SCHEDA sul LAVORO

Aspettando Zapatero (altro che santo subito!)


Come è noto la Spagna è il paradiso della precarizzazione del lavoro (oltre
il 33% dei lavoratori è a contratto a tempo determinato); smentendo gli Ichino
e i santificatori del liberismo questo non ha abbattutto il tasso di disoccupazione (9,1%). Solo
l’11% dei nuovi contratti sono a tempo indeterminato. Un calcolo riportato dal
Manifesto parla nell’ultimo anno di redditi da capitale cresciuti del 25% e di
reddito da lavoro al +3%.


Zapatero
dopo 14 mesi di
trattative firma una riforma
che obbliga il datore di lavoro ad assumere a TI chi ha lavorato a TD per 24
mesi negli ultimi 30 (questo per
aggirare le furbate che caratterizzano anche l’Italia dove al 22esimo mese ti
licenziano, ti lasciano a casa due mesi e poi ti riassumono ancora a TD)

Aiuti
diretti e detrazioni fiscali alle aziende che decidano di puntare sui contratti
a tempo indeterminato (800 € per ogni contratto a TI entro dicembre 06 a un
giovane; 850 per una donna; 1200 per un ultra 45 anni). Inoltre l’azienda avrà
uno sconto sull’indennità di licenziamento (33gg per anno e non 45) e pagherà
meno contributi per il licenziamenti (5,5 € e non 6).

La
previsione del governo spagnolo è di stabilizzare così un milione sui cinque
milioni di lavoratori precari oggi esistenti. Molti osservatori ritengono che
la riforma resterà lettera morta. In cambio di questa firma il sindacato
accetta di parlare di licenziamento anche per i dipendenti statali.

La
filosofia dell’accordo è dunque: la parziale riduzione della
precarietà che, par di capire, sarà «pagata» dalla riduzione delle tutele per i
lavoratori «garantiti
».

Sull’onda
di Zapatero si è aperta fra economisti peudosinistrorsi (ovvero sinistri nel
senso di portatori di sventura), industriali onestamente di destra e
politici il dibattito sul futuro della Legge Biagi.

Il 13
maggio il Sole ospita una intervista a Cesare Damiano (DS) che propone “credito
d’imposta per chi assume senza limiti di tempo e parallelamente alzare il costo
dei lavori a progetto, per far sì che non siano più convenienti rispetto al
lavoro normale”, “intervenire sulla legge degli appalti, per rendere l’impresa
appaltatrice responsabile di quanto accade ai lavoratori”, “contenere ….anche i
contratti interinali” “abolire del
tutto i contratti a progetto”.

La fiera delle banalità liberiste
conquista il centropagina

Marcegaglia
per
Confindustria; Veltroni citato entusiasticamente dalla Padania 13 maggio
06: «La flessibilità ha contribuito a facilitare l’acceso di tanti
ragazzi e ragazze al mondo del lavoro. Ma alla più alta frammentazione dei
rappporti di lavoro, alla rinuncia all’idea del posto fisso, devono
corrispondere tutele e contrappesi sul piano della continuità previdenziale,
della formazione, della solidità delle indennità di disoccupazione».

Su “la Voce” imperversa Ichino la cui linea come è
noto è che per ragioni di giustizia bisogna togliere le tutele a chi le ha e
non estendere le tutele a chi non le ha. Fanno eco sempre del giro della Voce
due economisti come Tito Boeri e Pietro Garibaldi, che
propongono di eliminare per tutti i nuovi assunti l’accesso immediato
all’articolo 18, che sarebbe efficiace solo dopo 4 anni; Chi viene assunto con
un contratto a tempo indeterminato (cti), dovrà essere soggetto a 6 mesi di
prova in cui potrà essere licenziato in qualsiasi momento; Il contratto a tempo
determinato (ctd), non dovrebbe durare più di due anni (ma con quali garanzie
che semplicemente il lavoratore non venga licenziato?); bene i contratti
cococo.
Fammoni (CGIL) invita in Italia Dolores Leceras Ruiz,
delle Commissioni Obreras .
Per Treu
la riforma Zapatero è condivisibile oltrechè nel merito, anche nel metodo:
« È inserita in un patto più ampio che coinvolge le parti sociali e riguarda la
competitività, l’occupazione stabile e la coesione sociale» (e Rifondazione è
d’accordo).
Montezemolo sta presentando il conto sel suo appoggio
elettorale:

  • cuneo fiscale subito

  • i Sindacati non disperdano gli effetti del cuneo fiscale (cioè si limitino nelle richieste)

E’ ricominciata la tiritera delle generazioni egoiste dei
garantiti che mangiano il futuro delle nuove generazioni

Dell’egoismo del capitale ovviamente non è fine parlare.
Più l’opportunismo si svende più è citato. Vedi Ichino,
amatissimo dal Sole, vedi Pezzotta che da onorevole propone “la fantasia
nelle cantrattazione” E cioè? Torniamo al contratto individuale,
“fantasiosamente” adattato ai profitti dichiarati dall’azienda..

Del resto la minaccia al sindacato è esplicita: altrimenti
si ridiscute chi è rappresentativo e chi no.

