Accordo in VW

Auto, Germania, VW, orario

Die Welt               060930
+ Wsws, 061004, Più lavoro, meno denaro

Accordo in VW

Orario:

–         
innalzamento da 28,8 h/settimana a 33 h per la
produzione, 34 h per l’amministrazione, senza conguaglio salariale; possibilità
di prolungamento fino a 35 h, con pagamento degli straordinari (2 o 3h).

–         
creazione di un corridoio orario da 25 a 33 o 34
H;

–         
il salario è indipendente dalle ore reali di
lavoro prestate ed è pari a quello dell’orario precedente (28,8h/settimana),
introdotto nel 1993 al posto delle 35 h, con corrispondenti riduzioni salariali.
del 18%.

Rinnovo contrattuale

–         
Per il rinnovo contrattuale del 2007 viene
riconosciuta un forfait di €1000, perché questo accordo rende inutile il
rinnovo contrattuale che normalmente inizia in autunno ; dal 1° gennaio 2008 le
retribuzioni crescono secondo quanto concordato nel contratto metalmeccanici
della Bassa Sassonia.

Partecipazione agli utili

–         
possibilità di consistente aumento della
partecipazione agli utili in caso di buoni risultati aziendali.

Stabilimenti di produzione

–         
Assicurati i prodotti e la quantità di
produzione per i sei stabilimenti della Germania Ovest per cui vale il
contratto aziendale VW (Wolfsburg, Kassel, Hannover, Braunschweig, Emden e Salzgitter);

o       
nello stabilimento di Wolfsburg pieno utilizzo
della capacità di 460 000 auto per la produzione della nuova golf e di un
altro modello;

o       
dei 1200 posti di lavoro della fonderia di
Hannover ne vengono eliminati 500, rimangono 700; la fonderia diverrà un
“centro competenza”

Altro

–         
Previsto un forfait di €6279 per addetto per la
previdenza aziendale; per la prima volta riconosciuti contrattualmente 1250
posti di apprendistato l’anno.

Periodo di validità

Gli accordi hanno validità dal 1° gennaio 2007 a fine 2011;
viene garantita l’occupazione fino al 2011, naturalmente con clausole che
annullano la garanzia “in caso di sostanziali mutamenti delle ipotesi base o della
situazione economica”.

L’accordo garantisce al gruppo buona flessibilità e forti
risparmi sul costo del lavoro, per gli addetti alla catena circa il 14%, per
gli impiegati il 18%. Il costo del lavoro negli stabilimenti dell’Ovest sarebbe
ora al livello di Audi, il gruppo bavarese filiale VW molto più redditizio.

A Wolfsburg il costo del lavoro sarebbe secondo la direzione
1/3 superiore a quello degli altri stabilimenti e il 20% più di quelli di Audi.

Il capo di IG Metall, Jürgen Peters considera l’accordo un “compromesso
che tiene conto sia degli interessi dell’azienda che degli occupati”.

I tagli attuali sono stati introdotti seguendo il medesimo
modello dello scorso anno: la direzione lamenta cifre in rosso e minaccia
massicci tagli occupazionali, infine sindacato e C.d.F si dichiarano disposti a
cooperate al “consolidamento” e al “salvataggio” degli stabilimenti.

Già nel 1993 l’allora presidente C.d.A Fedinand von Piech aveva
annunciato 30 000 tagli occupazionali, in seguito a forti riduzioni nelle
vendite. Venne allora introdotta la settimana di 4 giorni dall’allora capo del
personale Peter Hartz. Il sindacato accettò, perché così venivano evitati “licenziamenti
per motivi aziendali”.

Nel 2001 venne introdotto il modello contrattuale “5000
volte 5000”, con cui VW si impegnò  ad
assumere 5000 nuovi lavoratori per la produzione della Touran, a condizioni e
salario peggiorate rispetto al contratto vigente.

A fine 2004, nel frattempo Piech era stato sostituito dall’allora
capo di BMW, Bernd Pischetrieder ed era divenuto presidente del consiglio di
sorveglianza, ci fu un altro
attacco, il cosiddetto “Contratto per il futuro”
, che  introdusse, come ora appare chiaro, la
possibilità del ricatto attuale.

– Con questo “contratto per il futuro” vennero divisi i
lavoratori: i nuovi assunti furono ebbero un salario molto inferiore, gli apprendisti
 staccati dal contratto, e concordata una
ampia flessibilizzazione dell’orario di lavoro.

