – Reibereien mit den USA und Großbritannien. Afghanistan, Türkei in Europa, Sanktionen gegen Iran – in all diesen Punkten sei Merkel anderer Meinung als Washington und London, schrieb der "Guardian". Die Konflikte zwischen Deutschland und Großbritannien werden noch zunehmen, wenn der konservative EU-Skeptiker David Cameron wie erwartet die Unterhauswahl im nächsten Frühjahr gewinnen sollte.

Frankreich – Handschriftliche Grüße von Freund Nicolas

–   Frankreichs konservativer Präsident Nicolas Sarkozy freute sich überschwänglich, dass seine engste Alliierte auf dem internationalen Parkett gestärkt aus der Wahl hervorging. Noch vor Bekanntgabe des offiziellen Wahlergebnisses schickte der Franzose seine Glückwünsche: Er wünsche Merkel "vollen Erfolg bei der großen Aufgabe", die die Deutschen ihr zum zweiten Male anvertraut hätten. Darunter setzte er handschriftlich: "Dein Freund Nicolas Sarkozy." In den Debatten zur Finanzmarktregulierung waren die beiden Regierungschefs häufig gemeinsam gegen die Angelsachsen aufgetreten.

–   Linksliberale Medien wie die "Liberation" zeigten sich jedoch verstört über den "deutschen Widerspruch", dass mitten in der Finanzkrise eine liberale Partei belohnt wird. "Supermerkel" werde mit der FDP "eine sicherlich pragmatische Politik betreiben, aber gewiss liberaler als vorher", kommentierte das französische Blatt. "Um den Liberalismus zu stoppen, in Deutschland und anderswo, bedarf es einer vereinten und glaubwürdigen Linken, die in der Lage sein muss, eine Rechte zu schlagen, die in Paris wie in Berlin sehr wohl in der Lage ist, ihre Politik anzupassen, um in der Mitte Stimmen zu gewinnen."

–   Die "Dernières Nouvelles d’Alsace" aus Straßburg kommentierten gelassen, der deutsche Konsens über die soziale Marktwirtschaft werde nun eben ohne die SPD weitergeführt. Am guten Betrieb des deutsch-französischen Tandems werde sich nichts ändern, schrieb die Zeitung: "Auf der anderen Rheinseite hat Merkels Freund Nicolas Sarkozy aufgeatmet und dies auch wissen lassen."

Russland – Unbekannte Größe FDP

–   In Russland hingegen hätte man sich lieber einen Kanzler namens Frank-Walter Steinmeier gewünscht. Der Sozialdemokrat wird in Moskau als legitimer Erbe Gerhard Schröders gesehen, der einst Wladimir Putin zum "lupenreinen Demokraten" adelte. Merkel hingegen hatte für solche Verbeugungen gen Moskau nie etwas übrig. "Die ungewöhnliche Freundschaft zwischen Schröder und Putin hat Merkel nicht wiederholt", sagt Fjodor Lukjanow, Chefredakteur der renommierten Zeitschrift "Russia in Global Affairs".

–   Gleichwohl hat man auch in Moskau den rapiden Absturz der Sozialdemokraten in den vergangenen Jahren sehr genau registriert und sich längst auf eine weitere Amtszeit Merkels eingestellt. Zumal, wie Lukjanow betont, auch Merkel mit der russischen Führung eine gute Gesprächsebene gefunden habe – und zwar "sowohl mit Putin, als auch mit Medwedew". Das war zuletzt beim Besuch des russischen Präsidenten im Juli in München zu beobachten: Geradezu ausgelassen flachsten Merkel und Medwedew am Rande der Gespräche.

–   Merkel ist den Russen inzwischen bestens vertraut. Außerdem seien die bilateralen Beziehungen inzwischen so exzellent, dass sie nicht mehr von einzelnen Personen in der Regierung abhingen, meinte Iwan Radionow, früherer Deutschland-Berichterstatter der TV-Sendung "Westi" im russischen Staatsfernsehen. Auch die Regierungszeitung "Rossiskaja Gaseta" setzt darauf, dass sich die bilateralen Beziehungen weiter "im Geiste der strategischen Partnerschaft" entwickelten.

