Arrestato ceo – accusa di corruzione in un gruppo degli armamenti/WSJ, L’arresto di Finmeccanica da munizioni all’opposizione

Armamenti, corruzione, Italia, Francia, India, Brasile
Faz      130212

 Arrestato ceo – accusa di corruzione in un gruppo degli armamenti

+ Wsj 130212, L’arresto di Finmeccanica da munizioni all’opposizione, Romit Guha

+ Tempi, 130212, Finmeccanica, arrestato Orsi. Sicuri di sapere tutto?

+ Ria Novosti , 120402/120809, L’India acquirente di armi: forti scontri su commesse miliardarie (Konstantin Bogdanov)/L’india rimarrà il maggior importatore di armi fino al 2016, anche di produzione russa

+ Times of India, 130214, “Contratti per software” usati come copertura per le tangenti sugli elicotteri, Josy Joseph

+ The Hindu, 130214, Hollande viene per parlare di grandi affari

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–       Aspra guerra per la dirigenza di Finmeccanica tra i partiti italiani: Casadei « .. non passa giorno senza che qualche partito o qualche grande giornale non chiedano al governo Monti l’azzeramento dei vertici di Finmeccanica» …

 

–       Guerra economica, in particolare, anche tra i gruppi francesi e italiani per le commesse internazionali, che fanno emergere la corruzione imperante per la conquista dei mercati.

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(FAZ) Nella campagna elettorale italiana entrano gli scandali del mondo degli affari:

o   quello dei Monte dei Paschi con le enormi perdite derivanti dagli affari con i derivati;

o   tangenti Saipem;

 

o   ora Finmeccanica, con 70 000 addetti il maggior gruppo italiano dopo Fiat, nel 2012 registrato fatturato di €17MD, debiti per quasi €5MD; al 30% di proprietà statale, concorrente di Eurocopter; in Europa è il terzo più grande attore per fatturato del settore Difesa.

 

–       Agusta Westland, filiale britannica del gruppo italiano FINMECCANICA (aerospaziale e difesa) per coprire tangenti di circa €20mn., pagate ad alte personalità per una vendita di elicotteri (conclusa inTunisia) ha usato le esportazioni indiane di software (che raggiungono quest’anno i $75MD).

–       Il pagamento delle tangenti è iniziato nel 2007, se non prima;

 

–       Dei €400 000 di un contratto di consulenza  –

o   traAgustaWestland e la società indiana Gordian Service Sari,siglato dal CEO di AgustaWestland Bruno Spagnoli e Guido Ralph Haschke, uno dei principali mediatori ed ex direttore dell’immobiliare Emaar MGF-

–       almeno €100 000 sono stati pagati in contanti per tangenti, ai tre fratelli Tyagi (Juli, Docsa e Sandeep), cugini dell’ex capo di IAF (l’aeronautica indiana, Indian Air Force), accusato di aver favorito Agusta abbassando le quote di volo da 18mila a 15mila piedi.

 

–       In seguito furono siglati contratti di ingegneria che coinvolgono IDS Tunisia e IDS India, per pagare pubblici funzionari indiani:

o   nel 2007 furono versati €640 000 e nel 2008 €1,3mn (+ probabili €977,263), nel 2009 €508 000;

 

o   nel 2011 quasi €6,4mn. a IDS India, per operazioni non esistenti;

 

o   la media mensile che finiva in India era di €510 000, esentasse.

 

–       Il CEO Agusta Spagnoli avrebbe pagato €30mn. anche a Michel Christian, mediatore britannico con importanti entrature politiche in India.

 

–       Orsi (presidente Finmeccanica) è accusato del pagamento di tangenti per €560mn. per la vendita e la manutenzione nel 2010 all’aeronautica indiana di 12 elicotteri AW101 della filiale di Finmeccanica, AgustaWestland.

 
 

–       La corruzione legata al mondo degli affari è utilizzata anche nella politica indiana:

o   l’arresto in Italia del CEO di Finmeccanica, Giuseppe Orsi avvantaggia il partito di opposizione indiano, Bharatiya Janata Party (BJP), che da due anni accusa di corruzione il partito al governo, il Congress Party.

 

–       BJP accusa il governo indiano di non aver indagato sull’accordo, indagine richiesta dal partito stalinista CPI, che parla di corruzione sistemica.

–       Il ministro Difesa indiano ha ordinato l’avvio delle indagini.

–       Da tempo i contratti della Difesa indiana sono sospettati di corruzione, il caso più famoso quello da $1,4 MD per l’acquisto di fucili svedesi AB Bofors, quando era primo ministro Rajiv Ghandi, che fu il principale motivo della sua sconfitta elettorale nel 1989, con grandi manifestazioni di piazza contro la corruzione del governo del Congress.

–       Nel 2012 l’ex capo dell’esercito, generale VK Singh, avrebbe ricevuto offerte di tangenti per $2,59mn.

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–       Il mercato indiano degli armamenti nel 2020 sarà di $75MD, (Sole24-Ore, “Le imprese italiane in prima fila nella Difesa indiana”);

–       secondo Massimo Pugnali, senior vice presidente per market e business development di Finmeccanica, «Quello indiano è ormai il nostro primo mercato al di fuori di Italia, Regno Unito e Stati Uniti».

–       L’India, già ora il maggior importatore mondiale di armi, sarà un cliente sempre più importante per i gruppi degli armamenti, anche a causa dei tagli imposti ai bilanci Difesa in USA ed Europa.

 

–       All’epoca dell’affare con l’India il capo del settore elicotteri di Finmeccanica era Orsi, ex ufficiale dell’aeronautica, e da anni CEO di AgustaWestland, dal 2011 di Finmeccanica, su pressioni della Lega Nord.

 

–       AgustaWestland è stata scossa da scandali anche in passato: 1995, “Affare Agusta”, in cui fu implicato l’allora segretario generale Nato, Willy Claes, che dovette dimettersi dall’incarico; Claes era ministro Economia del Belgio quando venne pagata una tangente da 200 mn. di Franchi belgi al suo partito.

