Scheda su Attentato a Nassirya e situazione IRAK

L’attentato in cui sono morti
i tre italiani
arriva dopo numerosi 
attentato nell’area realizzati però con ordigni rudimentali; proprio in
relazione a questi attentati nel settore di Nassirya.

Nella zona sono attivi sia gli
sciiti di Moqtada al Sadr, sia sciiti coordinati con l’Iran, sia sunniti  che si richiamano ad Al Zarkawi. Gli sciiti
controllano il quartiere a nord del PonteCharlie, uno dei tre ponti che attraversano l‘Eufrate nel centro di
Nassiriya intorno ai quali il contingente “Antica Babilonia” ha combattuto due
battaglie nella primavera ed estate del 2004, mentre il 19 aprile
erano
stati compiuti arresti fra i sunniti perché sospettati dei falliti attentati ai
danni degli italiani.

La data farebbe pensare a un tentativo di pressione sul
governo Prodi per indurlo a una scelta di ritiro immediato.

(cfr articolo del manifesto 3 settembre 2004 sulle azioni
di guerra italiane)
Dopo la rinuncia
di
Ibrahim al Jaafari  (su
pressione Usa, ma anche di Ali Sistani) il 22 aprile 06
Jawad al Maliki, numero due dello stesso partito Dawa
cui apparteneva anche Jaafari,  ha
formato il nuovo governo
. Sul nome di Maliki si sono accordate le
formazioni sciite (128 deputati su 275) ma anche il
più
importante blocco parlamentare sunnita, il Fronte di Concordia Nazionale. Al Maliki
è esponente del Dawa. Il portavoce dei curdi non ha sollevato obiezioni sul
nome.

Quindi l’asse Sciri-Dawa
(riuniti nella AUI , l
’Alleanza
irachena unita) ha tenuto. Il Consiglio superiore della rivoluzione
islamica (Sciri) con il suo leader Abdul Azizi al-Hakim ha la presidenza
dell’Alleanza. Solo Bassem Sharif del partito Fadhila (quindi uno su sette dei
partiti presenti nella AUI) si è opposto, indicando come suo candidato Nadim
al-Jabiri.

Molti osservatori ritengono che Maliki sia in grado di
recuperare il legame con  Moqtada
al-Sadr

biografia
di Maliki

Nuri Kamil al-Maliki ( nome di
battaglia Jawad) è nato nel 1950 a Hindiya , una cittadina fra Karbala e
Hillah, capoluogo della provincia di Babilonia, a 100 chilometri a sud di
Baghdad, Maliki, 56 anni, è laureato in letteratura araba. Condannato a morte
negli anni ‘ 80, quando il partito Dawa era stato messo fuori legge dal regime
di Saddam Hussein, si era rifugiato prima 
in Siria  e in un secondo tempo
Iran, da cui è rientrato nel marzo 2003. In esilio dirigeva ilo Jihad Office
incaricato degli attentati e di coordinare la guerriglia contro Saddam. Fra il
’92 e il ’95 su incarico del Dawa partecipa alla fondazione dell’Iraqi National
Congress.

Fra il 2003-04 Maliki è stato
membro della Commissione di de-baathificazione, una istituzione particolarmente
odiata dagli ex membri del Partito dominante al tempo di Saddam, ma anche da
gente comune (insegnanti, medici, militari, 
funzionari statali) che hanno perso il posto. La Commissione era stata
sciolta da Paul Bremer nell’aprile del 2004. Maliki è passato quindi nel
Comitato parlamentare di sicurezza ed è autore delle principali leggi
antiterrorismo. Ha poi partecipato ala stesura della Costituzione. E’ stato
contrario a una forte presenza sunnita nel governo e si è battuto per una
maggiore autonomia regionale. Secondo l’ambasciatore Usa in Irak
Khalilzad,  Maliki è indipendente
dall’Iran, essendo soprattutto un nazionalista arabo.

Il nome di Maliki è prevalso
in una rosa di candidati tra i quali spiccava oltre ad Alì al Adib,
collaboratore di Jaafari, l’ex ministro delle telecomunicazioni Haider al
Abadi, anche lui vicino all’ex primo ministro. (Sole 22-4)
 

Il 26 come presidente dell’Irak è stato riconfermato il
curdo
Jalal Talabani; il Consiglio di presidenza
comprende come vicepresidenti lo sciita Adel Abdel Mehdi et il sunnita  Tarek al-Hachémi. I tre hanno avuto 189
voti su 255 voti validi.

Tareq al Hashimi leader del Partito islamico, la principale
formazione politica sunnita eletto vicepresidente il 22 aprile ha avuto uccisi
fra il 23 e il 27 il fratello e la sorella 
dopo che al-Zarqawi, il capo di al Qaida che ha minacciato i sunniti
impegnati nella nuova fase politica irachena

 

Il 27 sia la Rice che Rumsfeld ( sotto attacco dopo l’iniziativa dei sei
generali in pensione che ne hanno chiesto le dimissioni) si sono incontrati col
premier irakeno

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