Ucraina: siamo ben lontani dalla pace

Oscurata dalla mattanza a Gaza, la guerra in Ucraina è andata avanti con la stessa ferocia, apparentemente “in stallo” per i media occidentali. In ogni caso un conflitto ad alta intensità che consuma armi e uomini a gran velocità, diventando sempre più pesante per i soldati al fronte e i civili (qualcosa filtra nonostante la censura). Tramite i propri “aiuti”, gli Europei si preparano agli affari della ricostruzione, mentre il

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Ecuador: tra narcos e malgoverno, gli indigeni indicano ai lavoratori la strada della lotta

Pubblichiamo dal sito del Si Cobas una interessante intervista a un delegato originario dell’Ecuador, paese di cui anche in Italia si è occupata la cronaca. L’Ecuador in questi ultimi anni è salito alle cronache internazionali per il dilagare di violenze efferate, omicidi mirati e massacri da parte di una rete di bande armate (i più noti sono Los Lobos) e organizzazioni criminali che stanno tenendo in ostaggio il paese, seminando

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L’ACIDO, LE DONNE, lo sfruttamento del capitale nel “Sud del mondo”

Ogni anno nel mondo 10 mila uomini sfigurano una donna con l’acido. Qualcuna grazie alla sua forza d’animo sopravvive, molte sono vive, ma morte al mondo. Nel frattempo i paesi sviluppati hanno decentrato nei paesi del cosiddetto “sud del mondo” le industrie a sfruttamento intensivo di lavoro. es. il tessile. Penserete, ma cosa c’entra? Nelle zone a sud del mondo, molte industrie, in particolare il tessile e la gioielleria, utilizzano

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Dietro il piano Mattei: inquiniamo a casa loro

Dopo un anno di evocazioni finalmente Meloni ha presentato il Piano Mattei al Vertice Italia Africa tenutosi il 29 gennaio nell’aula del Senato italiano. E’ un Vertice che arriva buon ultimo dopo che Francia, Cina, Giappone Russia e Regno Unito hanno tenuto analoghi vertici nei mesi passati. Giovani e vecchie potenze tutte in corsa per accaparrarsi le risorse dell’Africa. L’Italia non è fra i primi neanche come potenziale. Al primo

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Argentina 1. L’ARGENTINA PRIMA DI PERON

Gli scioperi operai in Argentina contro il governo ultraliberista e ultramilitarista di Javier Milei (insediatosi neppure due mesi fa), scioperi in cui organizzazioni classiste come il “Polo Obrero” e il “Partido Obrero” svolgono un ruolo importante di opposizione e di mobilitazione di massa, ci spingono a mettere a fuoco una serie di aspetti della storia del capitalismo e del proletariato argentini. Siamo infatti convinti che di fronte ad un attacco

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La memoria di ieri e il massacro di oggi

Col pretesto della Giornata della Memoria, il governo ha vietato le manifestazioni contro il massacro a Gaza previste per oggi, come se la memoria dovesse servire a scordarci i massacri che avvengono sotto i nostri occhi. In tutte le manifestazioni per la Palestina contro i massacri di popolazione inerme a Gaza non abbiamo sentito un solo insulto agli ebrei, ma la denuncia della politica razzista, colonialista e genocida del governo

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Gli Houthi nella contesa Medio Orientale

Breve storia dei conflitti in Yemen Da quando gli Houthi dello Yemen hanno cominciato ad attaccare il naviglio commerciale sul Mar Rosso, motivando l’azione come forma di solidarietà con i palestinesi di Gaza, i nostri media si sono affrettati a spiegare il loro intervento come il solito intervento “indiretto” dell’Iran o definendo gli Houthi come un gruppo terrorista. Una visione di comodo che permette di ignorare anni di conflitti interni

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Un Capodanno speciale, sotto l’albero tante armi

Alcuni giorni fa, nel suo discorso alla Camera per ottenere un voto favorevole a varare la ottava tranche di forniture militari all’Ucraina, il ministro della Difesa Crosetto, lo sponsor di Leonardo Finmeccanica, ha avuto la faccia di bronzo di sostenere che “Gli aiuti militari italiani all’Ucraina hanno contribuito a salvare decine di migliaia di vite”. Se la guerra del Donbass, una guerra a bassa intensità durata 7 anni, ha provocato

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Appello del sindacato israeliano Maan per consentire ai lavoratori palestinesi di tornare al lavoro in Israele (italiano – english)

Riprendiamo e traduciamo un appello del sindacato israelo-palestinese MAAN perché il governo Netanyahu ponga fine al blocco dei 200 mila lavoratori frontalieri palestinesi della Cisgiordania. Diciamo subito che da un lato condividiamo la richiesta, dall’altro respingiamo la logica nazionalista e aziendalista che domina questo testo, che sembra scritto quasi sotto dettatura delle tante imprese israeliane, soprattutto del settore edile, a rischio ormai di bancarotta. Il testo registra un’altra delle acute contraddizioni che

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I lavoratori edili indiani rifiutano l’accordo sull’esportazione di manodopera verso Israele come “losca manovra”, e riaffermano la solidarietà con la Palestina

Riprendiamo da Peoples Dispatch del 5 gennaio (nella traduzione di Giulia Luzzi) un articolo di Tanupriya Singh relativo all’accordo India-Israele per l’importazione di lavoratori indiani, soprattutto per i settori edile e dell’assistenza, in sostituzione di loro compagni di classe palestinesi, ai quali il governo sionista ultrareazionario e razzista di Israele ha revocato il permesso di lavoro. L’accordo è stato concluso qualche mese fa, ma la sua accelerata messa in opera è stata effettuata dopo il 7 ottobre. La

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