Il bottino dei tedeschi

Ue, aerospaziale, Francia, Germania, competizione intern.le             German Foreign Policy            06-07-02

Il bottino dei tedeschi

Tesi GFP

Contrariamente all’opinione corrente secondo cui EADS
riunisce il potenziale d’armamenti franco-tedesco a livello europeo ed è il
precursore di una concentrazione continentale degli armamenti, gli scontri in
atto dimostrano che continua la competizione tra gli Stati.

L’esito della lotta tra Germania e Francia per l’influenza
sugli strumenti di violenza più avanzati deciderà anche quale delle due potenze
si porrà alla testa della UE.

Gli altri paesi UE avranno la funzione di partner che
dovranno sottostare all’una o all’altra. La derivante perdita di sovranità dei
paesi minori della UE innalza il livello di conflitto militare, anziché contribuire
a ridurre l’arsenale bellico grazie alla “comunitarizzazione”.

Benché Francia e Germania abbiano un comune interesse alla
concentrazione dell’industria degli armamenti europea sotto la direzione di
EADS, che dovrebbe rintuzzare la concorrenza americana, Parigi teme il predomino
tedesco nel settore militare.

La Germania
è il maggior cliente, prima della Francia, del settore armamenti di EADS
,
diretto dal tedesco Stefan Zoller. EADS inoltre svolge un importante ruolo
nella ristrutturazione dell’industria degli armamenti tedesca; cresce di
conseguenza il peso di Berlino all’interno del settore militare dell’Europa
occidentale.

Ad esempio, EADS coopera strettamente con il gruppo ThyssenKrupp nel consolidamento della
cantieristica militare tedesca
.

ThyssenKrupp
(con il 51%) ed EADS
(con la quota rimanente) gestiscono in joint venture il gruppo di Brema Atlas Elektronik (fornitura di
equipaggiamenti per la marina militare), la cui vendita al concorrente francese
Thales è stata evitata grazie al massiccio intervento del governo tedesco a
fine 2005; EADS porta nella joint venture il suo settore di sistemi per la
marina.

Ancora in
fase di trattative la partecipazione di EADS alla concentrazione della produzione
di missili militari
tedeschi
, da oltre un decennio sia il gruppo di
armamenti tedesco Diehl che EADS cercano di unire il loro settore di armi
teleguidate.

Nel 2005 Diehl annunciò che una prossima fusione della sua
filiale costruttrice di missili DBD con la società di missili militari e con la
filiale di EADS LFK in una società nazionale di missilistica (German Missile
Company). L’accordo non è riuscito perché il gruppo tedesco rivendicava per sé la
direzione della joint venture. Nondimeno EADS valuta che esista la possibilità
di «giungere al consolidamento nazionale dell’industria missilistica e di
collegarla alle strutture europee».

   
EADS è coinvolta anche nella concentrazione dell’industria
militare tedesca
, che se riuscisse
rafforzerebbe ulteriormente la posizione tedesca nel settore armamenti di EADS.

   
Il presidente
per la strategia di EADS, Thomas Homberg, ha comunicato l’interesse del gruppo all’acquisto
del 49% di Krauss-Maffei-Wegmann (KMW), produttore di mezzi corazzati, che
Siemens vuole vendere.

   
KMW è, accanto a Rheinmetall (Düsseldorf), uno dei
maggiori fornitori di tecnica militare in Germania
; da decenni sono entrambe i fornitori di corte della
Bundeswehr.

Su pressione del capo di DaimlerChrysler, Dieter Zetsche, e
del governo tedesco, Parigi ha acconsentito a far dimettere dalla co-presidenza
del gruppo di armamenti EADS il francese Noel Forgeard.

DaimlerChrysler, grande azionista di EADS, vuole aumentare la
propria influenza nel gruppo; Berlino e Parigi si scontrano su EADS perché è grazie
ad esso che gran parte dell’industria di armamenti tedesca potrà concentrarsi, e
consentire alla Germania di migliorare la propria posizione rispetto alla concorrenza
americana.

   
Possibile
sostituto di Forgeard sarebbe il capo delle ferrovie statali francesi SNCF,
Louis Gallois, che però si propone anche come unico presidente del consiglio di
sorveglianza e presidente del direttivo EADS.