–       Finmeccanica si trova in una fase di forte ristrutturazione, per diminuire i debiti ha messo in vendita il suo settore Energia-Trasporti (Ansaldo Energia e Ansaldo STS). Finora è stata venduta solo una quota di minoranza del settore aerospaziale di Avio, €260 mn.

Competizione tra grandi gruppi internazionali, con l’utilizzo di scandali per mettere fuori gioco l’avversario …

 

da un’inchiesta per Tempi, di Rodolfo Casadei, nov. 2012:

 

–       Da anni che va avanti il braccio di ferro fra italiani e francesi – da una parte Fincantieri e Finmeccanica, dall’altra Dcns – per una faraonica commessa della marina brasiliana:

o   Fine giugno 2012, il ministro italiano Difesa, Gianpaolo Di Paola, va a Brasilia, dove è giunto anche l’AD di Fincantieri, Giuseppe Boni, in ballo la fornitura di 5 cacciatorpediniere, 5 fregate lanciamissili, 5 corvette, e una grande nave fornitrice.

o   commessa del valore €5MD, che fa gola anche a francesi, tedeschi, britannici, spagnoli, sudcoreani;

o   18-20 settembre va in Brasile anche il ministro italiano Industria, Corrado Passera, motivo principale restaurare il primato italiano nell’operazione corvette e cacciatorpediniere.

o   23-24 ott. compaiono sui giornali verbali di interrogatori (del novembre 2011) di Lorenzo Borgogni, ex responsabile delle Relazioni istituzionali di Finmeccanica, indagato sin dall’inizio del 2011 con accuse di frode fiscale e finanziamento illecito ai partiti;

 

o   Ad aprile 2012, Borgogni aveva accusato il neo-eletto presidente di Finmeccanica Giuseppe Orsi di aver ricevuto sei auto Maserati da aziende fornitrici della società, e Comunione e Liberazione di essere destinataria di dazioni di denaro;

–       Ora (novembre 2012) Orsi è accusato per una tangente da €550mn. (11% del valore della transazione), sull’affare delle fregate Fincantieri da vendere al Brasile, coinvolto l’ex ministro Sviluppo economico, Claudio Scajola, che avrebbe sollecitato la tangente.

–       L’affare appare così chiuso a vantaggio della Francia.

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–       Secondo le previsioni del direttore del centro di analisi per il commercio internazionale di armi, Korotschenko, l’India rimarrà il maggiore importatore mondiale di armi fino al 2016.

 

–       Nel solo 2012 ne ha importato $6,9MD, il 9,83% del totale mondiale; circa $5MD dalla Russia;

–       nei prossimi tre anni previsti $38,25MD, €14,3MD da gruppi russi degli armamenti e di tecnica militare.

–       Dopo l’India il maggior importatore di armi è l’Arabia Saudita, per €29,57; EAU è terzo con $16,4MD.

–       Usa e Australia erano nel 2008-2011 il secondo e terzo maggiore importatore;

–       gli Usa rimangono il maggior esportatore, con circa $30MD annui.

–       Il mercato delle armi indiano è molto particolare, l’India cerca di diversificare le importazioni da vari paesi, e di acquistare la migliore tecnologia.

–       I russi hanno perso la gara per la vendita di 22 elicotteri da guerra MI-28N contro gli americani AN-64D Apache;

–       il gruppo francese Dassault ha vinto il contratto per 126 aerei da combattimento (oltre $10MD), contro i russi MIG-35;

–       Negli ultimi anni gli Usa hanno lanciato un’attività di offensiva nel mercato indiano, oltre agli elicotteri, hanno venduto caccia anti-sommergibili Boeing P-8, e siglato un contratto per la produzione su licenza di motori a reazione.

–       Secondo l’autore, la competizione di europei e americani (che hanno vinto gli appalti suddetti) non dovrebbe essere un problema per l’export di armi russo:

o   gli indiani 30 anni fa’ hanno acquistato MiG-27 e SEPECAT; negli anni Ottanta (primi al mondo) i nuovi MiG-29, assieme ai Mirage 2000 francesi.

o   l’India ha respinto il tentativo di Lockheed Martin di imporre una nuova versione degli F-16,

o   e non ha voluto acquistare neppure il caccia Usa di 5a generazione (FGFA F-35), hanno voluto sviluppare un loro modello più leggero.

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–       I giornali parlano di “tempistica perfetta” per la visita di Hollande in India, che approfitta degli scossoni subiti dall’italiana Finmeccanica per lo scandalo appena scoppiato; il governo indiano ha sospeso i pagamenti a AgustaWestland per i contratti già siglati.

–       Visita in India del presidente francese Hollande: India e Francia discutono di grandi affari, tra i quali la vendita di 126 aerei caccia Rafale, prodotti dal gruppo francese Dassault (per $10MD, secondo i media indiani), e di 6 reattori nucleari per l’impianto di Jaitapur, Stato di Marashastra, India occidentale;

–       Hollande è accompagnato da 5 ministri e da 60 uomini d’affari.

–       Tra Francia e India siglata nel 1998 una Alleanza strategica, con relazioni “simbiotiche” nei settori difesa, energia nucleare, spazio, e anti-terrorismo.

Interscambio commerciale nel 2011 $12MD

Faz      130212

Firmenchef festgenommen Korruptionsverdacht im Rüstungskonzern

12.02.2013 · Wegen des Verdachts auf Korruption hat die italienische Polizei den Chef des Rüstungskonzerns Finmeccanica festgenommen. Ihm wird Bestechung beim Verkauf von Helikoptern nach Indien vorgeworfen.