– L’accordo comprendeva risparmi salariali annuali di €1MD;
salari e stipendi venivano congelati per 28 mesi.

Con l’attuale accordo di fatto i salari vengono ridotti solo
23 mesi dopo; esso cancella tutte le conquiste degli anni 1960 e 70, nel 2005 è
accaduto in tutti i settori e gruppi.

I salari VW che in precedenza erano relativamente alti, ora scendono
al livello più basso dei siderurgici

Il C.d.A. VW sta tentando di tagliare 20 000 posti con risarcimenti;
finora circa 15 000 lavoratori hanno sottoscritto accordi di
pre-pensionamento o risoluzione del contratto.

Ad inizio anno Wolfgang Bernhard, prelevato dalla presidenza
C.d.A. di DaimlerChrysler per risanare VW, non escluse la chiusura di settori
non redditizi e la possibilità di 20 000 licenziamenti, paria 1/5 degli addetti,
per i costi troppo alti e il non completo sfruttamento degli impianti.

In realtà nel 1° semestre 2006 le vendite di auto del gruppo
erano a +12%, il fatturato +14% e i profitti raddoppiati rispetto al 1° semestre
2005; si prevede la continuazione del trend.

VW mira a raggiungere profitti prima delle imposte di €5,1MD
nel 2008.

VW ha
stabilimenti in 11 paesi europei e in 7 paesi di America, Asia e Africa: il
messaggio della direzione: se non lavorate per un salario come quello di
Spagna, Cekia etc, chiudiamo lo stabilimento.Die Welt 060930

Vereinbarungen
bei VW

Arbeitszeit: Die regelmäßige wöchentliche
Arbeitszeit wird auf 33 Stunden für die Produktion und auf 34 Stunden für die
Verwaltung angehoben
. Eine Entgelterhöhung gibt es nicht.
Diese Regelarbeitszeit
kann auf 35 Stunden ausgeweitet
werden; diese Mehrarbeit wird dann aber zusätzlich bezahlt.

– Zusätzlich wird ein Arbeitszeitkorridor geschaffen, der von 25 bis 33 beziehungsweise 34
Stunden
reicht. Unabhängig von der tatsächlich
geleisteten Arbeitszeit entspricht das Entgelt der bisherigen Bezahlung der
28,8-Stunden-Woche.

Tarifrunde: Die Tarifrunde
2007
wird über einen Einmalbetrag
von 1000 Euro
abgegolten. Vom 1. Januar 2008 steigen die Entgelte entsprechend dem Abschluss der niedersächsischen
Metallindustrie
.


Ergebnisbeteiligung: Bei erfolgreichem Geschäftsverlauf
können die Beschäftigten auf eine deutlich erhöhte Ergebnisbeteiligung hoffen.


Standorte: Für die sechs westdeutschen Werke, für die der
VW-Haustarif gilt, wurden Produktzusagen und Fertigungsumfänge

vereinbart.

Im Wolfsburger Stammwerk werden der neue
Golf sowie ein zusätzliches Modell mit großer Fertigungszahl gebaut; die
Kapazität für 460 000 Autos wird voll
ausgelastet
.

Die Gießerei in Hannover soll
"Kompetenzzentrum
" werden; damit werden 700 Arbeitsplätze langfristig
gesichert
. Von den bislang 1200 Arbeitsplätzen fallen somit 500 weg.

Kassel wird künftig Leitwerk für Direktschaltgetriebe. Für Emden
ist eine Erhöhung der Stückzahlen vorgesehen. Neben dem Passat und dem CC-Coupé
ist dort ein weiteres Modell vorgesehen. Für Braunschweig sind bestimmte Produktionsvolumina
für Lenkungssysteme und Fahrwerksteile vorgesehen.

Salzgitter erhält zusätzliche Motorenvolumen und eine
"mittelfristige Zusage" zur Auslastung des Werkes.

Sonstiges: Es ist unter anderem eine einmalige
Pauschale von 6279 Euro vorgesehen, die in die betriebliche Altersversorgung
eingezahlt wird. Zudem wird die Zahl der Ausbildungsplätze
von 1250 pro Jahr erstmals tarifvertraglich festgeschrieben.