   
In EADS si
confrontano il 22,3% tedesco detenuto da DaimlerChrysler con ue grandi
azionisti francesi: il gruppo degli armamenti e dei media Lagardère (con il
77,5%) e lo Stato francese (15%), che hanno collegato le loro quote nella
società di intermediazione/compartecipata (??) Sogeade.

   
Lo scontro in
EADS è scoppiato già nel passato su questioni di persone, solo nel 2005 la
parte tedesca è riuscita ad imporre sostanzialmente i propri interessi contro
la parte francese.

   
Dall’epoca
della creazione sei anni fa di EADS, DaimlerChryler chiede a Parigi di ridurre
la quota del capitale di Stato, che venne definita dall’allora capo del
consiglio di sorveglianza Bischoff, come “il rospo da ingoiare” per poter
creare il gruppo franco-tedesco; o di recente il co-presidente tedesco Thomas
Enders come “anacronismo, non sempre utile per lo sviluppo degli affari internazionali”.

   
Sulla stampa
tedesca, EADS è definita “Una creazione artificiosa” che non avrebbe alcuna
possibilità di sviluppo organico fintanto che continua la partecipazione dello
Stato francese.

   
Lo Stato
tedesco è entrato di nuovo nello scontro per ridimensionare il diritto di
parola del governo francese.

   
In Francia il
settore metalmeccanico della confederazione sindacale FO ha denunciato: «Il
gruppo EADS sta divenendo sempre più preda delle richieste dei tedeschi»,
mettendo in guardia da una direzione esclusivamente tedesca del gruppo.

German
Foreign Policy   06-07-02

Beute der
Deutschen

BERLIN/PARIS/STUTTGART

(Eigener
Bericht) – Unter deutschem
Druck willigt Paris in einen Rücktritt des französischen Co-Vorsitzenden des
Rüstungskonsortiums EADS ein.
Wie aus der französischen Hauptstadt
berichtet wird, wird Noel
Forgeard auf Verlangen von DaimlerChrysler-Chef Dieter Zetsche zur Aufgabe
seines Postens gezwungen
; DaimlerChrysler ist Großaktionär bei EADS und will seinen Einfluss in dem
Konzern ausbauen
. Der spektakuläre Rücktritt Forgeards ist das Ergebnis massiver Pressionen
des deutschen Automobil-Herstellers sowie der Bundesregierung
, die offen
verlangt, Paris müsse seine "Einflussnahme" auf EADS einstellen.

   
Als möglicher Nachfolger Forgeards in der
EADS-Doppelspitze gilt der Chef der französischen Staatsbahn SNCF, Louis
Gallois
; im Gespräch ist
jedoch auch, Gallois zum alleinigen Aufsichtsrats-Vorsitzenden zu ernennen und
den Vorstandsvorsitz des deutsch-französischen Unternehmens ausschließlich den
Deutschen zu überlassen.

   
Der Machtkampf zwischen Berlin und Paris
gilt einem Unternehmen, unter dessen Mitwirkung große Teile der deutschen
Rüstungsindustrie konzentriert werden
, um die deutsche Position
gegenüber der US-amerikanischen Konkurrenz zu verbessern.

   
Bei
EADS stehen der durch
DaimlerChrysler vertretenen deutschen Seite (Anteil: 22,3 Prozent) etwa
gleichgewichtig zwei französische Großaktionäre gegenüber: Der Rüstungs- und
Medienkonzern Lagardère (7,5 Prozent) sowie der französische Staat (15
Prozent), die ihre Anteile in der Zwischengesellschaft Sogeade gebündelt haben.

Der Machtkampf bei EADS entzündete sich bereits in der Vergangenheit immer
wieder an Personalfragen. Erst im Vorjahr wurden nach monatelangen Querelen die
Schlüsselpositionen in dem Rüstungskonsortium neu besetzt, wobei die deutsche
Seite ihre Interessen gegen die französischen Anteilseigner im wesentlichen
durchsetzten konnte.[1]

Kröte

Auf die
erneuten Führungsquerelen bei EADS hatte die Regierung Frankreichs mit der
Forderung reagiert, dem französischen Staat in dem Konzern mehr Einfluss zu
verschaffen. Paris sieht sich
anhaltenden deutschen Forderungen ausgesetzt, seine Staatsanteile am
EADS-Kapital zu verringern.
[2] DaimlerChrysler etwa verlangt dies seit
der EADS-Gründung vor sechs Jahren.

