Salari minimi in Europa con l’austerità/European Economic, Employment and Social Policy, N.5 2012

European Economic, Employment and Social Policy, N. 5 2012

Salari minimi in Europa con l’austerità
 
Report WSI 2012 sui salari minimi
 

Thorsten Schulten, ricercatore presso il Wirtschafts- und Sozialwissenschaftliches Institut della Hans-Böckler Stiftung, Düsseldorf

– Anche nel 2011 l’andamento dei salari ha rallentato rispetto agli anni precedenti. Solo leggermente aumentati o sono rimasti fermi i salari minimi; nella maggior parte dei paesi europei i lavoratori a salario minimo hanno perso potere di acquisto, in alcuni casi in modo considerevole.

– Nella crisi della UE la politica sul salario minimo è stata una delle principali componenti delle misure di austerità …

– Nonostante il Trattato UE escluda esplicitamente i salari dalle competenze UE, le istituzioni UE sono sempre più attive nell’influenzare sia l’andamento nazionale che la struttura dei salari nazionali.

– Con il cosiddetto Patto euro-plus del marzo 2011 i salari sono divenuti una variabile principale per l’aggiustamento degli squilibri economici e la competitività nazionale in Europa.

o   La Commissione Europea: «le riforme sui mercati del lavoro devono assicurare un efficace aggiustamento dei costi del lavoro per facilitare l’assorbimento di squilibri macro-economici e ridurre la disoccupazione». Stessa posizione l’FMI, che chiede sia data priorità alle riforme strutturali del mercato del lavoro, come principale premessa per la ripresa economica in Europa.

– L’intervento più diretto sulla politica salariale nazionale è ovviamente nei paesi dipendenti da BCE e FMI per gli aiuti finanziari. Ma nel nuovo quadro della Governance economica europea, il controllo sistematico sull’andamento dei salari nazionali e le raccomandazioni per la struttura salariale nazionale sono divenuti un aspetto normale della politica europea.

L’influenza sui salari minimi è importante perché:

1. I salari minimi influenzano fortemente la struttura salariale e il livello di dispersione salariale;

2. in diversi paesi europei – soprattutto in quelli che hanno sistemi di contrattazione collettiva deboli – I salari minimi sono un segnale per l’andamento salariale complessivo.

(Da alcuni anni il WSI redige un rapporto annuale sui salari minimi, nei paesi europei che hanno un salario minimo per legge, e in Croazia e Turchia).

 
Forti differenze sui livelli di salario minimo, in e al di fuori d’Europa

Identificabili tre gruppi nella UE (Tab. 1, pag. 2 sul PDF):

– il primo con salario minimo relativamente alto comprende 6 paesi; in Lussemburgo il più alto con €10,41/h; seguito dalla Francia €9,22/h, Belgio con €8,92, Olanda con € 8,88, e Irlanda con €8,65; ultima la GB, con €7,01 (calcolato tenendo conto che la £ ha perso almeno il 30% sull’€ dal 2007, altrimenti sarebbero €8,88/h).

– il secondo gruppo, con salario minimo tra i €2 e €6/h, comprende 7 paesi, la maggior parte nel Sud Europa: Slovenia con € 4,41/h; Malta con € 3,96, Spagna con € 3,89, e Grecia, dove dopo un taglio oltre il 20% è ora di €3,39; Portogallo €2,92; Croazia €2,19, Polonia €2,10, che ha superato i €2 dal 1° gennaio 2012.

–  Terzo gruppo, tra €1,50 e €2, sono paesi est-europei; solo Romania e Bulgaria sono sotto l’€. in Turchia sono €1,96.

–  Nella valutazione dei dati in €, occorre tenere presente che al di fuori dell’eurozona i valori sono molto distorti dalle fluttuazioni del tasso di cambio; altro fattore da tenere presente la diversità del potere d’acquisto nei vari paesi.

– Calcolando i salari minimi nei vari paesi in termini di Parità di Potere d’Acquisto, PPS (Tab. 2, pag. 3 sul PDF), la forte disparità, se calcolati in € (1/14), si riduce a 1/6.

 
Andamento dei salari minimi nel 2011

– 15 dei 22 paesi considerati hanno avuto un aumento nominale dei salari minimi; solo 10 di questi 15 hanno avuto aumenti al 1° gennaio 2012.

– In 7 paesi l’aumento è stato modesto (dal +1,4% in Grecia e 2,5% in GB); in 5 da 3,1% di Malta all’8,2% in Polonia; aumenti a due cifre in 3 paesi: Ungheria, 19,2%; Bulgaria 12,2%, Turchia 11,5%, ma il loro livello di partenza è molto basso.

– In 6 paesi Ue (tra cui Spagna e Portogallo) e in Croazia non vi è stato un aumento del salario minimo; in Cekia sono 5 anni, dal 2007, che il salario minimo non aumenta.

– Irlanda: l’unico paese europeo che ha diminuito il salario minimo il 1° febbraio 2011, da €8,65 a €7,65/h, pari a quasi -12%, revocato però con il cambio di governo al 1° luglio, ma l’ultimo aumento è stato nel 2007.