–          Ein neuer Korruptionsskandal erschüttert Italien: Die Polizei nahm den Chef des Rüstungskonzerns Finmeccanica wegen Verdachts auf Bestechung fest. Giuseppe Orsi sei im Zusammenhang mit Ermittlungen wegen des Verkaufs von Helikoptern der Finmeccanica-Tochter AgustaWestland an die indische Regierung festgesetzt worden, verlautete am Dienstag aus Justizkreisen.

–          Im Wahlkampf rücken die Skandale, die die Geschäftswelt Italiens seit einiger Zeit erschüttern, immer stärker in den Vordergrund. In die Schlagzeilen rückten unlängst auch die Banca Monte dei Paschi wegen hoher Verluste durch Derivategeschäfte sowie Schmiergeld-Ermittlungen beim Öldienstleister Saipem.

–          Ministerpräsident Mario Monti kündigte an, die italienische Regierung werde sich umgehend mit den Führungsproblemen bei Finmeccanica auseinandersetzen. Der Konzern, der mit rund 70.000 Mitarbeitern nach Fiat zweitgrößter Arbeitgeber des Landes ist, gehört zu etwa 30 Prozent dem italienischen Staat. In Italien wird am 24. und 25. Februar ein neues Parlament gewählt.

In knappen Stellungnahmen stellten sich Finmeccanica wie auch AgustaWestland an die Seite des Chefs und drückten die Hoffnung aus, dass dessen rechtliche Position so schnell wie möglich klargestellt werde.

–          Der Eurocopter -Konkurrent versicherte, das Geschäft werde normal weitergeführt. Unternehmenskreisen zufolge wird erwogen, Finanzchef Alessandro Pansa vorübergehend weitere Aufgaben zu übertragen.

Leerverkäufe verboten

–          Die Aktie von Finmeccanica brach am Dienstag um mehr als acht Prozent ein. Die italienische Börsenaufsicht untersagte für Dienstag und Mittwoch Leerverkäufe von Aktien des Unternehmens. Dies soll verhindern, dass Hedgefonds auf einen weiteren Kursverfall setzen und damit die Aktie noch stärker unter Druck gerät.

–          Aus Indiens Verteidigungsministerium verlautete, man prüfe die Zahlung von Schmiergeldern in Höhe von 40 Millionen Rupien (umgerechnet 555.000 Euro) im Zusammenhang mit dem Kauf von einem Dutzend Hubschraubern. Man werde gegen Finmeccanica vorgehen, sollten sich die Vorwürfe bewahrheiten.

–          Dies könne das Ende des 560 Millionen Euro schweren Geschäfts bedeuten.

–          Dies dürfte Finmeccanica empfindlich treffen, denn Indien wird angesichts zusammengestrichener Verteidigungsetats in den USA und Europa als Kunde für Rüstungskonzerne immer wichtiger. Bereits jetzt ist Indien der weltgrößte Waffenimporteur.

–          Zum Zeitpunkt des Geschäfts mit Indien leitete Orsi die Helikopter-Sparte von Finmeccanica. Der frühere Offizier der italienischen Luftwaffe und langjährige Chef von AgustaWestland weist in dem seit einem Jahr wabernden Fall bislang alle Vorwürfe gegen seine Person zurück.

–          Orsi startete seine berufliche Karriere 1973 beim Vorgängerkonzern von AgustaWestland. Seit Mai 2011 ist er Chef von Finmeccanica. Die Ernennung wurde von der Liga Nord, dem damaligen Verbündeten von Ministerpräsident Silvio Berlusconi, unterstützt. Aus Kreisen verlautete ebenfalls, dass der jetzige Chef von AgustaWestland, Bruno Spagnolini, sowie zwei weitere Manager unter Hausarrest gestellt wurden. Auch Bürogebäude des Rüstungskonzerns in Mailand wurden demnach durchsucht.

Frühere Agusta-Affäre brachte bereits Nato-Chef zu Fall

–          Der Hubschrauber-Hersteller hat bereits in der Vergangenheit mit Skandalen für Schlagzeilen gesorgt.

o   Die sogenannte Agusta-Affäre brachte 1995 den damaligen Nato-Generalsekretär Willy Claes zu Fall. Er musste von dem Amt zurücktreten, weil in seiner Zeit als belgischer Wirtschaftsminister bei der Bestellung von Armeehelikoptern Schmiergelder in Höhe von 200 Millionen Belgischer Franc in Parteikassen geflossen waren.

–          Neben dem jüngsten Skandal kämpft Finmeccanica mit weitreichenden wirtschaftlichen Problemen und befindet sich mitten in einem umfassenden Konzernumbau. Ein weiterer Imageverlust könnte das Unternehmen teuer zu stehen kommen. Der Konzern mit Umsätzen von rund 17 Milliarden Euro im vergangenen Jahr sitzt auf einem Schuldenberg von fast fünf Milliarden Euro.

–          Um Verbindlichkeiten abzubauen, hat das Konglomerat sein Energie- und Transportgeschäft mit den Töchtern Ansaldo Energia und Ansaldo STS zum Verkauf gestellt.

–          Bisher ist allerdings nur ein Minderheitsanteil am Luftfahrt-Geschäft der italienischen Avio veräußert worden. Dies brachte 260 Millionen Euro ein, womit Finmeccanica seine eigenen Ziele deutlich verfehlte. Jüngst stufte S&P die Kreditwürdigkeit des Unternehmens auf Ramsch herab.

Quelle: Reuters

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Wsj      130212

    February 12, 2013, 4:57 PM

Finmeccanica Arrest Gives Opposition Ammunition

By Romit Guha

–          The Bharatiya Janata Party has spent much of the last two years pressing allegations of graft against the Indian government, run by the Congress party. On Tuesday, the BJP was gifted another beating stick.

–          Giuseppe Orsi, the chief executive of Finmeccanica SpA, FNC.MI -0.09% was arrested Tuesday by Italian authorities on suspicion the company may have paid bribes in India to clinch a 560 million euro ($750 million) 12-helicopter deal in 2010.