Laufzeit: Die
Vereinbarungen sollen vom 1. Januar 2007 bis Ende 2011
gelten. Details sollen am 4. Oktober festgezurrt werden.

dpa

Artikel erschienen am 30.09.2006 WELT.de 1995
– 2006
—————————-

Wsws     061004

Volkswagen –
Mehr Arbeit – weniger Geld

Von Dietmar Henning

4. Oktober 2006

Am vergangenen
Freitag beschlossen IG
Metall und der VW-Vorstand mehr Arbeit ohne Lohnausgleich für die Arbeiter in
den sechs westdeutschen Volkswagen-Werken
.

–   
Die 1993 eingeführte Vier-Tage-Woche
mit 28,8 Stunden
gibt es nun nicht mehr.

Die regelmäßige
wöchentliche Arbeitszeit wird ab November auf maximal 33 Stunden für Produktionsarbeiter und auf 34
Stunden für Verwaltungsangestellte angehoben
. Mehr Lohn erhalten die Beschäftigten dafür nicht.

–   
Vereinbart
wurde ein Arbeitszeitkorridor von 25 bis 33 Stunden für Beschäftigte in der Produktion und von 26 bis 34 Stunden für
die anderen. Unabhängig von der tatsächlich geleisteten Arbeitszeit entspricht
das Entgelt innerhalb dieses Korridors der bisherigen Bezahlung einer
28,8-Stunden-Woche.

VW-Personalvorstand
Horst Neumann freute sich: "Mit diesem breiten Stundenkorridor können wir
auf Marktschwankungen besser reagieren, und das ohne wesentliche Änderungen bei
den Arbeitskosten. Das
garantiert uns eine sehr gute Flexibilität
und hat zugleich das
Potential für eine hohe
Kosteneinsparung
."

–   
Nun
seien die Arbeitskosten in den westdeutschen VW-Werken auf dem Niveau der
wesentlich profitableren bayerischen Konzerntochter Audi
.

Das war das
anvisierte Ziel des Managements des größten Autoherstellers Europas. Ursprünglich
hatte der VW-Vorstand dabei eine Rückkehr zur 35-Stunden-Woche ohne
Lohnausgleich verlangt. Die
28,8-Stunden-Woche war 1993 mit entsprechenden Lohneinbußen anstelle der
35-Stunden-Woche eingeführt worden
. Eine Rückkehr zur alten Arbeitszeit
ohne Angleichung der Löhne wäre einer Lohnkürzung von fast 20 Prozent
gleichgekommen. Das aber schien selbst IG Metall und Betriebsrat zu heikel, die
sonst jede Kürzung der Unternehmensleitung mitragen und den Arbeitern noch
höhnisch als Erfolg verkaufen.

Nun werden die 34. und 35. Stunde als Mehrarbeit vergütet. Grundsätzlich ändert diese geringe
Einschränkung aber nichts an der
Tatsache, dass die Arbeitszeit, die mit 18-prozentigem Lohnverlust verkürzt
wurde, nun ohne Lohnausgleich wieder verlängert wird.
Personalchef
Neumann kündigte zudem an, dass die 35-Stunden-Woche "im Blick"
bleibe.

–   
IG-Metall-Chef
Jürgen Peters bezeichnete das Ergebnis als "Kompromiss, der Unternehmensziele
und die Interessen der Beschäftigten gleichermaßen berücksichtigt".

Gewerkschaft und VW haben beschlossen, die Einzelheiten
zu den Eckpunkten voraussichtlich am 4. Oktober
in einem abschließenden Verhandlungsergebnis
festzulegen. Welche Überraschungen dann noch auf die Belegschaften zukommen,
bleibt abzuwarten.

Der Abschluss bringt
VW Entlastungen in dreistelliger Millionenhöhe. Dadurch, dass mehr fürs gleiche
Geld gearbeitet werde und große Teile der Überstundenzuschläge wegfielen, betrage die Entlastung bei
Bandarbeitern über 14 Prozent der Arbeitskosten, bei Bürokräften sogar 18
Prozent
, rechneten Börsianer vor.

Im Gegenzug zu den
eingesparten Millionen werden
die VW-Beschäftigten mit Einmalzahlungen abgespeist – und einmal mehr mit dem
Versprechen auf Bestandsgarantie der sechs betroffenen Werke in Wolfsburg,
Kassel, Hannover, Braunschweig, Emden und Salzgitter.

Jeder Beschäftigte erhält einen Betrag von knapp 6.300
Euro für die betriebliche Altersvorsorge
. Eine Erfolgsbeteiligung kann ebenfalls gezahlt werden. Das Unternehmen
erklärt sich auch zur Zahlung
eines Einmalbetrages von 1.000 Euro bereit
, weil durch den jetzigen Abschluss die Tarifrunde
überflüssig geworden sei, die normalerweise im Herbst begonnen hätte.

