Chi governa a Kiev?

Il governo di transizione varato a Kiev il 26 febbraio vede una significativa presenza del partito Batkivshchyna (Patria), nato dalla collaborazione di Julia Tymoscenkho con Arseniy Yatsenyuk, che si aggiudica il premier, il capo di gabinetto, gli interni, l’energia e il lavoro oltre alle infrastrutture. Dentro Patria si distinguono i più solidi alleati di Yatsenyuk (Petrenko e Burbak – il clan di Chernivtsi) rispetto a riciclati del periodo Tymoscenkho (Prodan

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Egitto: 529 assassinii di stato?

Dopo un processo sommario durato soli 3 giorni, ieri la magistratura egiziana ha condannato alla pena capitale 529 sostenitori dei Fratelli Musulmani accusati di aver partecipato all’assalto della stazione di polizia di Minya il 14 agosto 2013, dove sono state uccisi diversi poliziotti. Secondo i difensori, la sentenza è tanto ingiustificata che non potrà essere confermata in appello. Se attuata, sarebbe la più ampia esecuzione di massa dell’Egitto moderno. Al

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Manifestazioni contro la guerra in Russia

In Russia non esistono solo i fanatici nazionalisti che tutti i mezzi di comunicazione di massa ci mostrano con grande abbondanza di particolari. Esiste anche, per ora estremamente minoritaria, un’opposizione che inizia a scendere in piazza per cercare di bloccare il dilagante militarismo. Su essa circolano scarse notizie, tuttavia in queste ultime settimane ci sono state importanti mobilitazioni che rompono il quadro, in apparenza uniforme, di una società schierata senza

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Morire per Sebastopoli?

Nella tregua armata che ha preceduto il Referendum indetto per il 16 marzo dalle autorità secessioniste della Crimea, tutti si si chiedevano se fossimo alla vigilia di un conflitto armato le cui “conseguenze geopolitiche”, come amano scrivere gli opinionisti, andrebbero ben oltre il Mar Nero. Ora lo scontato risultato del referendum e la ratifica dell’annessione da parte della Russia hanno fornito la miccia di un eventuale conflitto al servizio di

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Guerra alla guerra! Non una sola goccia di sangue per la “nazione”!

Comunisti per l’Organizzazione di Classe aderisce alla dichiarazione internazionalista contro la guerra in Ucraina e auspica una collaborazione fra le forze internazionaliste proletarie del mondo nella lotta per la conquista rivoluzionaria di una società senza classi sociali né stati. Dichiarazione Internazionalista contro la guerra in Ucraina Guerra alla guerra! Non una sola goccia di sangue per la “nazione”! La lotta di potere tra i clan oligarchici dell’Ucraina minaccia di estendersi

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La lunga guerra russo-ucraina del gas fra Russia e il coinvolgimento europeo

Un articolo di Limes relativo al 2011 stimava che le fonti di energia dell’Ucraina si ripartivano in 38% di gas, 32% carbone, 18% nucleare, 10% petrolio, 2% altro (solare, etc.). Da almeno un ventennio i governi ucraini hanno messo a punto progetti di diversificazione delle fonti e di riduzione dei consumi, e quindi di riduzione dalle forniture russe (40 miliardi di metri cubi l’anno nel 2011). I consumi sono calati

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A fianco della classe lavoratrice del Venezuela

Un anno fa (il 5 marzo) moriva il presidente del Venezuela Chavez. Per molti militanti Chavez resta una figura mitica, il forgiatore di un nuovo modello sociale, chiamato socialismo del XXI secolo. Come sempre i miti sono smentiti dalla realtà quotidiana che non si accorda con le edulcorate narrazioni di fans e supporters. Il regime “socialista” bolivariano, guidato prima da Chavez e oggi da Maduro, ha basato la sua politica

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Contro gli interventi imperialisti in Ucraina

Contro ogni nazionalismo borghese, per l’unione internazionalista del proletariato contro i suoi sfruttatori Quando l’Ucraina divenne una repubblica indipendente aveva 51 milioni di abitanti; ora 46 milioni: quasi 7 milioni di emigrati, una drastica riduzione dell’aspettativa di vita hanno diminuito la popolazione di 5 milioni; questo è il terribile bilancio di un fallimento economico, sociale e civile, di cui anche la borghesia e piccola borghesia italiana è profittatrice, utilizzando le

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Pagine Marxiste n. 35 (marzo 2014)

UN FRONTE UNICO DI CLASSE PER UNA POLITICA DI CLASSE (Editoriale) Salariati, autonomi e piccolo-borghesi nella crisi I lavoratori immigrati nelle battaglie delle borghesie europee L’Africa campo di battaglia per vecchi imperialismi, Brics e giovani potenze regionali Contro ogni nazionalismo borghese, per l’unione internazionalista del proletariato contro i suoi sfruttatori (UCRAINA) USCIRE DALLA MARGINALITÀ POLITICA È NECESSARIO E POSSIBILE: IPOTESI DI LAVORO DI MASSA PER I COMUNISTI NELLA SITUAZIONE ATTUALE

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Bosnia, la lotta del proletariato travalica le divisioni etniche

Le rivolte che in questi giorni in Bosnia Herzegovina (BiH) hanno assunto un carattere insurrezionale sono partite da Tuzla, cuore industriale del Nord, con la lotta di lavoratori della fabbrica chimica DITA che da 14 mesi sono senza salario. Assieme a DITA nell’area sono collassate altre tre ex imprese di proprietà statale, che occupavano migliaia di lavoratori locali; ora a Tuzla sono centomila i disoccupati contro 80mila che hanno un

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