–          The helicopters were sold by AgustaWestland, a Finmeccanica division, to India, according to Finmeccanica and the prosecutor in the case. Mr. Orsi has not been charged. The contract involved the sale and maintenance of AW101 helicopters to be operated by the Indian Air Force. Mr. Orsi has in the past denied any wrongdoing in the deal by AgustaWestland, which he headed at the time.

–          “In Italy, they are taking action against corruption, but India, where the deal happened, the government isn’t taking any action, which is shameful,” BJP spokesman Prakash Javadekar told India Real Time. He added that the party plans to raise the issue in the upcoming budget session of Parliament starting Feb. 21.

–          Nilotpal Basu, a senior leader of the Communist Party of India (Marxist), demanded an Indian probe into the deal. “Corruption has assumed a systemic character under this government. What also needs to be probed is – has national security been compromised?”

Congress spokesman Rashid Alvi declined to comment, citing lack of details.

–          India’s defense ministry Tuesday ordered a probe into the contract by the country’s federal investigating agency, defense secretary Shashikant Sharma said. He declined to provide further details.

Separately, a spokesman for India’s external affairs ministry said a request has been sent to the Italian government through the Indian embassy to provide details about the arrest of the Finmeccanica chief executive.

Last March, federal defense minister A.K. Antony had said that India “won’t hesitate to cancel any deal at any stage” if any wrongdoing is found. He was then responding to questions on the Finmeccanica deal. Mr. Antony couldn’t be reached for comment Tuesday.

–          Defense deals in India have long been clouded by corruption allegations involving bribing of bureaucrats and senior military officers, with middlemen taking commissions from weapons makers.

–          The most famous case of alleged corruption was India’s $1.4 billion deal to purchase guns from AB Bofors, a Swedish arms company. The company was alleged to have paid kickbacks to secure the deal. AB Bofors and the Indian government at that time denied any wrongdoing. The scandal tarnished the reputation of Rajiv Gandhi, India’s Prime Minister at the time. It is widely seen as a key reason for his electoral defeat in 1989. That year, thousands of people took to the streets to protest corruption in the Congress government.

–          India’s previous army chief, General V.K. Singh, alleged early last year that he was offered a bribe of 140 million rupees ($2.59 million) to back a deal to buy trucks. A probe is underway.

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Times of India 130214

‘Software deal’ used as front for helicopter bribes

ByJosy Joseph,

TNN | Feb 14, 2013, 12.53 AM IST

–          NEW DELHI: AgustaWestland, the British helicopter manufacturer, took cover behind India’s software exports to route funds it allegedly paid as kickbacks in the Rs, 3,546 croreVVIP chopper deal.

–          The British company, a subsidiary of Italian defence and aerospace firm Finmeccanica, routed up to 20 million euro (around Rs 144 crore) in the deal signed in 2010 via Tunisia.

–          The remittances were shown as payments for software developed in India, perhaps because the company reckoned that transfers would not attract suspicion, given the large volume of exports. Software exports are expected to cross $75 billion this year.

–          The payments started sometime in 2007, or earlier, and went on until last year, when investigators began trailing the kickbacks. Of these payments, at least 100,000 euros was paid in cash to the three Tyagi brothers — Juli, Docsa and Sandeep — cousins of former IAF chief SP Tyagi when he was in office.

–          According to the documents filed in an Italian court, AgustaWestland CEO Bruno Spagnoli and Guido Ralph Haschke, one of the key middlemen and a former director of real estate firm Emaar MGF, signed a consulting contract between the UK-based helicopter company and a firm called ‘Gordian Services Sari’ worth 400,000 euro. Of this, 100,000 euro was paid to the Tyagi brothers in cash.

–          Later, engineering contracts were signed involving IDS Tunisia and IDS India – two firms that figure prominently in the probe — to pay "sums of money in order to pay public officials" in India, the documents show. In 2007, 640,000 euro was paid into IDS India "using invoices issued by IDS India, for non-existent operations," say the court documents.

–          In 2008, this amount was 1.3 million euro. In the same year, there may have been another payment of 977,263 euro. In the declarations for 2009, there is an entry of 508,000 euro payment to IDS India. In 2011, a payment of almost 6.4 million euro was detected.

–          The documents establish that the average monthly payment being routed into India was 510,000 euro without any taxes.

–          According to these documents, the AgustaWestland CEO Spagnoli also corresponded with Michel Christian, a UK-based middleman with deep political connections in India, for a payment of 30 million euro "to support the corrupt activities aimed at the acquisition of the contract". Christian is the owner of Global Service Trade Commerce, headquartered in London and Global Service FZE based in Dubai.

– The report accuses the Tyagi brothers of influencing their cousin – IAF chief Tyagi — for modifying the tender in favour of AgustaWestland, reducing the operating height from 18,000 feet to 15,000 feet and introducing a comparative flight with an engine failure. AgustaWestland’s three-engine helicopter benefited from this particular trial procedure, the court filings show.

The documents also detail several meetings attended by representatives of the European firm with Tyagi brothers and the former air chief. One of them also talks about a marriage they attended, and how at least one of the cousins would touch the feet of the former air chief to show him respect.

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The Hindu       130214

Hollande arrives; to hold talks on major deals

  

–          India and France were due on Thursday to hold talks on major deals involving sales of fighter jets and nuclear reactors on the opening day of President Francois Hollande’s visit to the South Asian nation.

–          Mr. Hollande, accompanied by five ministers including Foreign Minister Laurent Fabius and 60 business leaders, was slated to hold the main talks with the Prime Minister Manmohan Singh in New Delhi.

–          Topping Mr. Hollande’s agenda is the sale of 126 Rafale jets to the Indian Air Force in a deal estimated at over 10 billion dollars by the Indian media. Manufactured by Dassault Aviation, the combat jet was shortlisted by India last year but the negotiations are yet to be concluded.

