Bangladesh. La durissima lotta delle operaie e degli operai del tessile-abbigliamento per salari “giusti ed equi” e contro la repressione 

A fine ottobre, inizio novembre, decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori bengalesi del tessile-abbigliamento sono scesi in strada nei distretti tessili attorno alla capitale Dhaka – Gazipur, Savar, Ashulia, Hemayetpur … – per manifestare la loro rabbia. Hanno fermato l’attività in 500 fabbriche, hanno eretto barricate per le vie di Dhaka, bloccato arterie stradali tra cui l’autostrada Dhaka-Mymensingh; si sono scontrati con la polizia, 3000 i poliziotti dispiegati, difendendosi

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AL DI LA’ DI QUELLA PORTA

Gli immigrati extracomunitari che arrivano nel nostro paese alla ricerca di una vita migliore fuggono da guerre, da disoccupazione, povertà, dalla mancanza di mezzi di sussistenza e da un’esistenza senza prospettive. In Italia trovano un’accoglienza ben poco congrua con il livello di sviluppo sociale che gli stessi malcapitati si aspetterebbero, un’”accoglienza” che si accanisce ferocemente su di loro. Per i nostri industriali e imprenditori agricoli gli stranieri immigrati sono una

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E’ uscito Pagine Marxiste 53 (ottobre 2023)

EDITORIALE: Aspettando l’alba4 Genocidio a Gaza. Contro la mattanza dello Stato sionista d’Israele! Con il popolo palestinese per l’unione dei proletari del Medio Oriente!5 Appello all’azione. Porre fine a ogni complicità, cessare di armare Israele6 La condizione di classe impone una lotta generalizzata contro il Governo Meloni e il capitale11 La funzione logaritmica del capitalismo assassino13 Contro l’inflazione. Lottare per forti aumenti salariali19 Guerra agli immigrati21 La nuova corsa all’Africa26

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La manifestazione a Ghedi, il 21 ottobre, il lavoro politico che resta da fare
Tendenza internazionalista rivoluzionaria / SI Cobas

Il SI Cobas e la Tendenza internazionalista rivoluzionaria (TIR) hanno lavorato duro per settimane, nel più stretto coordinamento, per organizzare al meglio la manifestazione di Ghedi: decine e decine di assemblee nei magazzini della logistica, e non solo, molte iniziative cittadine da Torino a Milano, da Genova a Marghera e Verona, da Bologna a Napoli, una presenza attiva alle dimostrazioni a sostegno della resistenza palestinese. E dopo questo impegno, non

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Fermare la mattanza dello Stato sionista d’Israele su Gaza!
Con il popolo palestinese per l’unione dei proletari del Medio Oriente!

Lo Stato sionista d’Israele sta massacrando la popolazione di Gaza. Da giorni proseguono i bombardamenti indiscriminati da cielo, terra e mare, il blocco di elettricità, acqua e cibo. Mentre scriviamo si contano migliaia di morti, feriti, persone sotto le macerie, più di un milione di sfollati, centinaia di morti solo per il bombardamento dell’ospedale al-Ahli di Gaza City, centinaia di migliaia di ricoverati negli altri ospedali condannati ad una fine

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Col popolo palestinese contro l’oppressione coloniale e razziale di Israele, per l’unione di tutti i proletari del Medio Oriente!

L’attacco condotto da una coalizione di organizzazioni palestinesi da Gaza contro Israele, da terra, cielo e mare, per la prima volta ha visto sfondare i muri della prigione eretta dallo Stato razzista e colpire con successo una serie di obiettivi in territorio israeliano e nelle nuove colonie. Il bilancio mentre scriviamo è inaudito dopo che da 70 anni i morti palestinesi erano decine di volte quelli israeliani: oltre 900 morti

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9 ottobre 1963 – 9 ottobre 2023. Vajont – Una frana che non s’è mai fermata

Sessant’anni rappresentano uno spazio temporale troppo breve per dimenticare tragedie come quella del Vajont. Anzi, potremmo dire che dopo decenni in cui la memoria della strage era rimasta in angusti confini, nell’ultimo quarto di secolo almeno l’attenzione verso quella tragedia sia andata progressivamente aumentando. Oggi sono in molti a sapere, ad esempio, che non si trattò di un cedimento strutturale della diga, come avvenuto tragicamente quattro anni prima a Malpasset-Fréjus,

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Guerra alla guerra!
Relazione 10 ottobre 2023

Dura da più di un anno e mezzo il massacro in Ucraina. Milioni di proletari sono mandati al massacro in nome degli interessi di due schieramenti ugualmente imperialisti. La guerra ha già provocato mezzo milione di morti, feriti e mutilati e costretto 10 milioni di persone a lasciare le loro case. E’ una guerra devastante, che apre la strada a nuove tragedie sociali, ambientali, umanitarie. E’ una guerra che già

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UCRAINA ED EMIRATI ARMANO LE SANGUINARIE OPPOSTE FAZIONI NELLA TRAGEDIA SUDANESE

CHI L’AGGRESSORE, CHI LA VITTIMA? Africa Express del 1° ottobre pubblica un articolo riguardante lo scontro tra frazioni militar-economiche in corso in Sudan dallo scorso 15 aprile, trasformatasi in breve tempo in guerra civile. Pesantissime le conseguenze sulla popolazione nell’assordante silenzio della stampa occidentale: più di 4,7 milioni i sudanesi costretti a scappare, lasciando la propria casa, di cui 3,6 milioni gli sfollati interni, (dati Alto Commissariato delle Nazioni Unite,

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Uniamo le nostre forze contro le loro guerre! Tutte/i a Ghedi il 21 ottobre!
Assemblea on line domenica 24 settembre, ore 10.30

Assemblea on line – domenica 24 settembreore 10.30 Link assemblea: https://us04web.zoom.us/j/6154963185pwd=SVlyTEtQaHBVOGlHNkRhRkZySVZVdz09; Password 091651. Chi non riesce a entrare dal link deve APRIRE ZOOM, Id:  6154963185, poi aggiungere la password 091651. Il 21 ottobre manifestiamo a Ghedi: contro la guerra, l’economia di guerra, il governo Meloni, la NATO La guerra tra NATO e Russia in Ucraina, una guerra che è da ambo i lati dettata da interessi di dominio e di sfruttamento, e

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