   
Der deutsche EADS-Co-Aufsichtsratschef Manfred
Bischoff hatte die Staatsbeteiligung einst als "Kröte, die wir im
Zusammenhang mit der Bildung des deutsch-französischen Konzerns schlucken
mussten", bezeichnet.
[3]

   
Erst
kürzlich erklärte der deutsche
EADS-Co-Vorstandsvorsitzende Thomas Enders den französischen Staatsanteil zum
"Anachronismus", der "für den Ausbau des internationalen
Geschäfts nicht immer hilfreich" sei
.

   
In
der deutschen Wirtschaftspresse hieß es, EADS sei ein "politisches Kunstgebilde"
und habe keine Chance, sich "organisch" zu entwickeln, solange die
direkte Beteiligung des französischen Staates an EADS fortbestehe.[4]

Zur Raison
rufen

   
Die
Bundesregierung schaltete sich jetzt erneut in den Machtkampf ein und will
direkte Mitspracherechte der französischen Regierung zurückdrängen.

Entsprechende
Ansprüche aus Paris quittiere man mit "allergrößter Sorge", ließ das
Bundeswirtschaftsministerium verlauten und warnte vor "Einflussnahme des
Staates bei EADS".[5]

   
Die
Politik müsse sich aus Konzernbelangen heraushalten; die deutsche Seite habe
dieses Prinzip stets beherzigt, behauptete ein Ministerialbeamter. Sein Haus
gehe davon aus, dass das Bundeskanzleramt "demnächst aktiv wird und die
Partner an der Seine zur Raison ruft".

   
Während
die Pariser Regierung einlenkte und mit dem deutschen EADS-Großaktionär
DaimlerChrysler verhandelte, wurde
in Frankreich vor einer "EADS-Gruppe nur unter deutscher Führung"
gewarnt. "Die EADS-Gruppe ist zunehmend die Beute der Forderungen der
Deutschen", erklärte die Metallsparte des Gewerkschaftsbundes FO
.[6]

Deutsches
Gewicht

Zuletzt hat
vor allem das französische Verteidigungsministerium auf die Gefahr eines
Pariser Einflussverlustes bei einer EADS-Neuordnung hingewiesen – aus gutem
Grund.

   
Trotz des gemeinsamen Interesses an
der Konzentration der europäischen Rüstungsindustrie unter Führung von EADS,
die den Einfluss der US-Konkurrenz zurückdrängen soll, fürchet Paris die
deutsche Dominanz im militärischen Bereich. Deutschland ist noch vor Frankreich
der größte Kunde der EADS-Rüstungssparte, die von einem deutschen Manager
(Stefan Zoller) geführt wird. Zudem spielt EADS eine gewichtige Rolle bei der
Neuformierung der deutschen Rüstungsindustrie; dadurch nimmt das Gewicht
Berlins innerhalb des westeuropäischen Militärgeschäfts weiter zu.

Joint Venture

   
Bei der Konsolidierung des deutschen
Kriegsschiffbaus etwa kooperiert der deutsch-französische Konzern eng mit dem
deutschen Führungsunternehmen ThyssenKrupp.

   
Den
zur Jahreswende erworbenen Bremer Marineausrüster Atlas Elektronik – unter
massiver Einflussnahme der Bundesregierung wurde dessen Verkauf an den
französischen Konkurrenten Thales verhindert – werden die beiden Konzerne als
Gemeinschaftsunternehmen führen. Die Mehrheit von 51 Prozent erhält die deutsche
ThyssenKrupp, der Rest liegt bei EADS, die zusätzlich ihr Marinesystemgeschäft
in das Joint Venture einbringt.[7]

German Missile
Company

Immer noch im
Verhandlungsstadium ist die Beteiligung von EADS an der Konzentration des
deutschen Militärraketenbaus. Sowohl der deutsche Rüstungskonzern Diehl als
auch EADS versuchen seit mehr als einem Jahrzehnt, ihr Lenkwaffengeschäft unter
ein Dach zu bringen.