–          New Delhi and Paris were also to discuss a pact for supplying six reactors for the Jaitapur nuclear plant in the western state of Maharashtra. Although both deals were to be discussed, they would not be inked during Mr. Hollande’s visit, Indian and French officials said.

–          “With upgradation of the relationship to strategic partnership in 1998, the India-France relationship has become multifaceted and symbiotic in areas such as defence, civil nuclear energy, space and counter terrorism,” Foreign Ministry said in a statement.

Both countries were reportedly expected to sign a slew of pacts on research and development, transport, education and culture but this was not officially confirmed.

–          India and France would also look at enhancing their commercial ties and boost trade from 12 billion dollars in 2011. Mr. Hollande was due to conclude his two-day visit Friday with a trip to the financial hub of Mumbai where he was to participate in a business summit.

Keywords: India-France ties, bilateral relations, Francois Hollande, two-day visit, Hollande’s India visit, Manmohan Singh, nuclear deals, fighter jets

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RIA Novosti    120402

Waffenkäufer Indien: Zähes Ringen um Milliarden-Aufträge

Thema: Russlands Waffenexporte

18:06 02/04/2012
Konstantin Bogdanow, RIA Novosti

Am Sonntag ist in Neu-Dehli die Waffenmesse DEFEXPO 2012 zu Ende gegangen.

 

Auf den ersten Blick sieht es danach aus, als ob die russischen Waffenhersteller bei der Rüstungsmesse leer ausgegangen sind und die ausländische Konkurrenz ihre Auftragsmappe füllen konnte. Doch wie steht es wirklich um die Auftragslage der russischen Rüstungsindustrie in Bezug auf Indien?

Indien – größter Waffenkäufer weltweit

–          Der indische Waffenmarkt ist sehr spezifisch. Nicht einmal die Märkte der ölreichen Golf-Monarchien lassen sich mit ihm vergleichen. Der Obergott im Pantheon der indischen Militärs heißt Diversifizierung. Wenn die Streitkräfte nicht über zwei bzw. mehrere ähnliche Waffentypen aus verschiedenen Ländern verfügen, dann ist das ein großes Versäumnis, das unverzüglich wettzumachen gilt.

–          Diese Einstellung der Inder hat nichts mit orientalischer Prahlerei zu tun. Neu-Delhi verfolgt seit Jahrzehnten den Kurs, nur die beste Militärtechnik zu kaufen, egal wer sie herstellt, und die entsprechenden Technologien zu übernehmen. Aber im Unterschied zu China, das die importierte Technik kopiert, kaufen die Inder fremde Technologien auf legale Weise.

–          Die entsprechenden Abkommen werden jedoch mit so vielen Klauseln versehen, die die Lokalisierung der Produktion der Zulieferteile, den Technologietransfer und die Reinvestition der Einnahmen der Auftragnehmer in die indische Wirtschaft vorsehen, dass jeder andere Käufer mit solchen Forderungen schon längst abgewiesen worden wäre.

–          Aber der indische Rüstungsmarkt ist dermaßen groß und attraktiv, dass Waffenhersteller aus aller Welt viele seltsame Bedingungen akzeptieren, nur um dabei sein zu dürfen. Denn ein einziger Vertrag mit dem indischen Militär ist mitunter mehrere Milliarden Dollar wert.

Russische Hersteller gehen vorerst leer aus

In der russisch-indischen militärtechnischen Kooperation ging es zuletzt etwas holprig zu. Die ständigen Vorwürfe wegen der mangelhaften technischen Wartung waren nur halb so schlimm: Die Inder sind sehr anspruchsvoll. Aber die Russen hatten häufig vertraglich vereinbarte Termine nicht eingehalten. Vor allem beim Umbau des Flugzeugträgers „Admiral Gorschkow“ (künftige „Vikramaditya“) und die lange Geschichte um die zehnjährige Verpachtung des Atom-U-Boots Nerpa, die erst vor wenigen Wochen ein Ende gefunden hat.

–          Außerdem sind die Russen bei zwei großen indischen Ausschreibungen gescheitert. Der Kampfhubschrauber Mi-28N zog gegen den US-amerikanischen AN-64D Apache (infrage kamen 22 Helikopter) den Kürzeren.

–          Der mehr als zehn Milliarden Dollar schwere Vertrag über die Lieferung von 126 Kampfjets ging an den französischen Konzern Dassault (die MiG-35 war bereits in der ersten Runde ausgeschieden).

–          Die USA haben in den letzten Jahren ihre Aktivitäten auf dem indischen Markt massiv verstärkt. Neben dem Hubschraubervertrag sind sie mit Neu-Delhi auch durch ein Abkommen über die Lieferung von U-Boots-Jagdflugzeugen Boeing P-8 Poseidon und einen Vertrag über die Lizenzproduktion von Strahltriebwerken verbunden.

Indien geht seinen eigenen Weg

–          Aber außer dem Faible der Inder, die Waffenlieferungen zu diversifizieren, beweisen diese Fakten nichts. Die Erfolge der Europäer und der Amerikaner verschärfen zwar den Wettbewerb, aber das sollte kein Problem für den russischen Waffenexport sein.

o   Bereits vor 30 Jahren hatten die Inder gleichzeitig Jagdbomber MiG-27 (UdSSR) und SEPECAT Jaguar erworben. In den späten 1980er Jahren erhielten die Inder (als erste in der Welt) die neuen MiG-29 und kauften zugleich die französischen Dassault Mirage 2000.

–          Die Inder halten an diesem Vorgehen fest. Zwar sorgen die Amerikaner mit ihrer aggressiven Marktoffensive für etwas Verwirrung, die wohl geglaubt hatten, sie wären dort gerngesehene Gäste. Neu-Delhi wies sie aber ziemlich schnell in die Schranken: Der Versuch von Lockheed Martin, eine neue Version der ewigen F-16 aufzuzwingen, wurde sofort unterbunden. (Umso bedauernswerter ist für die russische Rüstungsindustrie Neu-Delhis Entscheidung für die Rafale.)

