Proponiamo la traduzione di un articolo, tratto dalla rivista Esquerda Diario, che analizza il momento di transizione tra il governo Bolsonaro e quello a guida PT. Si ripercorrono le dinamiche tra forze politiche ed economiche che hanno fatto da base di sostegno a Bolsonaro (agribusiness, militari, chiese evangeliche) e il loro radicamento nei passati governi PT.
Le ultime elezioni hanno evidenziato la forte polarizzazione politica del paese, tra un bolsonarismo senza Bolsonaro estremamente vivace e combattivo e l’arco politico che si è saldato attorno alla figura di Lula, un fronte unico che risponde alla politica di conciliazione di classe da sempre propria del …
Le elezioni in Brasile hanno confermato già dal primo turno la corsa a destra del paese e un maggior radicamento istituzionale delle forze reazionarie di estrema destra, sconfessando ogni prognostico.
La vittoria di Lula non significa la sconfitta di Bolsonaro e del bolsonarismo.
Sia il Senato che la Camera sono in mano alla destra di Bolsonaro. Il Senato viene occupato da 15 senatori affiliati all’ex presidente, guadagnando il primato come coalizione, mentre la ‘bancada’ di Lula è al quinto posto, con 9 senatori.
La destra moderata, rappresentata dall’ MDB (Movimento Democratico Brasiliano), perde senatori; ma il grande sconfitto è il PSDB (Partito Socialdemocratico …
In Brasile, una minoranza amazzonica, i Munduruku, combatte per la sopravvivenza propria, del territorio, e dell’ecosistema, e denuncia con questo la violenza ed irrazionalità del sistema economico-sociale capitalista. Selvaggia corsa all’oro, massiccio sfruttamento delle risorse del suolo, delle risorse idroelettriche, deforestazione, interessi economici e politici e corruzione sistemica, violenta violazione dei diritti umani con l’attiva compartecipazione del potere politico interno e internazionale contrapposti alla concezione dell’equilibrio uomo-natura delle popolazioni autoctone che cerca di esprimersi con le loro lotte attuali.
Proponiamo di seguito la traduzione di un articolo comparso cu Counterpunch, 11 febbraio 2022, a firma di Jean Wyllys e Julie Wark.
Noi …
Il presidente brasiliano recupera popolarità grazie a un forte aumento della spesa per la lotta alla povertà. Ma questa politica “sociale” dovrà presto fare i conti con la recessione economica e la scarsità di risorse disponibili oltre che con le pressioni liberiste che arrivano dai suoi alleati.Se di fronte a un possibile ridimensionamento della spesa sociale e all’aumento dello sfruttamento la classe lavoratrice si accontenterà di quel poco che viene elargito, l’”assistenzialismo di destra” potrà tamponare la crisi del capitalismo brasiliano; se invece reagirà con la lotta, potrà non solo sconfiggere il governo, ma anche porre le basi per il …
Brasilia, 23 aprile 2019, 15° Acampamento Terra Livre
La pandemia di Covid-19 ha colpito duramente le popolazioni indigene brasiliane, prive di assistenza, di mezzi di protezione, di strutture sanitarie, ma aperte ai contagi per la presenza delle sempre più frequenti incursioni di squadre al servizio dell’industria mineraria e agroalimentare e di chi altro è interessato a sfruttare le risorse di quelle terre. A fine settembre si contavano 28.500 casi di contagio e 443 morti, dato in grande difetto per le difficoltà di una raccolta dati rigorosa ed esaustiva.
Il 1 ottobre il governo Bolsonaro emana un decreto legge che prevede la costituzione …
Negli stessi giorni in cui scoppiano le rivolte degli afroamericani negli USA contro le violenze della polizia, i riders brasiliani, giovani e per lo più neri, in uno sforzo di autorganizzazione esemplare, giungono a proclamare una giornata di blocco della loro attività e a raccogliere la solidarietà e la partecipazione dei lavoratori dei trasporti metropolitani e di altre categorie, di studenti, di movimenti e organizzazioni sociali. Inoltre hanno creato una rete di coordinamento con i riders di altri paesi latinoamericani per convergere in una mobilitazione unitaria e internazionale sotto le parole d’ordine: “La nostra vita vale più del loro profitto!”,” …
“la tua repressione alimenta la nostra rivoluzione” (da un manifesto in corteo).
In Cile continuano le manifestazioni per un radicale cambiamento del sistema, politico, economico e sociale. Il “miracolo economico” liberista, imposto dalla dittatura di Pinochet con una feroce repressione sostenuta dagli USA, è stato un miracolo per i capitalisti (tra cui l’attuale presidente Sebastián Piñera, che ha accumulato 2,8 miliardi di dollari, pari al salario annuo di quasi 600 mila operai), ottenuto a scapito della massa dei proletari, che hanno visto ridotti salari e pensioni.
L’aumento del biglietto dei trasporti urbani è stata l’ultima goccia che ha fatto esplodere un malessere …
Gli incendi in Amazzonia sono diventati un caso mondiale.
La più vasta foresta del pianeta, in questo momento di forti tensioni commerciali, è uno dei principali obiettivi del capitalismo internazionale, che negli ultimi 40 anni ha quintuplicato il controllo diretto del PIL del Brasile, un paese che mai come oggi è divenuto lo scenario della contesa tra le potenze.
Potenze attirate dalle grandi opportunità di lauti profitti offerti ai loro capitali dalle risorse naturali, in particolare da quelle dell’Amazzonia e della piattaforma Marittima Continentale – con petrolio, terre rare e altre risorse minerarie – rese più disponibili dal massiccio piano di privatizzazioni …
A integrazione dell’articolo “Brasile, 1° gennaio 2019” ricostruiamo la composizione del governo Bolsonaro, con i suoi principali ministeri.
La figura di Bolsonaro ha permesso alla grande borghesia di posizionarsi direttamente nei ranghi più elevati del potere: il Brasile è oggi in mano ad un governo di latifondisti e impresari della filiera agroalimentare, di grandi imprenditori e magnati, di uomini legati al potere finanziario, di militari torturatori.
Bolsonaro ha sfondato nella popolazione grazie alla sua principale parola d’ordine: non più corruzione. Poco importa che di questo reato sia accusata buona parte dei ministri e segretari nominati, compresi il presidente e suo figlio (6).
Il …
La crisi economica e sociale del Venezuela ha prodotto un flusso migratorio di persone in fuga dalla miseria, dalla fame, dalla disoccupazione. I venezuelani si dirigono principalmente in Colombia, Ecuador e Brasile.
Per il Brasile è la seconda consistente ondata migratoria nell’ultima decade. Nel 2010 furono gli haitiani ad entrare numerosi dallo stato dell’Acre dopo un violento terremoto, che aggravava la già disperata situazione sociale del paese. Il governo di Dilma tardò ad organizzare una politica di accoglienza adeguata. In molti casi gli haitiani furono trasportati a sud da imprese agrarie e latifondisti per lavorare in condizioni di semischiavitù. Ad oggi …