   
2005 hat Diehl einen raschen Zusammenschluss der
Diehl-Lenkwaffentochter DBD mit der Militärraketenfirma und EADS-Tochter LFK zu
einem nationalen Flugkörpersystemhaus ("German Missile Company")
angekündigt. Eine Einigung scheitert bisher am Anspruch des deutschen Konzerns,
in dem gemeinsamen Unternehmen die Führungsrolle zu übernehmen.

   
Dennoch
sieht EADS nach wie vor Chancen, "zu einer nationalen Konsolidierung der
Lenkwaffenindustrie zu kommen und sie in europäische Strukturen
einzubinden".[8]

Hoflieferanten

   
Auch
am Zusammenschluss der deutschen Heeresindustrie ist EADS beteiligt; gelänge
dies, würde die deutsche Position im Rüstungsgeschäft des Konzerns weiter
gestärkt.

   
Konkret
geht es um 49 Prozent der Anteile am Panzerhersteller Krauss-Maffei-Wegmann
(KMW), die Siemens abstoßen will.

   
KMW ist neben der Düsseldorfer Rheinmetall einer der
führenden Anbieter von Heereswaffentechnik in Deutschland; beide sind seit
Jahrzehnten die Haus- und Hoflieferanten der Bundeswehr.

   
Der
deutsche EADS-Strategievorstand Thomas Homberg bekundete jetzt "Interesse"
an dem Kauf. "Wir sind bereits jetzt der größte Heeresausrüster in
Deutschland", bekräftigte EADS-Militärchef Stefan Zoller die Aktivitäten
des Konzerns beim Zusammenschluss der deutschen Heeresindustrie auf nationaler
Ebene.[9]

Konfliktniveau

Entgegen der
Behauptung, EADS vereinige die deutsch-französischen Waffenpotentiale auf
europäischem Niveau und sei Vorreiter einer kontinentalen Rüstungsverschmelzung,
zeugen die
Auseinandersetzungen von der ungebrochenen Fortdauer zwischenstaatlicher
Konkurrenz.

Der Ausgang des deutsch-französischen Einflusskampfes
um die technisch fortgeschrittensten Gewaltmittel entscheidet zugleich über die
Rangfolge der führende Kernmächte innerhalb der EU – Deutschland oder
Frankreich.
Dabei kommt
den übrigen EU-Staaten die Funktion von Koalitionären zu, die sich der einen
oder anderen Nation zuordnen dürfen. Die dabei entstehenden Souveränitätsverluste
der kleineren EU-Mitglieder heben das militärische Konfliktniveau, statt es
durch Vergemeinschaftung der Waffenarsenale zu senken.

[1] s. dazu
Jalta-Muster, Gewicht und Angetan

[2] s. dazu
Rüstungsgigant und Abwehrschlacht

[3] Paris
beschwichtigt im Machtkampf bei EADS; Financial Times Deutschland 22.06.2006

[4] "Wir
haben Fehler gemacht". EADS-Co-Chef Thomas Enders über Staaten als
Eigentümer und die Probleme des neuen Airbus 350; Welt am Sonntag 14.05.2006.
EADS – Die Scheinlösung; Financial Times Deutschland 26.06.2006

[5] Berlin in
Sorge wegen EADS. "Paris soll sich heraushalten"; Frankfurter Rundschau
23.06.2006

[6] Paris
beschwichtigt im Machtkampf bei EADS; Financial Times Deutschland 22.06.2006.
EADS-Krise belastet deutsch-französisches Verhältnis; Spiegel online 26.06.2006

[7] EADS
bringt eigenes Marinesystemgeschäft in Atlas Elektronik ein; Reuters
23.06.2006. S. auch Abwehrschlachten, Nationaler Egoismus und Größeres Selbstbewusstsein

[8] EADS gegen
neue Waffenschmiede; Die Welt 08.06.2006. S. auch Zwei Wege – Ein Ziel

[9] EADS
liebäugelt mit Krauss-Maffei; Handelsblatt 26.04.2006. S. auch Gewehr bei Fuß
und Offensive

 

s. auch Demütigende
Übernahme

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