–          Auch den US-amerikanischen Kampfjet der fünften Generation (FGFA F-35) wollten die Inder nicht kaufen: Eine leichte Maschine wollen sie selbst entwickeln, und eine schwere (T-50) erhalten sie in der Perspektive von Russland.

–          Auffallend ist übrigens, dass Indien bisher doppelt so viele T-50 (250 Maschinen) wie die russischen Streitkräfte kaufen wollte. Gleichzeitig wird der Vertrag über den Bau von schweren Kampfjets Su-30MKI in Indien erfüllt – der größte für die russischen Flugzeugbauer nach dem Zerfall der Sowjetunion wohlgemerkt. Zudem könnte es zu Nachfolgeaufträgen kommen: Neben der Lieferung von zusätzlichen Partien könnte Russland den Indern das Sukhoi-Super-30-Paket anbieten, das eine umfassende Modernisierung der vielen Modifikationen der Su-30MKI vorsieht.

Die Meinung des Verfassers muss nicht mit der von RIA Novosti übereinstimmen.

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Ria Novosti     120809

MOSKAU, 09. August (RIA Novosti).

Indien bleibt bis 2016 weltweit der größte Importeur von Waffen, darunter auch aus russischer Produktion.

–          Diese Prognose gab Igor Korotschenko, Direktor des Zentrums für Analysen des globalen Waffenhandels, am Donnerstag in Moskau.

–          Allein 2012 werde Indien Rüstungen und Kriegsgerät im Gesamtwert von rund 6,9 Milliarden US-Dollar beziehen. Das seien 9,83 Prozent der weltweiten Waffenimporte. "Etwa fünf Milliarden Dollar von dieser Summe entfallen auf Russland. In den darauf folgenden drei Jahren wird Neu Delhi Erzeugnisse militärischer Zweckbestimmung für insgesamt 38,25 Milliarden Dollar einführen, wovon 14,3 Milliarden Dollar auf russische Rüstungen und Kampftechnik entfallen", sagte der Experte.

–          Zweitplatzierter nach Indien werde in diesem Zeitraum Saudi Arabien mit Rüstungsimporten in Höhe von 29,57 Milliarden Dollar sein.

–          An dritter Stelle würden die Vereinigten Arabischen Emirate (VAE) mit 16,4 Milliarden Dollar liegen. "Die beiden Länder verwiesen die USA und Australien auf niedrigere Plätze, die 2008-2011 der zweit- bzw. der drittgrößte Rüstungsimporteur waren.

–          Zugleich bleiben die USA der weltgrößte Waffenexporteur: Jährlich liefert Washington Erzeugnisse militärischer Zweckbestimmung im Gesamtwert von rund 30 Milliarden Dollar an verschiedene Länder", sagte der Experte.

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Tempi 130212

Finmeccanica, arrestato Orsi. Sicuri di sapere tutto? La controinchiesta di Tempi

febbraio 12, 2013 Redazione

Oggi l’arresto del presidente. Oggi l’annuncio che il mercato indiano potrà arrivare a valere 75 miliardi di dollari entro il 2020. Sicuri di sapere tutto sul caso Finmeccanica?

 

–          Questa mattina è stato arrestato il presidente di Finmeccanica Giuseppe Orsi. L’accusa è di corruzione internazionale, peculato e concussione. L’ordinanza reca la firma del Gip di Busto Arsizio. L’amministratore di Agusta Westland, Bruno Spagnolini, è ai domiciliari. Sono stati arrestati anche due cittadini svizzeri, Guido Haschke e il suo socio Carlo Gerosa, che intermediarono nell’affare con Finmeccanica. Secondo l’accusa, fu pagata una tangente da 51 milioni di euro al governo indiano per la vendita di 12 elicotteri.

–          Questa mattina sul Sole 24 Ore appare un articolo intitolato “Le imprese italiane in prima fila nella Difesa indiana” in cui si racconta della grande capacità da parte dell’Italia, grazie a Finmeccanica, di “conquistare” il mercato indiano e delle prospettive positive per il nostro paese in questo settore. «Quello indiano è ormai il nostro primo mercato al di fuori di italia, Regno Unito e Stati uniti, che noi consideriamo “domestici”», dice al Sole Massimo Pugnali, senior vice president per market e business development di Finmeccanica. Secondo un grafico pubblicato dal Sole, si stima che nei prossimi anni il settore della Difesa indiano potrà arrivare a valere 75 miliardi di dollari entro il 2020.

Tempi si è occupato della vicenda Finmeccanica in diversi articoli. Di seguito pubblichiamo l’inchiesta di Rodolfo Casadei, apparsa sul settimanale nel novembre 2012.

Attacco a Finmeccanica (a vantaggio dei francesi)

–          Indagine sull’autolesionismo italiano che minaccia il cuore industriale del paese. Grazie a procure e quotidiani, rischiamo di perdere un affare da 5 miliardi. La controinchiesta di Tempi

–          Ce l’avevano quasi fatta. Alla fine di giugno era toccato al ministro della Difesa Giampaolo Di Paola scendere a Brasilia per riannodare i fili del discorso col suo omologo brasiliano, Celso Amorim. E che discorso: in ballo c’era la gara per fornire alla marina brasiliana cinque cacciatorpediniere/fregate lanciamissili da 6.000 tonnellate, altrettante corvette/pattugliatori da 1.800 tonnellate e una grande nave rifornitrice. Un programma che non riguarda solo la realizzazione delle navi ma anche gli allestimenti, l’elettronica e gli armamenti.

