COLOMBO, Emilio Tranquillo “Oreste Filopanti”

(Milano, 1886 – Como, 1966), sottocapostazione   Il padre Napoleone era un radicale borghese maestro venerabile di una loggia massonica e fece fare al figlio neonato il battesimo massone, con tanto di spade sguainate e vino al posto dell’acqua. Quando il padre morì il quindicenne Colombo cercò lavoro. “Potei impiegarmi presso la ditta Innocenti e Mangili di proprietà del commendator Cesare Mangili. A Milano c’è una strada intitolata a questo

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BRUZZI, Pietro

(Maleo, 1888 – San Vittore Olona, 1945), operaio Anarchico individualista, fu redattore nel 1909 del giornale «La protesta umana». Emigrò in Francia, Stati Uniti, Svizzera. Condannato a morte in contumacia per diserzione, dopo la guerra tornò in Italia grazie all’amnistia stabilendosi a Greco Milanese. Redattore de «L’Individualista», giornale nato in polemica con gli anarchici finiti nel “rivoluzionarismo di moda” (riferimento a Molaschi) e in contrapposizione agli anarchici che guardavano con

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STALETTI, Aurelio “Luca”

(Milano, 1925 – Parigi, 2014), giornalista, agente letterario   Figlio di un tipografo e di un’operaia aderenti al PCI, dopo il 1943 partecipò alla Resistenza nella X Brigata Rocco, reparto garibaldino operante nel Cusio e nell’Ossola, a fianco di Nino Seniga (col quale partecipò all’episodio del treno di mercurio condotto a Briga, alla fine della Repubblica dell’Ossola) e Luciano Raimondi; tutti futuri protagonisti della scissione di Azione Comunista. Militante della

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CANZIANI, Emilio

(Cassano Magnago, 1920 – 2001), manutentore di macchine per scrivere   Aviere motorista nell’esercito, sbandato dopo l’8 settembre 1943, raggiunse la zona di Berbenno, in Valtellina; nel giugno 1944 venne inquadrato nella Brigata Rinaldi delle Matteotti come vice–comandante del Battaglione “Moro” dopo un conflitto a fuoco coi fascisti in cui morì il comandante. Tornato a Cassano Magnago alla fine della guerra, si iscrisse al PCI. Dopo la metà degli anni

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LEONARDI, Carlo “Carletto”

(Castell’Alfero, 1893 – Mauthausen-Gusen, 1945), ferroviere avventizio, pollicultore.   Sergente del Genio telegrafisti durante la Prima guerra mondiale, nel 1919 venne assunto come avventizio alle Ferrovie Nord a Novara. Aderente alla Frazione comunista astensionista, passò al PCdI e divenne segretario della sezione novarese. Il luglio 1922 partecipò alla difesa della CdL novarese assediata e poi incendiata dai fascisti. Licenziato politico, nel giugno del 1924 raggiunse Mosca per il V Congresso

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DONALISIO, Mario “Pantera”

(Noli, 1928 – Asti, 2018), meccanico Partecipò alla lotta antifascista nella brigata Superga di Giustizia e Libertà col nome di battaglia “Pantera”. Operaio meccanico, nell’agosto del 1946, assieme ad una quarantina di partigiani dell’Astigiano al comando di Armando Valpreda riprese le armi e raggiunse Santa Libera, sulle colline, per protestare contro le persecuzioni contro i partigiani e l’impunità per i criminali fascisti, favorita dall’amnistia Togliatti. L’allarme creato dalla ribellione, che

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VENEGONI, Mauro

(Legnano, 1903 – Busto Arsizio, 1944), operaio Secondo di quattro fratelli, in fabbrica fin da giovanissimo, Mauro Venegoni aderì al PCdI dalla fondazione assieme al fratello Carlo. Arrestato una prima volta nel 1927, due anni dopo emigrò in Francia e Russia. Rientrato in Italia nel 1932 tentò di organizzare clandestinamente il partito comunista in Calabria. Arrestato, dopo 5 anni di reclusione, nel 1940 venne inviato al confino ad Istonio, dove

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