Per una rivoluzione INCIVILE

Vogliono una “rivoluzione” civile. Cioè una “rivoluzione” che rispetti vite, proprietà e valori dei padroni. Vogliono una “rivoluzione” che difenda democrazia e diritto, legge e costituzione. La stessa democrazia imbrogliona, lo stesso diritto formale, la stessa legge ineguale, la stessa costituzione antioperaia. Tutte istituzioni contro di noi. Come contro di noi sono i promotori della “rivoluzione civile”:i magistrati. Nostri inquisistori, persecutori, carcerieri da sempre: nostri nemici! Anche noi siamo per

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2013: Questo mondo non ci piace e ci sta stretto

Questo mondo non ci piace, e ci sta’ stretto. A difenderlo, a riformarlo, ad abbellirlo, a diffonderlo, a tentare di renderlo eterno ci pensa il capitale, la sua borghesia, le sue religioni. Il caleidoscopio elettorale moltiplica i suoi colori. Su tutti, domina, decide, vincola ed impone l’azzurro europeo, cabina di regia per ogni governo nazionale. L’offerta politica stinge dal presidenzial-Montiano tricolore di stato alle varie declinazione del rosso parastato, dal

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[Viterbo] Liscia, gassata o avvelenata?

[link all’iniziativa riportata sul giornale] Dal 1° gennaio è scaduta la deroga, concessa dalla comunità europea, sulla concentrazione di arsenico nell’acqua; ora ufficialmente l’acqua non è potabile. Nonostante già da tempo l’acqua fosse avvelenata l’unica soluzione trovata dalle istituzioni è stata l’installazione di fontanelle A PAGAMENTO; non sarebbe stato più logico dotare la rete idrica di un dearsenificatore alla fonte? Ad oggi noi paghiamo l’acqua tre volte: – Sulla bolletta

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M.Basso – Due vie verso l’internazionalizzazione della produzione

Fenomeni come la disoccupazione di massa, il crollo dei consumi, la scomparsa di innumerevoli imprese piccole, medie e grandi, la deindustrializzazione di intere zone (Detroit è il caso più eclatante), l’incapacità totale dei moderni stregoni, gli economisti, i tecnici, i bocconiani, di porvi rimedio. L’unica loro preoccupazione è salvare le banche. Tutto questo non era imprevedibile né inspiegabile. Ogni sistema economico sociale al tramonto “libera” una quantità enorme di forza

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[Roma] Una targa per Sher Khan

L’altroieri presso la Sala Consiliare del VI Municipio di Roma (quartiere Torpignattara) un gruppo di compagne/i ha ricordato Mohammed Muzaffar Alì, detto Sher Khan, morto in piazza Vittorio nel dicembre 2009. Ci si è resi conto che l’eredità più importante che egli ci ha lasciato è la capacità di resistere: una capacità tanto più preziosa in questo momento di crisi economica, ma anche di difficoltà oggettiva e soggettiva ad organizzare

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[12 Dicembre ’69 – 12 Dicembre 2012 ] A Pino e Saverio

In molti, padroni e servitori, hanno interesse a cambiare, adeguare, rendere piu’ snello ed efficiente lo stato,una macchina politica ed organizzativa di una classe contro un’altra. Noi abbiamo interesse a soppiantarlo, nella prospettiva di vederlo sparire, insieme a padroni e servitori. Che cosa è stato il 12 dicembre Strage di Stato, terrorismo fascista, ipocrisia democratica Il 12 dicembre è diventato una ricorrenza della democrazia nazionale. Gli studenti, che percorrono le

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[Comunisti per l’Organizzazione di Classe] Ci vorrebbe un partito..

“Ci vorrebbe un partito.. per non farsi utilizzare. Ci vorrebbe un partito.. per durare, per contare, per pesare!” Il soufflè, spesso, dalla cucina alla tavola, o cambia sapore, o si sgonfia. Un po’ come i movimenti sociali, che da una stagione all’altra, puntualmente, o vengono strumentalizzati per interessi non propri, o si sgonfiano, per poi sparire. Una volta i governi cadevano sotto il peso degli scioperi generali e delle lotte

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[Napoli] Contro la Militarizzazione dei Territori

Oggi un folto gruppo di attivisti si è riunito in presidio all’esterno della base NATO, nella cerimonia di chiusura della permanenza militare nella zona del colleggio ciano a Bagnoli. Realtà territoriali e cittadine si sono riunite per legittimare immediatamente la pretesa sui territori della ex base: i piani della giunta comunale e regionale prevedono la riallocazione degli stabili alla regione campania, commettendo l’ennesimo furto ai cittadini di Bagnoli e dell’area

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[ILVA e non solo]: lavoro o non lavoro vogliamo vivere!

Dopo il sequestro da parte della magistratura di Taranto dei prodotti semilavorati dell’Ilva, e l’arresto di altri sette dirigenti -che seguono quello del “patron” Riva- l’azienda “mette in libertà” i suoi 5.000 lavoratori, per i quali il futuro immediato è la disoccupazione. Oltre a Taranto, tempo una o due settimane, il ciclone delle chiusure potrebbe interessare gli stabilimenti di Genova Cornigliano, Novi Ligure, Racconigi, Marghera, Patrica. Per non parlare dell’indotto

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