–          Una commessa da 5 miliardi di euro che fa gola anche a francesi, tedeschi, britannici, spagnoli, sudcoreani, eccetera. Negli stessi giorni anche l’amministratore delegato di Fincantieri Giuseppe Bono, l’azienda predestinata a costruire le navi in caso di vittoria dell’offerta italiana, era nel paese sudamericano a ritessere la tela con funzionari del ministero della Difesa brasiliano, in particolare con l’ex presidente del Partito dei lavoratori (quello del presidente Dilma Rousseff e del suo predecessore Lula) Josè Genoino.

–          Poi il 18-20 settembre è stata la volta di Corrado Passera, il ministro dell’Industria, di recarsi in Brasile ufficialmente per trattare accordi industriali a largo raggio, ma senza perdere di vista l’obiettivo numero uno di restaurare il primato italiano nell’operazione corvette e cacciatorpediniere.

Le cose sembravano rimettersi per il meglio quando… patatrac!

–          Il 23-24 ottobre arrivano sui quotidiani verbali di interrogatori rilasciati ai Pm di Napoli quasi un anno prima (novembre 2011) da Lorenzo Borgogni, ex responsabile delle Relazioni istituzionali di Finmeccanica, indagato sin dall’inizio del 2011 con accuse di frode fiscale e finanziamento illecito ai partiti. Già ad aprile di quest’anno erano trapelate dichiarazioni pirotecniche da sue deposizioni.

–          Borgogni aveva accusato il da poco presidente di Finmeccanica Giuseppe Orsi di aver ricevuto sei auto Maserati da aziende fornitrici della società e Comunione e Liberazione di essere destinataria di dazioni di denaro.

–          Stavolta all’ex dirigente di Finmeccanica è attribuita la denuncia di una tangente di ben 550 milioni di euro (sarebbe una delle più grosse di tutta la storia mondiale delle commesse militari) sull’affare delle famose fregate di Fincantieri da vendere al Brasile, e il coinvolgimento dell’ex ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola, indicato come colui che avrebbe sollecitato la dazione di denaro, pari all’11 per cento del valore della transazione. Il nome di Scajola è accompagnato da altri, italiani e brasiliani, fra i quali spicca quello dell’ex ministro della Difesa brasiliano Nelson Jobim.

–          L’affare, che sarebbe la salvezza per una Fincantieri in difficoltà e un successo di portata storica per l’industria della difesa italiana, torna in alto mare. Forse definitivamente. Qualcuno avverte un senso di dejà vu. Sulla Stampa esce uno strano articolo incentrato su dichiarazioni di “collaboratori di Jobim”, i quali non si limitano a smentire di essere coinvolti in storie di tangenti, ma ironizzano sull’apparente autolesionismo italiano, asserendo che il contratto «era praticamente cosa fatta, mentre ora il vostro paese può attendere il 2040 per chiudere un affare che, invece, ora appare oramai quasi chiuso a vantaggio della Francia».

–          La Francia, già, la Francia… È da anni che va avanti il braccio di ferro fra italiani e francesi per la faraonica commessa della marina brasiliana. Di qua Fincantieri e Finmeccanica, di là la Dcns. I primi sembrano essere avvantaggiati per i prezzi migliori a parità di qualità. Finché nel marzo 2007 succede una strana cosa: Cesare Battisti, terrorista latitante dal 2004 fuggito dalla Francia dove viveva da molti anni alla vigilia della sentenza del Consiglio di Stato francese che lo avrebbe dichiarato estradabile in Italia, riappare in pubblico sulla spiaggia di Copacabana a Rio de Janeiro e viene arrestato. Chiede asilo politico e gli viene concesso il 13 gennaio 2009, contro il parere del Comitato nazionale per i rifugiati. Scende il gelo nei rapporti fra Italia e Brasile, e la trattativa per le fregate si arena. Provvidenzialmente per i francesi.

–          Ma l’Italia non demorde: nell’aprile 2010, mentre pendono i vari ricorsi sul destino di Battisti, a Washington Lula e Berlusconi firmano un accordo di partnership strategica che prevede che alcune delle navi della famosa commessa vengano costruite in Brasile, a giugno scende a Brasilia il sottosegretario alla Difesa Guido Crosetto per un altro accordo firmato col ministro Amorim sempre relativo alle navi da costruire e tecnologie da trasferire. Ma il 31 dicembre dello stesso anno Lula rifiuta di firmare l’estradizione del terrorista, e i rapporti fra Italia e Brasile tornano in crisi.

La campagna della stampa

–          Insomma, in questa storia infinita della grande gara per l’ammodernamento della marina militare brasiliana succede sempre qualcosa che manda all’aria la trattativa con l’Italia, il paese che attraverso Fincantieri e Finmeccanica fa l’offerta migliore, e che rilancia le quotazioni della Francia, benché i servizi della Dcns, il campione nazionale, appaiano generalmente più costosi. Magari c’entra qualcosa il fatto che a fondarla sia stato il cardinal Richelieu nel lontano 1631. Magari c’entra la tendenza italiana all’autolesionismo.

–          Finmeccanica è il secondo gruppo industriale italiano, il primo per contenuti di alta tecnologia. In Europa rappresenta il terzo più grande attore per fatturato del settore difesa.

–          Nel 2005 aveva vinto la gara per la fornitura dell’elicottero presidenziale negli Stati Uniti, risultato poi annullato da Barack Obama nel 2009. L’anno scorso per la prima volta dopo anni il gruppo ha risentito della crisi e ha segnato ricavi inferiori all’anno precedente, attestandosi a 17,3 miliardi di euro, e un bilancio in perdita per 2,3 miliardi di euro.

–          Nonostante le raffiche di inchieste giudiziarie che hanno continuato ad affliggerlo, le dimissioni del vecchio presidente e amministratore delegato (Pierfrancesco Guarguaglini, sostituito da Giuseppe Orsi prima come ad dal 4 maggio 2011 e poi come presidente dal successivo 1 dicembre), arresti di dirigenti, ex dirigenti o collaboratori, la perdurante crisi economica generale e i tagli nei bilanci per la difesa dei tre mercati di riferimento (Italia, Regno Unito e Stati Uniti), quest’anno il gruppo chiuderà prevedibilmente con la stessa cifra di ricavi dell’anno scorso, ma con un risultato operativo per 1,1 miliardi di euro.