Die von VW
abgegebene Standort- und Beschäftigungssicherung über 2011 hinaus wird seit
1993 ständig vereinbart. Gehalten hat sich noch kein Vorstand daran. Ohnehin gibt kein Vorstand der
Welt eine solche Garantie ab, ohne eine Klausel anzuhängen, die diese Garantie
"bei wesentlichen Änderungen der Grundannahmen oder der wirtschaftlichen
Rahmenbedingungen" (VW-Zukunftsvertrag 2004) außer Kraft setzt.

Bewährtes Muster

Die jetzigen
Kürzungen verliefen nach
demselben Muster wie in den Vorjahren. Der Vorstand kündigt rote Zahlen an und
droht mit massivem Arbeitsplatzabbau
. Anschließend erklären sich
Gewerkschaft und Betriebsrat bereit, an der "Konsolidierung" und
"Rettung" der Werke mitzuarbeiten. Heraus kommen bis auf kleine
Detailänderungen die vom Vorstand geforderten empfindlichen Kürzungen bei den Arbeitern.

–   
Bereits 1993 hatte der damalige
Vorstandsvorsitzende Ferdinand Piech den Abbau von 30.000 Arbeitsplätzen
angekündigt, nachdem der Absatz stark eingebrochen war.
Als
Reaktion folgte die Einführung der Vier-Tage-Woche durch den damaligen Personalchef
Peter Hartz.
Die IG
Metall sekundierte, dadurch seien "betriebsbedingte Kündigungen"
vermieden worden
.

–   
2001 erfolgte die Einführung des
Tarifmodells "5000 mal 5000",
das von Politik und Wirtschaft
in den höchsten Tönen gepriesen wurde. Zur Produktion des neuen Modells Touran
verpflichtete sich VW, im Werk Wolfsburg bis zu 5.000 neue Mitarbeiter einzustellenzu schlechteren Bedingungen und
niedrigeren Löhnen, als in den bisherigen Tarifverträgen festgelegt
.

–   
Rund
drei Jahre später, Ende 2004 – Piech war inzwischen vom ehemaligen BMW-Chef
Bernd Pischetsrieder abgelöst worden und hatte den Posten des Aufsichtsratsvorsitzenden
bezogen – erfolgte der nächste Schlag, der so genannte
"Zukunftstarifvertrag".

–   
Aus
heutiger Sicht bereitete
er erst die Möglichkeit der aktuellen Erpressung vor.
Mit dem Zukunftsvertrag begann
die Spaltung der Belegschaft
, indem neu eingestellte Arbeiter
wesentlich schlechter bezahlt, die Auszubildenden vom Haustarif abgekoppelt und
eine weitgehende Flexibilisierung der Arbeitszeit vereinbart wurden.

–   
Der
Vertrag beinhaltete jährliche Lohneinsparungen von einer Milliarde Euro. Die bestehenden
Löhne und Gehälter sollten 28 Monate eingefroren bleiben. Mit den jetzigen
Änderungen sind sie jedoch faktisch nach bereits 23 Monaten weiter gekürzt
worden. Früher galten lange Laufzeiten bei Lohntarifverträgen als schlecht für
die Beschäftigten. Inzwischen
ist es umgekehrt, weil Gewerkschaften und Konzernetagen immer neue Kürzungen
vereinbaren
.

Die
"Auseinandersetzung" in diesem Jahr unterschied sich nicht von den
vorangegangenen. Anfang des Jahres kündigte der eigens zur
"Sanierung" von Daimler-Chrysler geholte Vorstandschef Wolfgang
Bernhard an, die deutschen Traditionswerke seien nicht ausgelastet und arbeiteten zu teuer. Er schloss die Schließung unrentabler Teilbereiche
nicht aus und stellte 20.000 Arbeitsplätze zur Disposition, das ist ein Fünftel
der Belegschaft.
"Wir brauchen grundlegende Veränderungen. In der
jetzigen Form sind wir nicht zukunftsfähig", behauptete der Manager.

Steigende Gewinne

Das änderte sich
auch nicht, als die Verkaufszahlen für VW in diesem Jahr hochschnellten.

