Lavoretti, lavoracci e sindacati dei padroni

“Gli “shopper” sono quei lavoratori che ricevono sullo smartphone l’ordine di spesa effettuato online, si recano al supermercato, riempiono il carrello e trasportano le buste fino a casa”. Così su “Il Fatto Quotidiano” del 5 febbraio scorso si descrive una categoria di lavoratori che oggi, tramite il “sindacato” UNIONE SHOPPER ITALIA, si vedono firmare il “contratto nazionale di lavoro”. Sigla avvenuta in meno di 24 ore da parte di un organismo nato nientepopodimeno che… il 27 gennaio scorso! Il motivo di tale “celerità” è semplice: l’Unione Shopper Italia è un sindacato neppure “giallo” ma direttamente padronale. I padroni scrivono la “piattaforma” e… se la firmano! Non è meraviglioso? Moderno? Efficace? In linea con le “esigenze” di mercato? Infatti nel testo, continua l’articolo, non vi sono indicati salari orari, né ferie pagate, ma lavoro autonomo e paghe “a cottimo”.

Dopo i rider ecco gli shopper dunque. Ma i rider in confronto ci fanno la parte del “leone” (SIC). Cito dall’articolo:
“Essendo gli shopper impiegati da piattaforme digitali, potrebbero anche loro essere coinvolti dal decreto Rider, il quale prevede -da novembre 2020- l’obbligo di regolamentare il settore con un CCNL e, in assenza, di applicare il CN di materia affine (in questo caso potrebbe essere quello della logistica o del commercio).”

I padroni allora hanno provato prima con la Fisascat-Cisl, ma essendo essa troppo “pretenziosa” (stava per firmare, ma non accettava, pensate un po’, indennità di maternità solo alle donne che avessero completato almeno 500 incarichi prima di rimanere incinte), ecco che l’associazione padronale Everli (ex Supermercato 24) si è fatta il “suo” sindacato. Notare: 55 iscritti!!!

Continua l’articolo:
“L’azienda ha subito sponsorizzato le adesioni a questa sigla con una raffica di videomessaggi inviati dall’AD Sargenti a tutti gli shopper, preconizzando anche tagli di posti di lavoro in caso di mancata firma.”

CGIL e UIL “sono pronte a una nuova guerra giudiziaria” e… buonanotte. La parola “lotta” è bandita dal loro vocabolario, come ormai è noto.

In conclusione: prove d’orchestra per “sindacati” dell’era Draghi?

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