–          Dall’inizio dell’anno il gruppo ha guadagnato il 30 per cento in Borsa. Finmeccanica si presenterà insieme all’americana Northrop alla nuova gara, tutta obamiana, per il nuovo elicottero presidenziale, e molto probabilmente la rivincerà.

–          Ha firmato con Israele un contratto per la fornitura di 30 aerei da addestramento. Ha vinto quest’anno due contratti Nato per sistemi di sicurezza informatici e per sistemi di sorveglianza aria-terra. Ha venduto 10 C 27J (aerei da trasporto tattici) all’Australia.

–          Insomma, la cura Orsi sta facendo effetto.

–          Eppure non passa giorno senza che qualche partito o qualche grande giornale non chiedano al governo Monti l’azzeramento dei vertici di Finmeccanica. Se l’esecutivo seguisse le indicazioni di editorialisti e Di Pietro vari, Finmeccanica diventerebbe l’unico grande gruppo mondiale della difesa e dell’aerospazio che in diciotto mesi cambia tre volte i suoi vertici: roba da barzelletta, da harakiri sui mercati mondiali.

–          Quello dei manager e capitani d’industria della difesa tecnologicamente avanzata e dell’aerospazio è un mondo altamente selettivo, un club chiuso dove viene ammesso solo chi padroneggia perfettamente la materia, dalle conoscenze ingegneristiche alle logiche industriali. Eppure sul giornale della Confindustria, Il Sole 24 Ore, si possono leggere ipotesi stravaganti: «L’ambasciatore americano a Roma David Thorne potrebbe essere un ottimo presidente di Finmeccanica». Come se un esperto d’arte e brillante finanziere (questo è Thorne), per giunta forte portatore di interessi di un paese in cui hanno sede i principali competitor di Finmeccanica, potesse tranquillamente prendere il posto di un signore, Giuseppe Orsi, che da 40 anni opera nel settore dell’aeronautica e dell’aerospazio e che ha trasformato l’Agusta (di cui è stato direttore di marketing e ad) da produttore su licenza a uno dei più prestigiosi produttori in proprio mondiali e, dopo la fusione con Westland, nel fiore all’occhiello di Finmeccanica. Un ingegnere aeronautico cui la regina Elisabetta II ha conferito due anni fa l’onorificenza di “Comandante dell’Ordine dell’Impero Britannico”.

–          Certo, il problema è la gragnuola di inchieste giudiziarie piovuta in due anni e mezzo su Finmeccanica e dintorni. Che sembra dare diritto all’approssimazione informativa. Quando in aprile arriva sui giornali la prima ondata di accuse di Borgogni che coinvolgono anche Orsi, il Corriere della Sera titola “Sei Maserati in cambio di appalti”. In realtà la procura di Napoli ha già appurato che si tratta di una bufala, che le sei Maserati facevano parte del prezzo pattuito per l’acquisto da parte di Fiat di un elicottero AW 129, e che possono confermarlo Luca Cordero di Montezemolo e Sergio Marchionne, ma la notizia rimbalza per giorni nonostante l’immediata smentita di Finmeccanica. Nota bene: l’elicottero dell’Agusta va a sostituire un elicottero francese fino a quel momento utilizzato da Fiat. È simile la storia delle presunte consulenze di Finmeccanica all’ex moglie del ministro dell’Economia Vittorio Grilli: a settembre prima i quotidiani poi la trasmissione televisiva Servizio Pubblico danno la notizia che Orsi avrebbe dichiarato che era a conoscenza di consulenze assegnate dal gruppo alla signora; solo la pubblicazione quasi integrale di intercettazioni di un colloquio fra Orsi ed Ettore Gotti Tedeschi su Il Fatto del 5 novembre chiarirà che Orsi stava riferendo affermazioni fattegli da Alberto Nagel, l’ad di Mediobanca. Che un’attenta verifica dei contratti di consulenza dimostrerà non fondate.

Strane coincidenze

–          Quando si tratta di Finmeccanica, le stranezze si aggiungono alle stranezze: Orsi ha operato a livelli via via sempre più alti nel mondo dell’aeronautica e della difesa per 40 anni senza mai essere sfiorato da uno scandalo, ma questi improvvisamente si presentano quando diventa prima ad e poi presidente di Finmeccanica. E senza che nessuno faccia caso al particolare che Orsi viene accusato da un ex dirigente che lui ha di fatto costretto alle dimissioni per imputazioni per le quali poi lo stesso ha patteggiato.

–          Massimo risalto alle accuse sulla presunta tangente da 10 milioni di euro che sarebbe stata pagata nell’affare dei 12 elicotteri venduti all’India nel 2010, quando Orsi era ancora ad di AgustaWestland, minimo risalto alle smentite indiane e alla conferma da parte indiana che la consegna della commessa andrà avanti come pattuito, coi primi elicotteri che dovrebbero essere consegnati nei prossimi due-tre mesi. Minimo risalto pure al fatto che nel passaggio dell’inchiesta da Napoli a Busto Arsizio Orsi non è più indagato per riciclaggio e finanziamento illecito ai partiti, ma solo per corruzione internazionale. Ma, così tanto per sapere, se agli indiani girassero troppo i cosiddetti e la gara vinta in India dall’AgustaWestland dovesse essere riaperta, chi è che potrebbe sperare di subentrare all’azienda del gruppo Finmeccanica? Beh, alla gara del 2010 partecipava Eurocopter, un’azienda che ha un fatturato di 5,4 miliardi di euro all’anno (Agusta arriva a 4 miliardi circa). E dove ha sede Eurocopter? Ha sede a Marignane, vicino a Marsiglia. Ma quante strane coincidenze.

@RodolfoCasadei

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