–   
In der ersten Hälfte dieses Jahres
verkaufte der Konzern zwölf Prozent mehr Autos, setzte 14 Prozent mehr um und
verdiente unter dem Strich mehr als doppelt so viel Geld wie in der
Vorjahreszeit. Auch in naher Zukunft dürfte sich daran nicht viel ändern.
2006 und 2007 sind allein in Europa mehr
als zwei Dutzend Neuheiten geplant.

Der
Volkswagen-Konzern fährt seit Jahren Gewinne ein und hat für die Aktionäre zuletzt
sogar die Dividende
spürbar erhöht, nämlich um fast 10 Prozent
. 450 Millionen Euro schüttete
die Volkswagen AG für 2005 an ihre Aktienbesitzer aus. Ziel des Vorstands ist
es aber, den Aktienbesitzern noch mehr Geld zu verschaffen. 2008 strebt VW einen Konzerngewinn
vor Steuern von 5,1 Milliarden Euro an – vier Milliarden mehr als 2004.
Das
ist der eigentliche Grund für die ständige Forderung nach Lohnkürzungen.

Nach Angaben des
Managements fahren lediglich die sechs VW-Werke in Westdeutschland Verluste
ein, angeblich einen dreistelligen Millionenbetrag. Die Arbeitskosten in Wolfsburg lägen um mehr als
ein Drittel über denen in anderen deutschen Autowerken und 20 Prozent über den
Arbeitskosten in den ebenfalls zu VW gehörenden Audi-Werken in Bayern.
Daher
müssten insbesondere im Stammwerk Wolfsburg die Arbeitskosten fallen, die
allerdings – nach Angaben des Betriebsrats – nur noch 11 Prozent der
Gesamtkosten ausmachen.

–   
Der
VW-Konzern hat Werke in elf Ländern Europas sowie in sieben Ländern Amerikas,
Asiens und Afrikas. Übersetzt heißt die Forderung des Vorstands: Wenn ihr nicht
genauso günstig wie in Spanien, Tschechien oder sonst wo arbeitet, schließen
wir das Werk. So läuft die Erpressung der Belegschaften – nicht nur bei VW –
schon seit Jahren. Teil der jetzigen Vereinbarung ist auch, den konzerninternen
Zuschlag für den Bau des neuen Golfmodells nach Wolfsburg zu vergeben. Die
Konzernspitze hatte wiederholt gedroht, ihn woanders bauen zu lassen, wenn die
Gewerkschaft den verschärften Arbeitsbedingungen nicht zustimmt.

–   
Mit der jetzigen Vereinbarung werden
die in den 1960er und 70er Jahren erkämpften tariflichen Errungenschaften
vollständig einkassiert
. In
den vergangenen Jahren ist dies in allen Branchen und Konzernen geschehen. Auch
im VW-Konzern arbeiteten innerhalb Deutschlands schon bisher viele Beschäftigte
zu schlechteren Konditionen als die Arbeiter der sechs westdeutschen Werke – in
Ostdeutschland ebenso wie in der Audi-Sparte oder in der 5000 mal 5000 GmbH im
Wolfsburger Stammwerk.

–   
Neueingestellte
Arbeiter erhalten seit 2004 ebenfalls geringere Löhne. In diesem Zusammenhang muss auch der derzeitige Versuch
des Vorstands gesehen werden, 20.000 Arbeitsplätze über Abfindungen abzubauen
.
Die alten, etwas bessergestellten Arbeiter gehen, neue, geringer entlohnte
kommen. Rund 15.000
Beschäftigte haben bislang Verträge zum Vorruhestand oder Aufhebungsverträge
unterschrieben.

Inzwischen sind die einst relativ hohen VW-Löhne auf dem
niedrigeren Metall-Tarif angelangt
. IG-Metall-Verhandlungsführer Hartmut Meine sagte nach der jetzigen Vereinbarung,
VW nähere sich damit dem Flächentarifvertrag der Metallindustrie. Die Lohnrunde
2007 müsse daher nicht mehr eigens verhandelt werden. Sie werde durch eine
Einmalzahlung von 1.000 Euro abgegolten. 2008 soll sich die Lohnerhöhung dann
am Flächentarif der niedersächsischen Metallbranche orientieren.

Wie schon in den
letzten Jahren erweisen sich Gewerkschaft und der Betriebsrat auch mit dieser
Vereinbarung wieder als verlängerter Arm des Konzern-Vorstands. Sie übernehmen die
Aufgabe, die Angriffe gegen die Belegschaften durchsetzen – auch wenn diese,
wie im Falle VW, zu 97 Prozent Gewerkschaftsmitglieder sind.

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