"Ein völlig neuer Außenminister, der keinerlei Erfahrung als Diplomat hat"

–   Als noch weitgehend unbekannte Größe im neuen Berliner Machtgefüge gilt russischen Beobachtern vor allem die erstarkte FDP, die aller Voraussicht den Außenminister stellen wird. Während Steinmeier als "exzellenter Diplomat" und "Architekt der deutschen Außenpolitik" gelobt wird, werden Guido Westerwelles Ambitionen auf das Außenamt mit deutlicher Zurückhaltung betrachtet. Der hatte sich bereits im Frühjahr als eine Art Außenminister der Reserve warmgelaufen und im SPIEGEL verkündet, er halte es für "grundfalsch", Russland als Deutschlands strategischen Gegner anzusehen.

–   "Deutschland bekommt jetzt einen völlig neuen Außenminister, der noch keinerlei Erfahrungen als Diplomat hat", mahnt Ex-Korrespondent Radionow. Und das Magazin "Expert" stellt sich schon auf schwierige Verhandlungen mit dem neuen Mann ein: "Für Russland wird ein Außenminister Guido Westerwelle bedeuten, dass Deutschland eine härtere Position in Energiefragen bezieht, aber auch in Fragen von Menschenrechtsverletzungen. Es ist möglich, dass in den Beziehungen zu Russland wieder Themen aufkommen, die längst vergessen geglaubt waren, etwa die Verhaftung und Verurteilung von Michail Chodorkowski." Schließlich habe sich vor allem die ehemalige FDP-Justizministerin Sabine Leutheusser-Schnarrenberger immer wieder für den inhaftierten Ex-Oligarchen eingesetzt.

Türkei: Schwierige Zeiten für den EU-Beitritt erwartet

–   In der Türkei sorgte der schwarz-gelbe Sieg für beträchtliche Unruhe. Die Abwahl der SPD, die sich stets für den EU-Beitritt des Landes eingesetzt hatte, kann nach Meinung der Kommentatoren nichts Gutes bedeuten. "In Deutschland haben die Türkei-Gegner gewonnen", schrieb die Zeitung "Milliyet". Es sei zu erwarten, dass sich die Rhetorik gegen einen Beitritt nun verstärken werde.

–   Merkel hatte stets für eine privilegierte Partnerschaft der EU mit Ankara statt für eine Vollmitgliedschaft plädiert. Die SPD hatte im Koalitionsvertrag jedoch durchgesetzt, dass die deutsche Position unverändert bleibt und die Verhandlungen über den EU-Beitritt weiterlaufen. Nun könnten Merkel und Sarkozy ihre Kritik an einem EU-Beitritt der Türkei mit neuer Kraft vortragen, wird in der Türkei befürchtet.

–   Die Tageszeitung "Zaman" kommentierte, das Ergebnis sei für die Türkei ein Risiko. Für den Weg in die EU werde es negative Folgen haben. Auf der Website des Nachrichtensenders CNN Türk hieß es, für Ankara sei nun das "schlechteste Szenario" Realität geworden.

Brüssel: Nato und EU erwarten Kontinuität

–   In Brüssel hielt sich die Aufregung in Grenzen, als in Deutschland die Wahlzettel ausgezählt wurden. In den Zentralen der Europäischen Union[e] und der Nato waren sich die meisten Diplomaten schon vor der Entscheidung sicher: Egal ob Schwarz-Rot oder Schwarz-Gelb – die Kontinuität in den wichtigen außen- und europapolitischen Fragen bleibt gesichert. Noch unbekannte neue Gesichter in der deutschen Regierung könnten allerdings neue politische Akzente setzen.

Die EU-Kommission wartet mit ihren offiziellen Glückwünschen bis zum Tag der Regierungsbildung. Aber nach der deutschen Ratifizierung des "Lissabon-Vertrags" hofft man in der Kommission unter anderem auf Verständnis und politische Unterstützung aus Berlin in den kommenden schwierigen Monaten. In Brüssel wird eine Übergangs-Kommission amtieren müssen – und zwar nach dem "Nizza-Vertrag", weil "Lissabon" zumindest noch einige Monate lang nicht gelten wird. Bei dem rechtlichen Balanceakt über politischem Neuland kann Unterstützung durch ein besonders einflussreiches EU-Mitglied wie Deutschland höchst willkommen sein.

–   In einigen wichtigen Fragen gibt es Streit zwischen Berlin und Brüssel. So zweifelt die EU-Kommission nach wie vor an der Zulässigkeit des VW-Gesetzes und droht mit einer neuen Klage. Auch in der Frage der Opel-Rettung droht ein neuer Konflikt. Mit Spannung wird deswegen in Brüssel erwartet, welche deutschen Minister künftig für die Schlüsselressorts zuständig sein werden.

mit Material von dpa

© SPIEGEL ONLINE 2009

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