 
Tabella 4, pag. 5 del Pdf

– Nella maggior parte dei paesi l’andamento dei salari minimi reali nel 2011 è stato inferiore a quello del 2010. In nove paesi è stato il secondo anno consecutivo di perdita in termini reali. Esso è diminuito in diversi paesi (15/22), dato il maggior aumento dell’inflazione; la maggiore perdita in Lituania, -4,3%, in Lettonia, -4,1%, Portogallo, -3,2% e Spagna -3,7%.

– Slovenia, Francia e Malta meno del +2% (in termini reali); Polonia, +4%; Turchia 5%; Bulgaria +8%;

– L’aumento del 15% in Ungheria è da considerare come freno agli effetti dell’introduzione della flat tax, che ha portato a forti perdite di reddito soprattutto per i salari più bassi.

– L’indice di Kaitz esprime il valore relativo del salario minimo legale come % del salario medio nazionale o salario mediano (metà della forza lavoro percepisce un salario superiore al mediano e metà un salario inferiore al mediano). (Tab. 5, pag. 5 Pdf)

o   In 12 dei 19 paesi UE, di cui si hanno i dati, il salario minimo è tra il 40 e il 50% del salario mediano; solo in Cekia inferiore, con il 35%.

o   In altri 5 (Slovenia, Portogallo, Lettonia, Belgio e Irlanda era superiore, tra il 52 e il 59%.

– Il salario minimo più alto rispetto al salario mediano è in Francia, 60% e Turchia, 66%; le cause sono però diverse:

o   in Francia è dovuto all’alto valore assoluto del salario minimo, in Turchia alle particolarità del mercato del lavoro: alto livello di polarizzazione dei redditi ampia economia informale in cui il salario minimo è il salario normale per molti; in Turchia rapportato al salario medio è solo il 35%.

– Nella maggior parte dei paesi il salario minimo legale è inferiore alla soglia (2/3 del salario mediano) stabilita da OCSE e EUROSTAT definita come salario basso.

– Riferendosi alla soglia di povertà, cioè il 60% del salario mediano o il 50% del reddito medio, in molti paesi il salario minimo è un “salario di povertà”, in molti casi anche inferiore al minimo di sussistenza ufficiale.

– Il Consiglio d’Europa ha criticato diversi paesi perché il loro salario minimo non rispetta il “giusto salario”, almeno il 60% del salario medio.

– Nel 2010 il Parlamento Europeo ha chiesto alla Commissione uno studio per determinare gli effetti in ogni paese UE di una legislazione europea per fissare un salario minimo.

– I sindacati di molti paesi europei chiedono un aumento strutturale del salario minimo …

– Francia: CGT chiede oltre il 20% di aumento, a €1700/mese, pari a €11,20/h (dato che la settimana lavorativa è ancora di 35 ore,

– GB, i sindacati: il salario minimo è inferiore al minimo di sussistenza;

– dal 2000, in Spagna, Portogallo e Romania sindacati e governo hanno concordato un aumento graduale del salario minimo, accordo unilateralmente cancellato dai governi a causa della crisi.

– Cekia, il sindacato chiede + 15%; ma il governo respinge l’accordo quadro trilaterale già raggiunto.

– Slovenia, +30% nel 2010;

 
 

– La politica di austerità della UE ha avuto un effetto diretto sulla determinazione del salario minimo, soprattutto nei paesi più in crisi, la Troika ha fatto tentativi più o meno diretti per influenzare l’andamento nazionale del salario minimo;

– ad es., l’accordo FMI per il Portogallo: nel periodo di programma, qualsiasi aumento del salario minimo avrà luogo solo se giustificato dalle condizioni economiche e concordato nel contesto di regolari revisioni del programma; in questo modo l’FMI si è arrogato il diritto di porre il veto a futuri aumenti del salario minimo.

– Simile in Spagna, dove la BCE, in cambio dell’acquisto di buoni del Tesoro, ha chiesto al governo l’introduzione di un nuovo tipo di lavoro a tempo parziale, da retribuire con un salario orario inferiore al salario minimo (El Paìs, 7.12.2011)

– I governi di Spagna e Portogallo, sotto la pressione internazionale, hanno accettato di revocare gli accordi di lungo termine conclusi con il sindacato per aumenti strutturale del salario minimo, e di congelare quello in vigore.

– Irlanda, sotto pressione FMI e UE, riduzione di €1 del salario minimo orario, che la Troika ha in seguito accettato venisse revocata, a patto che venissero eliminati i contributi previdenziali degli imprenditori.

– Grecia: a febbraio 2012, sotto la forte pressione della Troika, e con l’opposizione di imprenditori e sindacati, il parlamento ha deciso di annullare il precedente accordo collettivo di aumento del salario minimo, e di ridurlo invece del 22%, e del 32% per i giovani.

– Francia e Benelux, accordi per il mero adeguamento all’aumento dei prezzi;

– in GB, aumenti del salario minimo molto inferiori all’inflazione.

Ungheria, il governo populista di estrema destra unilateralmente ha aumentato molto il salario minimo, dopo aver soppresso la cooperazione a riguardo con i sindacati. CFR:
ETUI Policy Brief
N° 5/2012
European Economic, Employment and Social Policy
Minimum wages in Europe under austerity
WSI Minimum Wage Report 2012
Thorsten Schulten is
a senior researcher at
the Wirtschafts- und
Sozialwissenschaftliches
Institut (WSI)
within the Hans
Böckler Foundation
in Düsseldorf,
Germany.
by Thorsten Schulten

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