Giornata della collera a Cremona

cremona - Emilio Resisti Ieri si è svolto a Cremona l’annunciato corteo nazionale in risposta all’infame aggressione messa in atto dagli squadristi di Casa Pound ai danni del centro sociale Dordoni, aggressione che ha avuto come conseguenza quella di mandare in coma Emilio,uno dei fondatori del Dordoni.

Il corteo è stato molto partecipato, segno questo evidente che i militanti di tutte le organizzazioni anticapitaliste hanno compreso l’importanza di dare una risposta di massa tale da fare capire ai fascisti e ai loro padroni-padrini in giacca e cravatta che le aggressioni, le imboscate e gli assalti lungi dall’impaurire e fare arretrare i compagni ne rinforzano la determinazione a lottare per combattere questo sistema marcio di sfruttamento nel quale la miseria delle masse è condizione per l’incredibile arricchimento di una piccola minoranza di profittatori. Gli scontri che ne sono seguiti sono l’evidente conseguenza di un atto barbarico come quello perpetrato a Cremona dai “fascisti del terzo millennio” con la spudorata complicità delle forze dell’ordine. Oggi come all’inizio degli anni venti del secolo scorso, anziché difendere gli aggrediti che hanno il torto di essere “rossi” difendono gli aggressori”neri” che, al di là della fraseologia antisistema buona solo per i gonzi, sono solo dei lustrascarpe del sistema capitalistico.

Non ci stupisce che i media di regime abbiano distorto i fatti relativi alla brutale aggressione subita dai compagni del Dordoni, trasformandola in “una rissa tra opposte fazioni”. Non ci stupisce che i pennivendoli dei giornali di regime in relazione alla grande manifestazione di Cremona di ieri parlino solo dei danni, di black block e cazzate simili. Non ci stupisce nemmeno che un altro servo, il sindaco di Cremona, parli di “vigliacchi delinquenti”. No non ci stupisce perché sappiamo che fascisti, apparati repressivi dello Stato, stampa e televisione e politicanti borghesi sono tutti dalla stessa parte quando si tratta di difendere il sistema del quale sono tutti a libro paga. Non ci stupisce ma anzi ci permette di rispondere a tutto questo dichiarando apertamente che ben vengano giornate come quella di ieri dove la piazza ha mostrato una determinazione che non si vedeva da anni, in cui siamo stati “attori-spettatori” di sconfitte e arretramenti.

Quello che vogliamo sottolineare è la necessità di non rispondere soltanto alle aggressioni o ad eventi come quelli della scorsa settimana, bisogna affiancare all’antifascismo militante un impegno reale e quotidiano all’interno delle lotte di chi, oggi più che mai, è colpito dalla violenza di questo sistema. Ben vengano quindi questi fantomatici black block purché siano gli stessi che quotidianamente ci mettono la faccia e praticano “il grigio lavoro ” sostenendo le lotte dei lavoratori, provando ad organizzare i disoccupati e tessendo rapporti col territorio. Questo lavoro affiancato alla consapevolezza della necessità di un fronte proletario di lotta rivoluzionario sono le uniche condizioni in grado di poter farci intravedere il sole in fondo a questa cupezza che stiamo vivendo. Senza questo l’antifascismo militante praticato ieri è in partenza perdente, perché solo attraverso l’abbattimento di questo sistema potremmo sconfiggere i suoi difensori.

cremona - emilio resisti