L’Ucraina, Eldorado dell’industria della morte

Abbiamo sostenuto che la guerra in Ucraina è una guerra imperialista per lo sfruttamento della classe lavoratrice e delle risorse naturali ucraine. La rapina era già in corso da anni, con i capitali occidentali ad occupare spazi ceduti dai gruppi capitalistici russi – e ucraini – in difficoltà. La Germania aveva tenuto una posizione attendista, non volendo guastare i rapporti con la Russia, principale fornitrice di energia e acquirente di

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Sudan, una rivoluzione popolare incompiuta

Il conflitto tra due bande militari nel riassetto dei rapporti tra le potenze Lo scorso 15 aprile in Sudan è scoppiata la guerra tra due fazioni militari salite al potere a seguito del golpe del 2021. Da una parte le Forze di Supporto Rapido (FSR), gruppo paramilitare propaggine delle famigerate milizie janjaweed accusate di crimini di guerra nella regione orientale del Darfur capeggiate dal generale Mohamed Hamdan Dagalo (noto come

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Primo Maggio, contro guerra e taglio ai salari

Internazionalismo proletario! Secondo Primo Maggio di guerra imperialista in Europa. Nulla da festeggiare, molto per cui lottare. Il bilancio degli ultimi 12 mesi per la nostra classe sono decine di migliaia di proletari, ucraini e russi, massacrati tra loro, milioni di sfollati, enormi distruzioni, e per tutti i lavoratori d’Europa e gran parte del mondo salari taglieggiati dall’inflazione con la quale i capitalisti hanno gonfiato i profitti. La guerra per

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Questo Primo Maggio – TIR (Tendenza Internazionalista Rivoluzionaria)

In questo 1° maggio grandeggia su tutto, anche sulle nuove turbolenze finanziarie, lo spettro di un altro orrido massacro mondiale in preparazione. Come avevamo detto da subito, infatti, la guerra tra NATO e Russia (e suoi alleati) in Ucraina è stata un punto di svolta irreversibile della politica internazionale in quanto ha segnato il passaggio della contesa inter-imperialista dal piano delle misure protezionistiche a quello militare. L’oggetto di questa contesa “per la

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Situazione sociale in Eritrea

Premessa Nel 2013 Human Rights Watch intervistò alcuni profughi eritrei che avevano lavorato nel sito minerario di Bisha, a ovest di Asmara. Vi avevano lavorato come arruolati nel servizio militare obbligatorio a tempo indeterminato, ceduti a una impresa di stato eritrea, la   Segen, che a sua volta aveva fornito questa manodopera all’impresa canadese Nevsun Resources che stava iniziando uno sfruttamento intensivo del sito per estrarvi oro. Nel 2014 un team

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Guerra di classi in Etiopia

Dell’Etiopia si parla di recente solo per la fragile tregua che ha temporaneamente bloccato la guerra del Tigray, l’ennesimo conflitto nato dalle spinte centrifughe che hanno caratterizzato da sempre il paese. Spinte che hanno ragioni storiche e nascono dalla contraddizione fra l’esistenza fin dall’antichità nel Corno d’Africa di un impero, che ha cercato di tenere insieme popoli molto diversi fra loro per lingua, cultura e livello di sviluppo. Queste differenze

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Storia sociale dell’Etiopia fino alla caduta di Hailé Selassié

Proponiamo la lettura di questa breve riscostruzione della complessa storia sociale dell’Etiopia, a complemento dell’articolo riguardante l’attualità: “Guerra di classi in Etiopia”, https://www.combat-coc.org/guerra-di-classi-in-etiopia/ Axum Fra il 4° sec. A.C. e il 7° d.C. al nord dell’Etiopia si formò e crebbe l’impero di Axum (una città del Tigray), che aderì dal 4° sec. d.C. al cristianesimo (i testi sacri erano scritti in ge’ez, una lingua semita antenata dell’amarico e del tigrino,

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Corno d’Africa, sviluppo capitalistico, miseria e…

Il Corno d’Africa ha visto negli ultimi decenni un rinnovato interesse da parte delle potenze mondiali e regionali. Usa, Cina, UE, ma anche Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Turchia, Qatar, Iran ed Egitto. Interesse militare e commerciale per la sua posizione strategica lungo la rotta tra il Mediterraneo e l’Estremo Oriente, una rotta di importanza critica crescente anche perché coinvolta nello scontro tra le due superpotenze Usa-Cina, dato che da

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Il messaggio del governo Meloni, nei suoi primi 100 giorni – Tendenza internazionalista rivoluzionaria

Il messaggio del governo Meloni – nei suoi primi 100 giorni “Spread, borsa, economia, l’Italia è più solida e in salute di quanto si voglia far credere”: così la Meloni ha voluto salutare i primi cento giorni del suo governo. Se per Italia si intende il mondo del capitale, gli interessi dei capitalisti, chi può darle torto? C’è però un’altra faccia di questo galleggiamento della borghesia italiana: è lo sprofondamento dell’altra Italia,

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Tigray le stragi di una guerra “dimenticata”

Dopo mesi in cui russi ed ucraini hanno usato i numeri dei caduti della guerra in Ucraina come pallottoliere della loro propaganda, esagerando i morti della parte avversa e minimizzando i propri, a metà novembre 2022 il generale Milley, capo di Stato maggiore americano, ha parlato di 100 mila militari morti o feriti per ciascun fronte e di 40 mila civili ucraini uccisi, “morto più, morto meno”! Ben 240 mila

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