Alesina interviene poi per spiegarci che il bello
degli Usa è la diseguaglianza sociale; è lì che sta la civiltà; in cambio
avrete il facchino che vi porta la valigia in camera d’albergo e il commesso
del negozio vi mette le arance nel
sacchetto. Vuoi mettere! Allora che
fare? éPiù diseguaglianza salariale ma con gli ammortizzatori sociali. Infatti
in Italia non ci sono e negli Usa nemmeno

Gli studenbti parigini che protestano contro il CPE sono
ovviamente ricchi e mangiano a sbafo le tasse dei contribuenti ecc. Occorreva
studiare ad Harvard per arrivare a queste finezze.

Cosa sta succedendo infatti ai contratti?

Abbiamo già parlato del contratto Atesia (firmato
dalla CGIL ma non dal Nidil) e del contratto dei tessili, ma
l’elenco va allungandosi con il contratto chimici, Gomma Platica sia
Industria che Confapi. Per tutti si esalta il fatto che è stato firmato a pochi
mesi dalla scadenza e senza un’ora di
sciopero; sul piano salariale quello tessile e gomma plastica sono piuttosto
bassi (sotto gli 80 €) mentre quello chimico (come è ovvio visti anche i
profitti del settore) è un po’ più ricco.

Ma i cedimenti sul piano normativo sono altrettanto
consistenti e riguardano:

  1. flessibilità dell’orario di
    lavoro
  2. deroghe al contratto nazionale
  3. anticipo di una giornata lavorativa

Sull’apprendistato i contratti che sono in via di firma sono
pessimi; le aziende sono favorite addirittura quando “sono costrette” a
regolarizzare prima del tempo quei lavoratori che per la loro professionalità
potrebbero andarsene: continueranno a godere degli sconti fiscali e
previdenziali !
Il titolo è “apprendisti favoriti”. In realtà sono le
aziende ad essere favorite.

Il contratto Atesia

Il contratto Atesia è stato denunciato in un articolo del
Manifesto e dai Cobas. In Cgil se ne parla mal volentieri. Sul Sole Michele
Tiraboschi, collaboratore di Biagi accusa
il sindacato di danneggiare i
lavoratori (“un accordo sindacale pilota, firmato lo scorso 11 aprile da
Cgil, Cisl e Uil, relativo alla sorte dei quattromila co.co.co. dell’Atesia.
Di questi solo 170 verranno assunti con contratto a tempo indeterminato, ma con
un orario settimanale di sole 25 ore pari a circa 650 euro lordi al mese. Ad
altri 426 viene offerto, in alternativa allo staff leasing, un contratto di
inserimento per un periodo massimo di 18 mesi, con sottoinquadramento
contrattuale e sempre per un orario settimanale di 25 ore. Lo stesso vale per
un gruppo di circa 1.100 lavoratori che si troverà assunto con analogo
sottoinquadramento retributivo mediante contratto di apprendistato di durata
massima di 36 mesi”) pur di non applicare la legge Biagi. La quale invece
avrebbe garantito un miglior trattamento, perché “Applicando rigorosamente la legge Biagi risulterebbe infatti
vietato il massiccio ricorso nei call center alle collaborazioni coordinate e
continuative e al lavoro a progetto “ ma invece si dovrebbe ricorrere
allo staff leasing, di cui Tiraboschi tesse le lodi (“il lavoratore in staff leasing è assunto con un contratto di
lavoro dipendente a tempo indeterminato, con tanto di tutela dell’articolo 18,
e risulta in aggiunta assistito da un generoso fondo bilaterale finalizzato a
sostenere percorsi di formazione professionale e finanche a garantirne il
reddito in caso di fine lavoro”). il contratto è contro la legge perché
estende eccessivamente l’apprendistato; ed è colpa dei sindacati che sono
contro lo staff leasing;

chiede un’inchiesta sulla pubblica amministrazione sulle
gare d’appalto dove si annidano le più numerose forme di lavoro irregolare”.

L’azienda
e i sindacati difendono l’accordo e danno la colpa alle pubbliche
amministrazioni che fanno strozzinaggio sui contratti alle “povere aziende che
gestiscono i call center”. Come si vede i vertici sindacali sono appiattiti
sulla difesa dei profitti che non sono pochi. Nelle pieghe degli articoli del
sole si viene a sapere che le aziende preferiscono gli appalti allo staff
leasing. Quindi l’unico istituto che secondo i cultori della Biagi darebbe
garanzie al lavoratore proprio per
quello non è applicata.

Aria nuova in Cisl ( o vecchia?)

Pezzotta va in Parlamento e a guidare la Cisl arriva
Raffaele Bonanni; il suo cavallo di battaglia è attaccare la linea CGIL
come massimalista e sostenere la legge Biagi; si dice pronto « a concedere flessibilità in
cambio di più salario e più tutele », estendere la contrattazione doi secondo
livello e legarla alla produttività (Guido Gentili per Confindustria su Sole 9
maggio applaude).

Giorgio
Santini trova che gli apprendisti sono a posto (ci hanno pensato i contratti a
realizzare in pieno la legge Biagi) per i cococo basta fargli pagare più
contributi (piccolo particolare chi li paga? il datore di lavoro o il
lavoratore?) e va tutto bene.

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